Continuano i conflitti tra la Federazione Internazionale Sci e Snowboard (FIS) e i paesi membri, in particolar modo quelli della cosiddetta coalizione "Snowflake" (una sorta di G8 delle principali nazioni della disciplina, di cui fa parte anche l'Italia), per la gestione dei diritti tv. In passato, infatti, i diritti televisivi venivano gestiti in maniera indipendente dalle federazioni dei Paesi ospitanti di ogni singola tappa di Coppa del Mondo. La FIS, invece, guidata dal presidente Johan Eliasch, vorrebbe riformare il sistema, attraverso una centralizzazione dei diritti assieme alla società di produzione Infront. Un accordo tra le parti era stato annunciato l'estate scorsa, ma l’accordo aveva incontrato resistenze da parte di diversi Paesi che hanno rifiutato di far parte dell'intesa ratificata dalla FIS. Nella giornata di venerdì, il Consiglio della FIS ha votato comunque a favore dell'accordo, nonostante nel mese di febbraio ci fosse stata una riunione di crisi per provare a trovare un accordo che accontentasse tutte le parti. Ora, invece, il contratto originario verrà rispettato indipendentemente dall'approvazione degli Stati membri e durerebbe fino alla stagione 2033/34 compresa.
"Questa decisione del Consiglio della FIS offre l'opportunità di elevare il nostro sport a nuovi livelli, di mostrare l'incredibile talento e la dedizione dei nostri atleti su un palcoscenico globale e di stabilire un calendario a lungo termine che fornisce stabilità ai paesi che ospitano la Coppa del Mondo, sfidando tutti noi a offrire eventi che catturino il pubblico e ispirino le generazioni. Ma forse la cosa più importante è che la centralizzazione apre le porte a un mondo di possibilità nella creazione di media e contenuti e amplificherà le nostre offerte digitali, coinvolgendo i fan come mai prima d'ora" ha dichiarato Eliasch nel comunicato FIS.
Alle parole festanti del patron della FIS fanno però da contraltare le critiche aspre delle principali nazioni dello sci di fondo, che criticano in particolar modo la mancanza di trasparenza nelle operazioni di voto.
"La decisione è stata presa dopo una votazione digitale a scrutinio segreto, di cui nemmeno i membri del consiglio erano a conoscenza in anticipo. La questione era all'ordine del giorno, quindi non c'era nulla di sospetto, ma abbiamo scoperto durante la riunione che si sarebbe tenuta la votazione" ha dichiarato a SVT il membro svedese Mats Årjes "Non mi era mai capitato e partecipo da 14 anni. L'unica circostanza in cui si vota a scrutinio segreto è quando si decide l'assegnazione dei Mondiali"
Inoltre, stando ad NRK, non sono stati neanche comunicati i risultati esatti della votazione. Anche il norvegese Erik Røste, presente alla riunione digitale, conferma quanto affermato da Årjes: "La questione è emersa durante la riunione senza alcuna forma di preparazione del caso. Per questo motivo, molti di noi hanno sostenuto che una modifica così invasiva delle regole della concorrenza non potesse essere discussa e adottata senza un'accurata preparazione. È stata comunque adottata. Per me non è chiaro cosa significhi questa modifica"
La preoccupazione principale, indipendentemente dall'opportunità di avere un sistema di gestione dei diritti tv centralizzato o decentralizzato, risiede piuttosto nelle modalità di azione da parte della Federazione Internazionale, come ricorda il Consigliere Delegato della Federazione tedesca di sci (DSV), Stefan Schwarzbach: "La FIS ora agisce dall'alto verso il basso. Non lavora più per le federazioni. Abbiamo la sensazione che abbiano perso di vista il loro scopo originario" ha commentato a NRK.
Stando a quanto riportato dai principali canali di informazione scandinavi non possono essere escluse future azioni legali da parte delle Federazioni nazionali, che sono impegnate in questo momento a raccogliere informazioni su quanto accaduto in sede di Consiglio, e soprattutto a capire se il board FIS avesse o meno il diritto di prendere una tale decisione in maniera autonoma, senza cioè l'approvazione degli Stati membri.