Sci di fondo - 10 aprile 2024, 13:10

Sci di fondo - Polemiche dopo la Summit 2 Senja, Magni Smedås pattina e Slind contesta la giuria: "Non sapevo fosse una gara di skiathlon"

Sci di fondo - Polemiche dopo la Summit 2 Senja, Magni Smedås pattina e Slind contesta la giuria: "Non sapevo fosse una gara di skiathlon"

Una pesante coda polemica ha accompagnato le ore successive alla Summit 2 Senja, competizione del circuito Ski Classics che si è svolta domenica scorsa in Norvegia, da 60 km a tecnica classica.

Nel finale della competizione, infatti, le immagini televisive hanno mostrato la vincitrice, Magni Smedås, che a due chilometri dal traguardo rilanciava la propria azione pattinando palesemente. Una volta viste le immagini, le sue avversarie, in particolare Astrid Øyre Slind ed Emilie Fleten, giunte rispettivamente seconda e terza, hanno fortemente protestato. In particolare Slind ha chiesto alla giuria di intervenire e ha postato su Strava l'immagine dell'azione di Smedås, accompagnandola con la frase "non sapevo fosse skiathlon". Le immagini, ovviamente, sono piuttosto chiare e anche l'infrazione è apparsa netta, tanto che i cronisti televisivi avevano anche parlato di possibile squalifica.

Soltanto ore dopo il termine della competizione, però, la giuria è intervenuta, su invito proprio delle avversarie, ammonendo la vincitrice e provocando così una reazione critica da parte delle altre atlete, alcuni dirigenti dei team e diversi opinionisti.

Slind ha voluto subito precisare ai media di non voler passare come una pessima perdente, ma ha spiegato le proprie motivazioni. «In realtà è bene parlare di questo argomento, in modo che non accada più - ha affermato a NRK - sia io che Emilie (Fleten) abbiamo inviato la clip e chiesto alla giuria se non si trattasse di errore tecnico. Avrebbero dovuto indagare, loro, non era certo compito nostro. Se si prevede una gara classica, penso che la giuria debba essere un po' più attenta».

Insomma, la critica è arrivata anche nei confronti della stessa giuria che non aveva agito dopo la gara: «La giuria deve prendere l'iniziativa da sola - ha affermato Lina Korsgren, team manager della squadra di Fleten - non dovrei essere io come team manager a farne richiesta. Ciò mi sta facendo porre tante domande».

Il capo dei giudici, Fridtjof Rannem, ha accettato le critiche: «Sono d'accordo che avremmo dovuto essere più decisi al riguardo - ha ammesso a NRK - lo accetto. È perché non abbiamo visto errori in determinati punti durante la gara. Non abbiamo visto difetti in nessun punto del percorso, niente. Ma avremmo dovuto vedere che sulle immagini televisive sembrava da squalifica. La valutazione complessiva è stata ciò che ci ha spinto a non agire subito. Ma avremmo dovuto farlo, sono completamente d'accordo, accetteremo questa critica».

Rannem ha così spiegato il giallo anziché rosso: «Non ci sono binari lì e questa è stata una circostanza attenuante. Se ci fosse stata una traccia, sarebbe stata squalifica». 

A TV2, il giudice ha aggiunto: «L'abbiamo considerata solo una svista. Se lo prendi fuori contesto e guardi solo cosa sta succedendo proprio lì, sono completamente d'accordo sul fatto che si tratti di una violazione da squalifica, ma bisogna considerare anche altre cose, l'assenza di binari e anche il suo comportamento in passato».

Smedås ha risposto con un breve messaggio inviato a TV2: «Ho commesso un errore, la giuria ha guardato il video e ha deciso che non aveva alcun impatto sul risultato, e mi ha dato un cartellino giallo. Lo accetto. Oltre questo non ho altro da aggiungere».

A chiudere, Slind ha rincarato la dose: «Probabilmente è troppo poco severo. Questo problema va affrontato immediatamente. Se non si fa nulla, l'elastico si allunga sempre di più. Se vogliamo rispettare le corse in classico, dovrebbero esserci regole chiare. Quindi se ne dovrebbe parlare seriamente indipendente dal fatto che si tratti del primo o del quarto classificato. Se vi sarà una maggiore severità da parte dei giudici, allora anche i corridori staranno più attenti. Se non si affronta questo problema, queste gare si trasformeranno sempre più in pattinaggio».

Giorgio Capodaglio

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