Quando a luglio il Comitato Olimpico Internazionale (CIO) ha assegnato alle Alpi Francesi l'organizzazione dei Giochi Olimpici invernali del 2030, lo aveva fatto con una precisa condizione: entro martedì 1° ottobre, il CIO avrebbe dovuto ricevere la firma della lettera di garanzie, ossia l'impegno da parte dello Stato francese a coprire ogni possibile deficit legato all'organizzazione, che da protocollo accompagna il dossier della candidatura olimpica. A causa della crisi politica che ha coinvolto la Francia dal mese di giugno scorso, a seguito delle Elezioni Europee, il governo uscente non aveva potuto apporre la sua firma e al momento della presentazione della proposta francese di fronte al Congresso del CIO, lo stesso presidente Emmanuel Macron aveva fatto da garante.
Con la nomina del nuovo primo ministro, Michel Barnier, si confidava di poter chiudere questa pratica in maniera serena e veloce, visto il suo sostegno del progetto a cinque cerchi per le Alpi Francesi 2030 fin dalla primavera e il suo ruolo di Presidente del Comitato Organizzatore delle Olimpiadi di Albertville 1992, eppure potrebbe non essere così semplice: secondo quanto riportato dal quotidiano francese Le Dauphiné, che ha avuto conferma dall'ufficio del Primo Ministro, con l'avvicinarsi del termine ultimo sarebbe chiesto al CIO uno slittamento di qualche giorno da parte del governo per consentire l'insediamento del governo e per rispettare le procedure interne.
Secondo il quotidiano francese, la firma dovrebbe comunque avvenire nei primi giorni del prossimo mese, probabilmente già il 4 ottobre. La lettera, che deve essere inserita nella legge finanziaria, dovrà essere poi ratificata dal Parlamento il 1 marzo. Ad ogni modo, il primo ministro vuole anche guardare al quadro generale ed essere cauto nel suo approccio. “È disposto a firmare, ma non a occhi chiusi” avrebbe affermato una fonte vicina agli organizzatori transalpini. Sembra infatti che il primo ministro ha chiesto una revisione approfondita della candidatura, prestando particolare attenzione al bilancio complessivo, stimato provvisoriamente in 2 miliardi di euro, con il rischio di un deficit che andrebbe in disaccordo con le politiche di austerity annunciate dal neo-insediato governo Barnier.