Biathlon - 02 maggio 2024, 16:00

Biathlon, Elisa Gasparin racconta i disturbi alimentari: "Nel 2014 pensavo al cibo 24 ore al giorno, poi ne sono uscita"

Biathlon, Elisa Gasparin racconta i disturbi alimentari: "Nel 2014 pensavo al cibo 24 ore al giorno, poi ne sono uscita"

Le connessioni tra lo sport e l’alimentazione sono innumerevoli. Due aspetti della vita che si intrecciano e si influenzano a vicenda, soprattutto all’interno della vita di un atleta professionista. In alcuni casi, tuttavia, la gestione di questi rapporti può risultare difficile portando addirittura a disturbi alimentari. A sdoganare questo argomento, aprendosi a 360 gradi sul tema era stata Jessie Diggins, vincitrice dell’ultima Coppa del Mondo di sci di fondo, che poco tempo fa era riuscita a raccontare del suo difficile rapporto con il cibo che in passato era arrivato a rappresentare per lei un vero e proprio problema di salute. Un gesto che ha poi dato il coraggio ad altre persone per riuscire a esprimersi su un argomento spinoso come quello dei disturbi alimentari. Recentemente, a lasciarsi andare sul tema è stata Elisa Gasparin, biatleta svizzera classe 1991, che in un’intervista ha raccontato la propria storia.

Intervenuta ai microfoni di Aargauer Zeitung, Gasparin svela che nel 2014 – anno in cui era in attività come atleta – ha avuto importanti problemi di anoressia, in particolare nel periodo che ha preceduto le Olimpiadi di Sochi. Un rapporto difficile che era diventato per lei quasi un’ossessione: “Guardavo i piatti degli altri, chiedendomi chi mangiava cosa, quando e quanto”, le parole della svizzera. In un frangente, addirittura, Gasparin arriva a raccontare di essere arrivata al punto da non riuscire neanche ad avere le forze per andare in bagno: “Anche solo andare in bagno è diventata una sfida. Mi ci è voluta un'ora per trovare abbastanza energia per andare in bagno”.

Una situazione che, fortunatamente, Gasparin era poi riuscita a superare grazie a una grande forza di volontà e a un grande sforzo, che l’hanno portata a ritrovare la condizione migliore: “In pochi mesi sono riuscita a passare da uno stato in cui pensavo al cibo per 24 ore al giorno a una routine quotidiana in cui la sera non mi ricordavo più cosa avevo mangiato la mattina”. La sua storia, che riportiamo qui soltanto in maniera parziale, potrà sicuramente essere (come già quella di Diggins) d’incoraggiamento per numerosi atleti, alle prese con problemi e disturbi alimentari. 

Fausto Vassoney

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