Il corso allenatori di terzo livello di sci di fondo che lo scorso 22 settembre a Predazzo ha decretato la promozione di 23 corsisti, si è completato con una prova orale basata sulla presentazione di un project work, una sorta di tesina. Fondo Italia, con la gentile disponibilità dei diretti interessati, pubblica - con cadenza di tre lavori a settimana fino al 4 novembre - i riassunti di alcuni dei suddetti elaborati.
Oggi è la volta del project work di Pietro Dutto, intitolato "Il volume dei carichi di allenamento nello sci di fondo: evoluzione nel corso degli anni e tendenze attuali".
"Il volume dei carichi di allenamento nello sci di fondo: evoluzione nel corso degli anni e tendenze attuali" - la tesi di Pietro Dutto
Il lavoro di tesi si focalizza su una variabile cruciale nelle metodiche di allenamento dello sci di fondo e nello sport in generale, ossia il “Volume”.
Prima di addentrarsi nel cuore del lavoro è stato necessario fare un analisi teorica su quelle che sono le variabili dell’allenamento, quindi il volume (somma della durata e della frequenza delle sessioni) e l’intensità e i loro fattori strettamente collegati, dose e densità. In ambito di programmazione occorre bilanciare il carico di allenamento e il recupero necessario fra le sedute.
L’allenamento a bassa intensità (intensità <soglia aerobica) determina una serie di adattamenti centrali (cardiovascolare e respiratorio) e periferici (muscolare e metabolico). Il massimo consumo d’ossigeno (Vo2max), fondamentale per il modello prestativo dello sci di fondo, dipende da molteplici elementi, tra i più determinanti ci sono gli adattamenti cardiovascolari che si ottengono con l’allenamento di endurance.
Stephen Seiler ha attinto dalla sua conoscenza enciclopedica della ricerca in materia Endurance per comporre la Piramide delle esigenze dell’allenamento di resistenza. Priorità in questa gerarchia sono il volume, l’intensità e la distribuzione di esse.
Il fulcro dello studio è la raccolta dei dati dei volumi delle squadre nazionali sci di fondo di coppa del mondo dalla stagione agonistica 1998-1999 fino alla scorsa 2023-2024. Si evidenzia che c’è stato un trend in ascesa dei volumi passando da una media di 708 ore nel quadriennio olimpico 1999-2002 a una media di 897 ore nelle ultime quattro stagione di Coppa del Mondo.
Il project work prosegue prendendo in analisi il paper “The road to Gold” nel quale emerge che gli atleti norvegesi con risultati internazionali da podio, nella stagione della medaglia, si sono allenati con volume di 770±99 ore. Viene evidenziato che i mezzi di allenamento utilizzati durante l'intero anno sono per il 64% (∼500 ore) con schemi di movimento specifici dello sport (sci/ski roll).
Il “Manifesto Nils Van der Poel” è un caso di studio particolare, ma utile a integrare la materia trattata. Il pattinatore svedese, due volte campione olimpico, enfatizza in maniera maniacale l’allenamento di Endurance con settimane oltre le 30 ore in alcuni periodi della preparazione con mezzi generali. Il campione svedese sosteneva di aver bisogno della capacità aerobica per recuperare più velocemente, in modo da potersi allenare di più nei periodi di allenamento successivi. L’atleta più diventava forte aerobicamente, più sessioni anaerobiche avrebbe potuto fare nella stagione di preparazione specifica.
A questo punto è stato utile compiere un confronto con un parere super partes, il Dott. Dario Giovine, coach presso UCI World Tour UAE Team ADQ, UCI Continental MBH BANK Colpack e collaboratore con la Federazione Italiana Triathlon. Giovine ha espresso le dovute considerazioni sull’importanza dei volumi nei carichi di allenamento nello sci di fondo. Secondo il suo punto di vista, un discorso meramente volumetrico nello sci nordico è meno importante che in altri sport di endurance, per l’alta componente tecnica. Risulta fondamentale che il carico sia svolto su mezzo specifico e abbia uno scopo più vicino possibile all’obbiettivo finale. Il volume hai dei rischi e dei benefici, l’importante è controllare l’intensità (troppo piano o troppo forte) e bilanciare il carico psico-fisico.
La letteratura esistente e le pratiche consolidate dagli atleti Élite in questo settore consentono di trarre conclusioni generali.
- un carico di volume cospicuo è indispensabile per primeggiare nello sci di fondo. È necessario orientare l’allenamento ad alti volumi ricercando un puro obbiettivo fisiologico con mezzi generali, o esercitare volumi relativamente minori con più utilizzo dei mezzi speciali e specifici.
- È importante la specificità degli allenamenti, includendo quelli ad alta durata e bassa intensità per il miglioramento dell’economia del gesto tecnico.
- Analizzare costi-benefici: quantificare qual è il costo che un atleta sostiene a livello psico-fisico per sostenere alti volumi e quale il beneficio prestativo che ne deriva.
- Ogni atleta dovrebbe essere seguito a seconda del suo potenziale e della sua capacità di carico.
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