Se vincere è già di per sé una grande gioia, vincere sulla pista di casa lo è ancora di più. Lo sa bene Kristine Stavaas Skistad, fondista norvegese che nel pomeriggio di ieri ha strappato il primo posto nella sprint di Drammen. Lei che a Drammen ci è cresciuta, visto che è originaria di Konnerud, un piccolo villaggio nel sud della città. E il suo entusiasmo è stato chiaro a tutti quando dopo il traguardo sventolava con orgoglio la bandiera del suo sci club, il “Konnerud Idretttslag”, con sui si allena tutt'ora. Un tributo al suo paese, anche perché proprio dai suoi compaesani ha ricevuto un sostegno speciale, che non si è limitato al tifo e alle parole di incoraggiamento, ma che – in un caso specifico – è andato pure oltre.
Come svelato da NRK, infatti, tra una batteria e l’altra, Skistad ha ricevuto l’accoglienza della chiesa di Bragernes, posizionata giusto accanto alla pista di Drammen. E come mai proprio in chiesa? Perché quello è sembrato alla fondista e al suo staff il modo più semplice per trovare la giusta tranquillità, di cui la norvegese aveva bisogno per concentrarsi al meglio sulla gara. Ormai nota per il suo carattere introverso e alle volte schivo, Skistad aveva bisogno di un posto dove potersi estraniare dalla folla norvegese e l’aiuto è arrivato proprio dal prete che gestisce la struttura di Bragersnes. E a quanto pare non è neanche la prima volta che questo avviene: “Abbiamo una stazione di riposo permanente nella chiesa, quindi ormai è una tradizione”, spiega Skistad. Una strategia azzeccata, spiegata ulteriormente dalle parole dell’allenatore Lage Sofienlund: “Ho fatto una telefonata al prete della chiesa qui vicino. Siamo felici di trovare un posto tranquillo, mi preoccupa la tranquillità e il fatto di ritrovare la calma intorno a noi quando dobbiamo lavorare. Oggi era la chiesa, in altri posti potrebbe essere il seminterrato di un club o la doccia di uno spogliatoio, ma qui per fortuna è la chiesa di Bragernes. È un bel posto dove stare e lavorare tra una batteria e l'altra”. Qualcosa di veramente singolare, che però rende l’idea di quanto a questi livelli anche un minuto di tranquillità possa fare la differenza nell’avvicinamento di un atleta alla gara. A volerla prendere sul ridere, verrebbe quasi da dire che è stato svelato il segreto dietro alla prestazioni "divine" che hanno permesso a Skistad di vincere la sprint, sia quest'anno sia l'anno scorso.