La vita di un'atleta, si sa, è fatta di grandi sacrifici e rinunce. Mentre i propri cari, amici e parenti, vivono la loro vita tra lavoro, relax e tappe di vita, la routine di uno sportivo è scandita altri tempi, che talvolta impediscono una normale vita sociale. Inoltre, soprattutto nei Paesi dove certe discipline sono considerate sport nazionali, essere atleta d'élite significa essere sotto i riflettori e nell'era dei social questo può tradursi in uno scrutinio della propria vita al di fuori del proprio controllo.
Per sopravvivere, si rendono necessari, una tenacia (anche mentale) e una riservatezza, benché talvolta quest'ultima possa essere scambiata con freddezza e qualcuno che ha adattato questo stile di vita sé negli anni come un guanto è sicuramente Krista Pärmäkoski: ogni qual volta la luce rossa della telecamera o del microfono si accende, raccontano i media finlandesi, le sue azioni sono state ferree, le sue parole misurate e il suo carattere sotto controllo in tutte le situazioni possibili, capacità che l'ha resa una figura di punta dello sci di fondo finlandese anche in un momento in cui la disciplina non vive il suo maggior momento di notorietà nel Paese dei Mille Laghi.
Non tutto però è come sembra: il successo mediatico, unito ad una forma fisica invidiabile e uno stato mentale zen sono un bell'involucro che non ha lasciato trasparire una crisi ben più profonda che si trascinava dietro da anni. Questo è quanto emerge da una biografia dell'atleta, "Avoin" (Aperta, trad.), scritta dalla giornalista finlandese Laura Arffman della redazione sportiva di Yle Tv, e che sarà disponibile (in finlandese) in formato Ebook e Audiolibro a partire da quest'oggi.
Nel libro, la 33enne demolisce l'immagine di "donna d'acciaio" offerta per lungo tempo, per restituire il ritratto più intimo e sincero della persona dietro alla "macchina perfetta" dell'atleta. In particolare, negli ultimi due anni la vita della fondista è stata segnata da cose che nessuno avrebbe potuto immaginare vedendola nelle sue apparizioni in pubblico: una crisi matrimoniale, continui e gravi attacchi di panico, psicofarmaci e sedute di terapia. In mezzo a tutto questo, ammette, la vittoria in Coppa del Mondo a Lahti nel marzo scorso è stata un miracolo.
In realtà, racconta Pärmäkoski, gli attacchi di panico temporanei sono stati una costante nella sua vita di atleta fin da giovane, ma la situazione è peggiorata durante la tappa di Coppa del Mondo a Lahti nel 2023, quando il suo cane è morto inaspettatamente e il matrimonio non godeva più di buona salute. Anche il cattivo rapporto con l'allenatore Matti Haavisto ha messo l'atleta a dura prova.
"Quando ha avuto l'attacco di panico, si è chiesta quante medicine avesse il coraggio di prendere. La sua forza d'animo era così in basso che non ce la faceva più. Anche se Krista sapeva di essere forte, era spaventoso ritrovarsi a chiedersi se bere una bottiglia di gin o prendere le medicine" scrive Arffaman nel libro.
Dopo il momento peggiore di crisi, Pärmäkoski si è resa conto che nascondere la sua salute agli estranei, così come le lunghe riflessioni sulla sua carriera la stavano prosciugando. E in un certo senso, la vittoria nella 20 km di Lahti, arrivata a sorpresa lo scorso inverno, è stata la svolta di cui aveva bisogno per comprendere che il suo sogno di bambina poteva e doveva proseguire.
La decisione di portare questo lato "oscuro" della sua vita a galla tramite un libro non è solo parte di un processo di "guarigione" personale e di onestà con i propri tifosi, ma anche un passo importante per rimuovere lo stigma nei confronti delle problematiche legate alla salute mentale, che può essere d'aiuto a quanti vivono quotidianamente lo stesso disagio. La cassa di risonanza che una superstar come Krista Pärmäkoski può fornire parlando apertamente di aspetti spesso purtroppo ancora taciuti, indubbiamente grandissima.