Biathlon - 15 febbraio 2024, 10:05

Biathlon - Doll: "Orgoglioso del bronzo, ci siamo rialzati dopo un periodo duro"

D. Yevenko

D. Yevenko

NOVE MESTO - Dietro ai fratelli Bø, il vuoto o quasi. L'unica parvenza di resistenza nella Individuale di ieri l'ha data Benedikt Doll, terzo a 1'53" dal vincitore e a 55" da Tarjei, ma a sua volta con ampio margine sul quarto in classifica (Andrejs Rastorgujevs). Il classe 1990, che fino al poligono finale non ha commesso errori, ha chiuso con una sbavatura al tiro, regalando la seconda medaglia alla Germania nei Mondiali.

«Avevo detto che la mia missione sarebbe stata il Mondiale, e la missione è riuscita. All'interno della squadra tedesca ci eravamo concentrati sulle prime gare, sulla Sprint, ed eravamo molto delusi», queste le sue parole nella conferenza stampa di ieri. «Negli ultimi giorni ci siamo impegnati tanto a trovare una soluzione per avere migliori sci e rimanere concentrati sulla conquista delle medaglie, ed è per questo che sono molto orgoglioso e felice di questo bronzo. Abbiamo avuto una riunione importante lunedì, abbiamo avuto spiegazioni dallo staff tecnico, perché per un atleta è importante capire cosa sia stato fatto. Penso che specialmente quest'anno abbiamo avuto un'atmosfera realmente buona nel nostro team, con buona comunicazione, e questa è una forza della nostra squadra. Nelle due Individuali abbiamo portato a casa due medaglie e abbiamo trovato il modo di uscire dalla situazione difficile dello scorso weekend».

Doll non andava a medaglia ai Mondiali da sette anni, quando conquistò l'oro nella Sprint di Hochfilzen: «È davvero importante essere di nuovo a podio dopo così tanti anni, specialmente per la squadra tedesca maschile. Siamo stati così tanto tempo senza medaglie, specialmente in staffetta dove le possibilità erano alte, ma ai Mondiali e ai Giochi non siamo andati a podio negli ultimi anni. Sono davvero orgoglioso per essere quello che ha riportato una medaglia in squadra».

Per il tedesco anche qualche giorno di malattia dopo Anterselva, che però non gli hanno scombussolato la preparazione per Nove Mesto: «So che quando sono un po' malato è questione di quattro-cinque giorni, ho un forte sistema immunitario (batte i pugni sul tavolo per far capire il concetto, nda). È stata una gara estremamente dura: volevo andare più forte ma non potevo, dovevo avere un ritmo leggermente più basso perché il mio focus era sull'energia e sulla concentrazione al poligono. Alla fine credo di aver trovato il mix perfetto».

Valerio Barretta

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