Nel primo trimestre di competizioni sarà tra i quindici atleti della Coppa del Mondo maschile ad essere penalizzati dal nuovo sistema di ordine di partenza, che obbliga i primi quindici della classifica generale a scendere in pista con pettorali dal 46 al 75. Tommaso Giacomel vede venire meno il potenziale vantaggio di poter scegliere il gruppo di partenza dove partire, una possibilità conquistata sul campo, scalando costantemente le classifiche dal giorno del suo esordio, che avvenne con il 104 nella sprint di Nove Mesto, nella quale, nel già lontano 2020, il trentino delle Fiamme Gialle chiuse al 27° posto.
Arrivato ottavo nella classifica generale della passata stagione, Giacomel si sente penalizzato dalla scelta dell’IBU ed è critico con la decisione arrivata ieri. «Credo che nessuno sentisse la necessità di questo cambiamento – ha affermato dalla Francia, dove è in raduno con la squadra, a Fondo Italia – che è stato voluto probabilmente soltanto dai broadcaster. Sappiamo che nello sport attuale, proprio gli ascolti televisivi vengono considerati la cosa più importante, perché la maggior parte degli introiti arrivano da lì. In molte occasioni, ciò va a discapito dell’aspetto prettamente sportivo e noi atleti non possiamo purtroppo farci nulla».
Giacomel è sulla stessa lunghezza d’onda di Johannes Bø, ritenendo che vi sia il forte rischio che questa decisione dell’IBU possa nella realtà delle cose produrre l’effetto contrario a quello desiderato: «A mio parere accadrà semplicemente l’opposto rispetto al passato – ha chiarito il trentino di Imer – se prima alcuni seguivano la gara per poi cambiare canale a giochi fatti, dopo l’arrivo dei big, oggi un tifoso potrebbe guardarsi la start list e accendere la tv più tardi, quando inizieranno a competere Johannes Bø e tutti i più forti».
L’azzurro teme che i migliori quindici della generale, di cui nelle ultime due stagioni ha sempre fatto parte, possano essere svantaggiati, non soltanto per le condizioni della pista, anziché avere un privilegio conquistato sul campo a suon di risultati: «Peccato che ai primi quindici della classifica generale abbiano tolto il vantaggio di scegliere il gruppo di partenza, obbligandoli a scendere in pista dal numero 46 al 75. Come abbiamo visto negli ultimi anni, le piste di riscaldamento sono andate via via peggiorando, anche perché nevica sempre meno, e spesso non vi è nemmeno la possibilità di fare altri giri oltre a quello di gara, così ci si può scaldare soltanto correndo nell’area di partenza. Ovviamente, prima erano gli atleti che partivano più tardi a rimetterci, ora toccherà a noi, sperando che magari l’IBU possa riuscire almeno a risolvere questo evidente problema».
Giacomel conclude: «Sicuramente vi saranno ancora più sorprese, perché nel biathlon spesso vince il più forte, ma non sempre. Staremo a vedere. Secondo me questa scelta rappresenta un passo indietro. Si è pensato esclusivamente agli ascolti tv, tralasciando altri aspetti. Un po’ mi dispiace».