Sivert Guttorm Bakken è forse uno dei talenti norvegesi più inespressi, suo malgrado. Per una volta, il difficile e super competitivo ambiente del biathlon norvegese c'entra poco o nulla: il fatto che, dopo la vittoria nella mass start di Coppa del Mondo Oslo nel marzo 2022, sua prima vittoria individuale nel circuito maggiore del biathlon mondiale, l'atleta classe 1998 non sia riuscito a confermare il suo enorme potenziale, non è a causa di ragioni "di scuderia". Tutta la sua triste storia è nata proprio pochi mesi dopo quel successo, nel maggio 2022, quando una pericardite post-vaccino anti-covid (l'Agenzia europea per i medicinali classifica l'infezione del pericardio tra gli effetti collaterali rari), ha fatto partire un vero e proprio calvario, costringendo la giovane promessa a fermarsi.
Da allora sono passati due anni, in cui far rientrare lo sport ad alto livello nella sua vita è stato un processo lungo e arduo, fatto di alti e bassi e soprattutto di un'amara presa di coscienza: il suo livello più alto, quello raggiunto quando è saluto in tribuna reale ad Holmenkollen per stringere la mano a re Harald da vincitore della Coppa di Specialità Mass Start, era andato ormai perso e bisognava ripartire praticamente da zero.
La scorsa primavera il norvegese ha finalmente ricevuto il via libera dai medici per riprendere gradualmente gli allenamenti e ora, sei mesi quel semaforo Sjusjøen. Ovviamente la speranza è che possa andare tutto bene e provare a riprendersi quel posto in Nazionale di cui la malattia lo ha privato, anche se naturalmente non sarà di certo una passeggiava, vista la lunga lista di fenomeni di cui il biathlon norvegese è provvisto e per ora il biathleta di Lillehammer vuole solo godersi la gioia del rientro.
"Ammetto che sono nervoso e ci penso. Ma non mi interessa se sarò il numero tre o dieci, perché so che non sarò tra i primi dieci" ha raccontato Bakken a Langrenn.com "La cosa che mi entusiasma di più è gareggiare in una gara, spingere forte e continuamente per mezz'ora ed essere in piazzola a sparare con la tensione della gara addosso"
A 26 anni, Bakken si dà un paio di stagioni per ritrovare tutte le sue forze e tornare al vertice, anche se la scorsa primavera non nascondeva l'ambizione di provare a prendere parte ai Giochi di Milano-Cortina dopo aver partecipato a quelli di Pechino nel 2022.
"Sono proiettato in avanti di cinque anni, verso le Olimpiadi del 2030" ha concluso "È molto probabile che non sarò ancora all'altezza per partecipare alle Olimpiadi del 2026. Ci sono solo quattro posti e mi dovrei fare molto di più per essere uno di loro, ma questo non cambia nulla se il mio obiettivo è quello di essere il più forte possibile tra tre o cinque anni." L'assegnazione dei Mondiali del 2029 alla località che gli ha portato il proprio massimo risultato in Coppa del Mondo è stata, da questo punto di vista, una grande mano "Sapere che i Campionati del Mondo del 2029 si terranno in Norvegia mi ha dato ancora più motivazione. Un campionato del mondo in casa è molto bello e so di poter andare forte su questa pista”.
Ora, dunque, per la carriera del norvegese si apre un nuovo capitolo: citando un commento fatto nei giorni scorsi da Tommaso Giacomel, che in questi giorni è in raduno con la squadra azzurra sulle nevi dell'Innlandet, condividendo con Bakken e gli altri atleti presenti alcuni momenti di distensione prima del banco di prova del weekend, "Make Sivert Great Again"