Nel marzo scorso, i Campionati norvegesi di sci di fondo che si sono tenuti a Lillehammer hanno mostrato una disciplina in grande salute in Norvegia, spinta dai successi in Coppa del Mondo di Klaebo e dai titoli vinti da Amundsen, con diverse centinaia di partenti al via. Tuttavia, il report pubblicato dal il giornale svedese Expressen nei giorni scorsi, presenta un quadro nettamente opposto.
I dati infatti mostrano che dal 2015 al 2022, in Norvegia, il numero di tesserati dello sci di fondo è sceso del 36%, passando da 136.235 a 87.498 nei diversi sci club della nazione. Situazione invece diametralmente opposta in Svezia, dove nello stesso periodo si è verificato un aumento del 37%, passando da 47.148 a 64.481 praticanti.
Numeri sicuramente ancora importanti per la Norvegia, che qualsiasi piccola nazione invidierebbe, ma che fanno riflettere, soprattutto se analizzati più nel dettaglio. In Svezia, in tutte le fasce d'età e di sesso il numero degli iscritti è in aumento, ma nella fascia 0-12, nel 2022 le bambine hanno superato i bambini che praticano lo sci di fondo. Presso i loro "vicini di casa" il trend è invece perfettamente contrario: sempre meno fondisti a livello agonistico in tutte le fasce d'età.
Ma cosa c'è dietro queste cifre? In Svezia può esserci sicuramente un fattore emulativo, con i successi delle fondiste svedesi che hanno spinto le giovanissime a praticare lo stesso sport, mentre una molteplicità di fattori ha fatto sì che in Norvegia ci fosse un calo così drastico. In primis, l'apertura a sport ad altri sport, come l'atletica, il calcio, il ciclismo e così via; poi c'è anche un aspetto più pratico, come spiega Brit Baldishol, responsabile del settore sviluppo della Federazione norvegese di sci: "Negli ultimi anni, l'associazione ha inasprito i requisiti per essere considerati tesserati. In passato, potevano essere conteggiate anche le persone più coinvolte nell'organizzazione. Come i genitori e coloro che preparavano le ciambelle alle gare. Non c'è dubbio che in Norvegia ci sia una grande diversità. Secondo i dati in nostro possesso, ci sono 1,8 milioni di norvegesi che sciano per svago o per allenamento. Quindi la nostra base di reclutamento è molto ampia, ma molti non scelgono di iscriversi a uno sci club. E questo è un aspetto che stiamo cercando di cambiare”.
Per l'esperto della televisione norvegese TV2, Petter S. Skinstad, la "colpa" è dei modelli norvegesi attuali, che non riescono a creare lo stesso interesse che avevano i loro predecessori, nonostante i loro successi - e forse un sintomo di questo è stato visibile nelle ultime edizioni della 50km di Holmenkollen, quando il calo di tifosi a bordo pista è stato sempre più evidente.
"È diverso dall'epoca con Petter Northug, Marit Björgen, Therese Johaug e Martin Johnsrud Sundby. Allora lo sci di fondo era sulla bocca di tutti e il paese si fermava durante i campionati" racconta Skinstad, che ammette mancanze ed errori almeno dai tempi dei Mondiali di Oslo del 2011 "Non vediamo questo interesse adesso. I profili norvegesi di oggi non sono abbastanza entusiasmanti, abbastanza estremi, abbastanza divertenti o coinvolgenti allo stesso modo. Non si tratta di una crisi acuta, ma allo stesso tempo: bisogna assolutamente prenderla sul serio."