Prosegue il testa a testa tra la Federazione Internazionale Sci e Snowboard (FIS) e gli stati membri della coalizione “Snowflake” per quanto riguarda la proprietà e le procedure di distribuzione dei diritti tv delle gare di Coppa del Mondo. Una coalizione composta da 8 delle più importanti nazioni facenti parte della FIS, tra le quali rientra anche l’Italia al fianco di Norvegia, Svezia, Finlandia, Germania, Austria, Svizzera e Slovenia. Alla base dei contrasti, la decisione da parte della FIS – ufficializzata dal via libera del Consiglio della Federazione arrivato a fine aprile – di centralizzare i poteri di negoziazione dei diritti tv, firmando un accordo esclusivo con la società di produzione Infront, che taglia così fuori gli stati membri dalla possibilità di negoziare autonomamente i diritti.
La volontà della FIS, si scontra con l’opposizione del gruppo Snowflake che non approva l’accordo con Infront, al punto da non aver fornito alcun tipo di feedback alla Federazione Internazionale, quando questa ha chiesto a tutti gli stati membri di esprimersi a riguardo. “Abbiamo inviato loro una bozza nove mesi fa e si sono rifiutati di commentare. Solo un piccolo gruppo ha rifiutato, altri hanno dato feedback. È un approccio strano lottare contro un accordo, ma allo stesso tempo rifiutarsi di dare un feedback”, commenta il presidente della FIS Johan Eliasch in un’intervista rilasciata a NRK. Proseguendo, Eliasch aggiunge: “Snowflake vuole solo trasferire la proprietà e il controllo a se stesso. Snowflake diventerebbe la nuova Federazione Internazionale di Sci e la FIS sarebbe storia”.
Dalla sua parte, tuttavia, la coalizione Snowflake giustifica quanto avvenuto in ragione delle “insufficienti informazioni” ricevute riguardo al contenuto dell’accordo stesso e sostiene di aver continuamente ricercato un confronto con la FIS: “Non abbiamo ancora visto né firmato un accordo sul quale poter fare commenti – spiega il referente di Snowflake della federazione norvegese – Abbiamo valutato approfonditamente la bozza che è stata creata, sia attraverso lettere che attraverso incontri, quindi abbiamo davvero cercato di avere un dialogo per un lungo periodo di tempo”.
Come riportato sempre da NRK, la votazione per l’approvazione dell’accordo FIS-Infront si è tenuta in segreto. “Il motivo è che i membri del consiglio devono votare senza alcuna pressione da parte dei paesi che li hanno nominati nel consiglio – spiega Eliasch – Essi devono agire nel migliore interesse della FIS. Significa il meglio per lo sport e gli atleti, non per ragioni politiche”.
Come già sottolineato, la situazione non è delle migliori e non sono da escludere azioni legali da parte delle federazioni nazionali nei confronti della FIS, che intanto prosegue dritta sulla sua strada.