La storia di una vera combattente, sugli sci come nella vita. Kikkan Randall è l’esempio vivente di come il sorriso e la voglia di lottare possano andare oltre ogni difficoltà, anche quando l’avversario non indossa gli sci da fondo, ma è un inaspettato cancro. Sembra passato poco tempo da quando l’ex fondista statunitense annunciò a luglio 2018 che gli era stato diagnosticato un tumore al seno, attirando su di sé tutta la dovuta solidarietà del mondo dello sci di fondo. Da lì in poi per lei il ritiro dalle competizioni, la chemioterapia e un lungo periodo di lotta, fino a sconfiggere quel male che l’aveva tanto messa alla prova. Oggi, a pochi giorni dalla prima negli Stati Uniti del suo documentario “Kikkan”, un lavoro firmato dal film maker Matt Clark che ripercorre in 46 minuti la sua storia fino all’oro olimpico di Pyeongchang 2018, Randall è a Minneapolis per sostenere la nazionale a stelle e strisce nelle gare che domani prenderanno il via nella cornice del Theodore Wirth Park. In quest’occasione verrà proiettato il documentario, nel quale si susseguono interventi dei suoi familiari, amici e colleghi, tra i quali compare anche Jessie Diggins. "Il mio obiettivo per il documentario è quello di condividere qualcosa in più su ciò che ha reso speciale la mia carriera nello sci e su come ci siano così tante somiglianze con la lotta al cancro", racconta Randall al portale Crosscountryskier.
Una tappa, quella che si appresta a partire a Minneapolis, che per Randall è molto speciale anche in ragione dell’affetto che prova per la compagna di tante fatiche Jessie Diggins, con cui ha condiviso il suo unico oro olimpico nella team sprint di Pyeongchang 2018 e il suo unico oro mondiale nello stesso format in Val di Fiemme nel 2013. Era inevitabile che fosse presente anche lei, per tifare i suoi connazionali sulle nevi di Minneapolis. “Buongiorno a tutti – esclama Kikkan Randall in un video comparso sul profilo Instagram ufficiale dello US Ski Team – Sono presente qui a Minneapolis. È la prima volta che abbiamo una tappa di Coppa del Mondo negli Stati Uniti negli ultimi 23 anni e non potevamo essere più pronti di così. Questo momento è stato preparato per molto tempo e credo che sia giusto celebrare quanto lo sci statunitense sia arrivato lontano, mettendo in mostra i nostri atleti qui. Le condizioni saranno fantastiche”.