Un simbolo dello sci di fondo italiano e una figura cruciale nella promozione di questo sport in Italia e dell’Italia a livello internazionale. Marco Albarello, plurimedagliato olimpico e mondiale, da diversi anni impegnato in ruoli ufficiali per lo sviluppo dello sport nella sua Valle d’Aosta, è tra i promotori della Coppa del Mondo che tra fine gennaio e inizio febbraio 2025 arriverà a Cogne. Fondo Italia l’ha incontrato a Milano, a margine di una conferenza stampa di presentazione della stagione invernale valdostana, toccando diversi argomenti che vanno dagli aspetti tecnici legati alla pista di Cogne, fino alle speranze azzurre per i prossimi Mondiali di Trondheim 2025.
Dando una lettura di quelli che sono stati i passaggi per arrivare all’assegnazione delle gare a Cogne, Albarello precisa: “Siamo partiti da una fase di volontà di ricostruire Cogne. Io sono partito con quell’idea lì con la FIS ed è subito stata accolta a pieni voti, infatti abbiamo battuto altre realtà molto importanti. E’ stato veramente un ‘atout’ in più per poter arrivare a una gara di Coppa del Mondo che speriamo sarà come quella del 2019. Il mio ruolo? Io sono sempre quello che lavora dietro le quinte, per cercare di portare gli eventi in Valle d’Aosta. Questo è il mio ruolo, come sempre. Farò un po’ il cuscinetto fra il Comitato Organizzatore e la Regione Autonoma Valle d’Aosta, per cercare di dare il mio umile apporto per quella che potrà essere una grande Coppa del Mondo a Cogne”.
In merito poi alle decisioni emerse dall’ultimo sopralluogo della FIS a Cogne, nella quale Albarello è inserito come membro dell’Executive Board, l’ex leggenda del fondo azzurro aggiunge: “C’era stato un primo sopralluogo un mese fa, mentre adesso ce n’è stato un altro la scorsa settimana per l’omologazione della pista da 3.3 km. Sappiamo che la pista della 5 km del 2019 è inservibile, quindi abbiamo dovuto spostarla interamente sul Prato di Sant’Orso. I rappresentanti FIS sono stati completamente abbagliati da quelle che sono state le disponibilità del nostro Comitato, ma soprattutto del popolo di Cogne che si è dimostrato come sempre all’altezza della situazione. Il percorso della sprint? Sarà al contrario rispetto al 2019, per renderla un po’ più spettacolare. E’ un indirizzo di Simon Caprini e di Michal Lamplot (membri FIS, ndr) per rendere ancora più spettacolare questo circuito, che verrà visionato da tutti coloro che sono sul percorso. Si tratta di un’innovazione ulteriore per Cogne. Non dico che non ci siano problemi perché cambiare non è mai facile, però se non si cambia si rimane fermi. I lavori incentivati dall’amministrazione regionale, inoltre, ci consentiranno di fare veramente una bella figura e non avere problemi di soldi”.
Con Albarello c’è poi spazio per riflettere sulla recente direzione presa dallo sci di fondo, che presenta sempre più gare sprint, con format su 10 e 20 km a sostituire le canoniche 15 km e, in generale, un panorama in grande trasformazione: “Sono dal mese di maggio nell’executive board della FIS, dove mi ha messo il presidente Flavio Roda per cercare di dare il mio contributo. Lì è stato presentato da poco un report secondo il quale sono le staffette le gare più seguite, poi ci sono le team sprint e poi le sprint. Si sta quindi valutando nel globale quella che può essere l’attrattività del nostro sport. Si cerca di rendere spettacolari le gare, ma bisogna stare molto attenti a non superare la linea perché alcune cose vanno mantenute come tradizione dello sci di fondo, a mio modesto parere. E’ quello che ho fatto presente anche alla Federazione Internazionale”.
Infine, con i Mondiali di Trondheim 2025 alle porte, è l’occasione per chiedere a Marco Albarello un parere sulla squadra azzurra e in particolare sulle staffette, parziale in cui ha grandissima esperienza considerando l’indimenticabile impresa compiuta insieme a Maurilio De Zolt, Giorgio Vanzetta e Silvio Fauner alle Olimpiadi di Lillehammer 1994, proprio in Norvegia. A tal proposito, Albarello si dice fiducioso soprattutto riguardo alla crescita dei giovani: “Spero vivamente che andrà bene e faccio a tutti gli auguri più grandi. Abbiamo veramente quattro ragazzi giovani e forse anche quattro ragazze che potranno essere protagonisti. Il fondo è in trasformazione e l’Italia ha una grande squadra adesso con l'importante direzione di Markus Cramer, con cui mi sento 3 volte al mese. Lui è fiducioso di far crescere i nostri ragazzi, il dopo-Pellegrino era già ieri. Dobbiamo attivarci, con Barp, con Mocellini, con tanti ragazzi giovani che non fanno solo sprint, ma possono fare anche gare distance e soprattutto una grande staffetta”.