Sci di fondo - 24 settembre 2024, 15:36

Sci di fondo - Johaug, un ritorno con scadenza: "Sarà solo Trondheim, niente Olimpiadi 2026, nemmeno se ai Mondiali vincessi tutte le gare"

Sci di fondo - Johaug, un ritorno con scadenza: "Sarà solo Trondheim, niente Olimpiadi 2026, nemmeno se ai Mondiali vincessi tutte le gare"

L'annuncio del ritorno di Therese Johaug ha entusiasmato il mondo dello sci di fondo, sempre più alla ricerca di personaggi importanti, campioni in grado di elevare la disciplina. In Italia gli appassionati già pregustavano di vederla dal vivo sulle piste di Lago di Tesero a lottare per le medaglie, o meglio per l'oro, ai Giochi Olimpici di Milano Cortina 2026. Speranze presto deluse, perché la trentaseienne di Dalsbygda ha subito chiarito che il suo ritorno era circoscritto alla sola stagione 2024/25, alla sua voglia di competere in casa a Trondheim e affrontare la prima storica 50 km femminile iridata.

Al di là delle frasi di Johaug, però, si immaginava che di fronte a risultati molto positivi, la campionessa norvegese avrebbe anche potuto decidere di andare avanti, spingersi fino alle Olimpiadi di Milano Cortina 2026, vivere finalmente una vera atmosfera olimpica in una località storica dello sci di fondo. Niente da fare, perché in una recente intervista ai colleghi svedesi di SVT, Johaug è stata categorica sull'argomento: «Il mio ritorno è solo per Trondheim, poi ho finito. È completamente sicuro. Se anche vincessi tutte le competizioni, in ogni caso non andrei avanti fino alle Olimpiadi. Non ci sarò».

Una scelta condivisibile, perché da mamma, a 36 anni, questo rientro richiederà tanti sacrifici alla campionessa stessa e a chi le è intorno, tanto che il marito dovrà lasciare il lavoro nel corso dell'inverno per stare vicino alla figlia, mentre Johaug gareggerà in Coppa del Mondo e si allenerà. Inoltre è già stato organizzato anche un piano di emergenza se la bambina dovesse ammalarsi nel corso dell'inverno, con la sciatrice norvegese che dormirebbe lontano da casa. Insomma, farlo per realizzare il sogno Trondheim va bene, ma tornare nella routine per due anni è troppo. È un ritorno con scadenza, con un solo grande obiettivo, una impresa enorme da realizzare, poi fine, toccherà alle altre, anche se immaginiamo che la Federazione Norvegese farebbe di tutto per convincerla.

Giorgio Capodaglio

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