Lo sci di fondo piange una delle sue più grandi leggende: Pauli Siitonen. A confermare la sua scomparsa, avvenuta lo scorso 20 aprile all'età di 86 anni, sono stati i suoi cari al quotidiano finlandese Ilta-Sanomat.
Protagonista tra gli anni '70 del mondo lunga distanza, prendendo il via a più di un centinaio di gare, Siitonen ha apposto il suo nome nell'albo d'oro delle principale "classiche" sugli sci: vincitore della Marcialonga nel 1972, nel 1973, ha conquistato l'edizione del 50° anniversario della Vasaloppet, oltre a centrare il successo a più riprese nella Finlandia Ski Marathon e nella tedesca König-Ludwig-Lauf. Per questo motivo, la Federazione internazionale di sci lo ha eletto per ben sei volte come miglior sciatore di lunga distanza del mondo.
È però per un altro aspetto che il campione di sci verrà per sempre ricordato. Allo sci di fondo, infatti, Siitonen, lascerà per sempre una grande eredità: sebbene altri sciatori avessero già sperimentato movimenti analoghi in precedenza, il finlandese fu tra i pionieri di quella che sarebbe divenuta la tecnica libera (o passo pattinato). L'andatura da lui introdotta, definita poi "passo Siitonen", conosciuto anche come "Marathon step", era ancora fondamentalmente un ibrido, in quanto prevedeva uno sci costantemente nel binario da classico e l'altro che spingeva diagonalmente all'esterno, con un movimento analogo a quello del pattinaggio di velocità su ghiaccio, ma diede una spinta all'adozione di una tecnica che non fosse solo ed esclusivamente quella classica.