Aspettative, pressioni, ansie e paure. Sono tante le difficoltà che accompagnano gli atleti in quella che è la manifestazione più importante (e per questo anche carica di tensione) del panorama sportivo mondiale. Alle Olimpiadi di Parigi tanto si è parlato del valore dell’empatia, della comprensione dello stato d’animo degli atleti e della sportiva accettazione dei verdetti scritti sui campi di gara. Una specificità in cui una protagonista su tutti si sta dimostrando maestra: Dorothea Wierer è la prima tifosa degli azzurri a Parigi 2024.
In Francia nel ruolo di inviata per conto di Eurosport, la biatleta azzurra si sta dimostrando molto coinvolta rispetto alle emozioni degli stessi atleti in gara, senza mai far mancare il suo sostegno, con tifo, entusiasmo e urla (quelle non mancano mai). E questo non solo quando, comoda dagli spalti, assiste ad alcuni momenti iconici dello sport italiano a queste Olimpiadi, ma anche quando deve calarsi nell'inedito ruolo di intervistatrice. Abbracci, celebrazioni dei successi e pacche sulla spalla nei frangenti più difficili. L’altoatesina si sta districando con disinvoltura a Parigi, mostrando una grandissima empatia che purtroppo, in altri casi, è stata oscurata dalla frenetica (e talvolta egoistica) corsa alle medaglie.
Sono tante le fotografie che immortalano il coinvolgimento emotivo di Dorothea Wierer. A partire dalle urla di emozione esternate all’Arena Bercy, quando le 5 azzurre della ginnastica artistica azzurra (Angela Andreoli, Alice D'Amato, Manila Esposito, Elisa Iorio, Giorgia Villa) strappano un argento storico: “Ho i brividi!”, la reazione dell’azzurra. Ma lo stesso succede anche quando il risultato, pur importantissimo, lascia un po’ di amaro in bocca, come nel caso del fioretto a squadre femminile, sconfitto in finale dagli Stati Uniti. Al Grand Palais di Parigi c’era anche Dorothea, che non ha mai smesso di sostenere le azzurre. E la scena si ripete con un bellissimo abbraccio al lanciatore del peso Leonardo Fabbri, che dopo una stagione incredibile che lo aveva portato a sognare in grande, si arrende a un 5° posto finale. E ancora, la celebrazione della bellissima lezione di fair play della judoka Odette Giuffrida, che perde il bronzo per una decisione arbitrale, ma va subito a complimentarsi con la sua avversaria. Un gesto che Wierer sottolinea nella chiacchierata con Giuffrida, tralasciando il quarto posto e, anzi, esaltando il gesto di sportività: “Sei un esempio per tutti noi”, le parole di Wierer. E con "tutti noi" il riferimento non è solo agli atleti, ma veramente a tutti.
Da atleta (con tre bronzi olimpici al collo) a tifosa, Dorothea Wierer incarna lo spirito più bello dei Giochi Olimpici, quello di fraternità e di spirito sportivo, da mettere davanti a tutto. È quell’emozione che ci unisce tutti davanti alla televisione, che ci spinge ad alzarci in piedi quando Marcell Jacobs corre la finale dei 100 in pista e a stringerci in un abbraccio azzurro quando Paltrinieri nuota nei 1500. “La sconfitta fa parte dello sport, però l’abbraccio finale di Odette Giuffrida alla sua amica-rivale rappresenta il vero spirito olimpico”. Parola di Dorothea Wierer.
A prescindere dal risultato.