Diverse volte ci è capitato di raccontare delle rinunce e dei sacrifici che un atleta è disposto a fare per raggiungere gli obiettivi che si è prefissato. Talvolta si tratta semplicemente di riorganizzare le proprie priorità per mettere gli allenamenti al primo posto, talvolta anche il contrario, al fine di alleggerire la pressione e il carico mentale che le aspettative (proprie e altrui) mettono su un atleta e infine ci sono le scelte fatte da chi, oltre che atleta, è anche genitore.
I bambini, specialmente quelli molto piccoli, hanno una routine che è tanto rigida e importante quanto quella di un atleta e cambiarla può essere un passaggio complesso e delicato per la sua vita e quella dei genitori. Lo ha raccontato Calle Halfvarsson, che ha deciso di postporre l'ingresso dei figlioletti all'asilo per evitare che i tipici malanni possano compromettere la sua salute, così come Sebastian Samuelsson ha deciso di rinunciare a gran parte dei raduni della nazionale per essere al fianco della compagna nei primi mesi di vita della figlioletta.
Anche Therese Johaug, che da poco ha annunciato la ripresa della sua carriera agonistica per partecipare ai Mondiali di Trondheim, ha preso questa stessa decisione: invece che raggiungere il resto della squadra femminile in Italia, a Passo Lavazé fino al 6 settembre, la 36enne preferisce restare in Norvegia, dove sua figlia Kristin, di un anno appena, ha appena iniziato a frequentare l'asilo nido. Una fase della vita di sua figlia che però è anche un passaggio della vita di madre che, per chi può permetterselo, è importante vivere il più serenamente possibile.
"Ci sono state molte cose nuove e forse ha bisogno della sua mamma. Già da ora sento, seduta qui, che è stata la decisione giusta. Quando vedi quanto è stanca quando torna a casa dall'asilo, la notte ha gli incubi dopo tante esperienze. Ci sono emozioni da metabolizzare” ha raccontato Johaug in una intervista a VG durante l'appuntamento con i media per annunciare il nuovo sponsor.
L'entusiasmo per il ritorno all'attività agonistica è svanito presto, quando si è dovuto scontrare con la realtà di una famiglia giovane con tante esigenze che spesso collidono con le esigenze di un atleta al massimo livello.
"Forse è stato un po' uno shock per me. Quando alla fine ho deciso e ho detto che sarei tornata, ho pensato: 'Che cosa ho fatto adesso?'"
Questo non significa però che continuerà ad allenarsi in solitaria fino all'inizio della stagione: il prossimo raduno della squadra norvegese, che si terrà a cavallo tra settembre e ottobre al Mosetertoppen di Hafjell, vedrà anche il suo coinvolgimento. Nel frattempo, però la sua mentalità da atleta a tempo pieno, assicura, è tornata a pieno regime: l'allenamento è più mirato e sistematico e il fatto che sua figlia ora vada all'asilo le dà più tempo per allenarsi durante il giorno.
"Ho notato che la mia concentrazione è aumentata. Mi preoccupo ancora di più della qualità dei miei allenamenti e stabilisco le priorità in modo diverso” spiega, sottolineando che deve essere più consapevole del suo carico di lavoro complessivo "Non posso uscire ogni fine settimana, non è possibile. Altrimenti, non ci sarebbe nessun oro ai Mondiali. Penso ancora che sia importante dare la priorità agli amici e fare anche altre cose, ma è un equilibrio delicato."
Questa mentalità, più frenetica ma anche più calcolatrice, non sembra essere stata accolta positivamente da tutti nella sua famiglia. Sua sorella, ad esempio, ha avuto qualcosa da ridire, preferendo la Therese pensionata degli ultimi tempi. "Mia sorella dice: "Ora è tornata la vecchia Therese". Le piaceva la Therese più rilassata"
E se la "vecchia Therese" è tornata, la Norvegia avrà sicuramente qualche motivo in più per sorridere.