Concluso il weekend di Coppa del Mondo a Canmore la fatica è finita, giusto? Non per Jeanne Richard e Samuela Comola. Per loro, dopo diverse settimane in trasferta tra Norvegia, Stati Uniti e Canada, il ritorno verso casa si è dimostrato "leggermente" più complesso del previsto. Tra ritardi degli aerei, bagagli smarriti e attese interminabili in aeroporto, le due biatlete non hanno potuto godersi il rientro verso le proprie abitazioni in pace e ne hanno approfittato per condividere l’attesa e passare del tempo insieme. A raccontare l’intricata storia del rientro dal Canada è Jeanne Richard, che a Nordic Magazine consegna il suo singolare resoconto di viaggio.
Tutto inizia lunedì, all’indomani della mass start conclusiva, nel giorno in cui era previsto il volo di ritorno verso l’Europa. Jeanne Richard lascia alle 8:45 l’albergo in cui alloggiava la Francia per recarsi con tutta la squadra verso l’aeroporto di Calgary, dove alle 13 è previsto il decollo con direzione Monaco. Il tragitto in autobus fila liscio e alle 10:30 le francesi raggiungono l’aeroporto. Qui iniziano le interminabili ore di attesa che portano l’aereo a decollare alle 17:50, con ben 4 ore e 50 di ritardo. E così l’arrivo a Monaco slitta alle 10:30 di martedì, orario limite visto che la ripartenza verso l’aeroporto di Ginevra della squadra francese era fissata per le 11. Risultato: a causa anche delle difficoltà nel recuperare tutti i bagagli alla discesa dal charter proveniente da Calgary, gli atleti perdono il volo per Ginevra e sono costretti a noleggiare degli autobus per recarsi in Svizzera.
Ma Jeanne Richard non può unirsi a loro. Il perché? La sua carabina è rimasta bloccata a Calgary e nessuno può ritirarla al posto suo, ma non solo. La carabina non può nemmeno essere spedita a casa, quindi Richard deve attendere di persona l’arrivo del suo bagaglio. Ed è qui che la storia della francese si intreccia con quella di Samuela Comola, l’azzurra di Champorcher, in Valle d’Aosta. Richard riceve infatti un messaggio dalla valdostana che le svela di essere nella sua stessa situazione, con la carabina bloccata a Calgary e la necessità di fermarsi in città per aspettare l’arrivo del bagaglio. Le due si incontrano in hotel e decidono di far passare il tempo passeggiando in centro e cenando in compagnia, in attesa dell’appuntamento del giorno successivo (mercoledì) presso l’aeroporto. E così prosegue il viaggio infinito e l’indomani Comola e Richard tornano in aeroporto a Monaco, ma una volta lì si accorgono che le loro carabine sono state spedite nella città sbagliata e si trovano sì in Germania, ma a Francoforte!
Seguono ore interminabili di contrattazioni telefoniche nella vana ricerca di una soluzione, durante la quali Comola e Richard perdono l’ennesimo aereo. Le due prenotano dunque un altro volo per le 21.55, nella speranza di riuscire a recuperare il tutto per quell’ora. Dopo vari tentativi di trovare soluzioni alternative anche con l’aiuto di altri biatleti (erano in tutto in 8 a essere rimasti senza carabina) finalmente i tanto attesi bagagli giungono a Monaco. È corsa contro il tempo per prendere in tempo l’aereo, ma un nuovo ostacolo è dietro l’angolo: a breve distanza temporale dalla partenza non era più possibile registrare un bagaglio addizionale, quindi Comola e Richard non sarebbero state in grado di portare con sé le carabine che tanto avevano aspettato. Ma ecco che l’azzurra prende in mano la situazione, in un susseguirsi di eventi che ha quasi del comico. È lei che con la sua conoscenza dell’inglese riesce a spiegare la situazione alla polizia, che acconsente finalmente a far caricare il bagaglio.
Ma la problematiche non sono ancora finite perché, sebbene sembrasse impossibile incorrere ancora in un intoppo, questa volta è la sola Comola a essere trattenuta ai controlli. Motivo: aveva una munizione nello zaino fin dalla partenza da Calgary e così l’italiana perde anche questo aereo. Jeanne e Samuela si separano, si fanno l'in bocca al lupo e la francese corre, riuscendo ad imbarcarsi sul volo Monaco-Ginevra che l’avrebbe riportata verso casa.
L’interminabile odissea si conclude con Richard che atterra in Svizzera e viene accolta dalla compagna di squadra Gilonne Guigonnat, a casa della quale trascorre la notte prima di ripartire in direzione di Méribel, dove venerdì sono in programma i campionati francesi. Stessa storia per Comola che, con un aereo successivo, riesce a far finalmente ritorno in Italia e parte verso Anterselva, dove anche per lei sono in programma i campionati nazionali.
Insomma, una storia a dir poco incredibile.