Quella di Harald Østberg Amundsen è stata la vittoria della regolarità. Per conquistare la Coppa del Mondo, il 25enne ha sfruttato la sua continuità di rendimento e anche la fortuna di non ammalarsi mai e di sfruttare dunque al massimo un sistema di punteggio FIS che premia la costanza.
Il norvegese, difatti, pur con sole tre vittorie in gara ha avuto il pettorale giallo sin dal termine del weekend iniziale di Ruka e l'ha mantenuto poi per tutto l'anno, fatta eccezione per l'ultima competizione prima del Tour de Ski, disputata a Trondheim. Nella prestigiosa rassegna che si tiene a cavallo di Capodanno (alla quale Johannes Klæbo non ha partecipato per malattia), Amundsen ha accumulato un vantaggio incolmabile su JHK, che ha provato a recuperare i 568 punti di divario dal connazionale ma si è dovuto fermare a -54.
«La stagione è stata lunga e il mio corpo è piuttosto stanco. Fino al Tour de Ski è andato tutto liscio come l'olio, poi ci sono stati alti e bassi. E dopo le gare di Coppa del Mondo in Canada ero realmente stanco», queste le parole di Amundsen a Langrenn. «Ci sarà sempre qualcuno che farà commenti sulla mia vittoria e sulla stagione di Johannes, che non ha fatto il Tour de Ski. Alla fine della stagione Klæbo era il migliore. All'inizio, però, sono stato io a vincere. E in media sono stato il migliore da novembre a marzo. Anche io l'anno scorso sono stato malato prima di Natale, non ho potuto fare il Tour de Ski e ho perso molte gare di Coppa del Mondo».
«L'ultimo mese è stato tutto dedicato alla difesa della vittoria nella classifica generale. Nella battaglia di quest'anno si trattava di mettere le cose in prospettiva. Dopo aver vinto il Tour de Ski, è stato facile pensare che la stagione fosse finita, ma ho cercato di pensare che i mesi successivi sarebbero altrettanto buoni», ha proseguito. «Certo, a volte si è stanchi e si pensa che sarebbe bene saltare un weekend. Ma quando metto le cose in prospettiva e penso a quanto sono incredibilmente fortunato a viaggiare e a sciare ai massimi livelli per tutto l'inverno, credo che questa sia la vita che ho sognato fin da quando ero bambino».