Nella serata di venerdì il Mondiale di biathlon di Nové Město na Moravě, in Cechia, ha assegnato il primo titolo individuale della rassegna, in una giornata totalmente dedicata alla sprint femminile. Dodici mesi fa, ad Oberhof, la beniamina di casa Denise Herrmann-Wick conquistò l’oro davanti a due svedesi, Hanna Öberg e Linn Persson (non presente oggi, sostituita da Anna Magnusson). Alla vigilia dell’evento le papabili eredi della tedesca erano diverse, con un occhio di riguardo verso il plotone francese al femminile, in una stato di grazia mai avuto. La migliore nella classifica di Coppa del Mondo nel format delle sprint, ricordando che ad ora se ne sono disputate cinque, è Ingrid Landmark Tandrevold con due vittorie a pari merito con Justine Braisaz-Bouchet.
Si temeva per la possibilità di aver una gara bagnata come la staffetta di mercoledì; fortunatamente così non è stato ma la neve zuppa e addizionata con sali d’ammonio (per compattare il fondo) nel pomeriggio è stata oltremodo un fattore impattante sulle sorti della gara. La capacità di condurre lo sci in situazione di disagio e la lucidità nel saper leggere dove passare e come sfruttare i bordi della pista, dove la neve è meno rovinata, sono delle prerogative per il successo nel biathlon odierno.
La Francia spazza via tutto il mondo senza lasciare neanche le briciole: abbiamo assistito a una delle più grandi prestazioni di squadra nella storia del biathlon, e possiamo paragonarle al mastodontico movimento maschile norvegese. L’oro lo mette al collo colei che da Gelsenkirchen ha svoltato di testa, Julia Simon (0+0). La dimestichezza nel coprire i bersagli con tempi di rilascio fulminei è il pilastro su cui si fonda il suo successo. L’acerrima nemica, in attesa di riconciliazione, Justine Braisaz-Bouchet (1+0) ha cercato in tutti i modi di ricucire il distacco subito principalmente per via del giro di penalità. A chiudere la tripletta sul podio ci pensa Lou Jeanmonnot (0+1), che dopo aver vinto in stagione la sprint in Svezia e indossato il pettorale giallo, ha aggiunto un'altra pietra miliare alla sua carriera. Visto che non bastava monopolizzare i metalli, Sophie Chauveau (1+0) ha concluso a soli 4 secondi da Jeanmonnot realizzando una storico poker francese e lanciando direttamente nella storia dello sport transalpino questa giornata.
L’Italia, come tutte le nazioni di vertice (tranne la Francia che ha di diritto ad un pettorale nominale in più in quanto Julia Simon è la detentrice del titolo nell’inseguimento), ha la possibilità di schierare quattro atlete e lo staff tecnico ha deciso di andare con: Lisa Vittozzi, Dorothea Wierer, Samuela Comola e Michela Carrara. Le ragazze italiane più quotate hanno oltremodo fatto fatica sugli sci, dalle dichiarazione rilasciate a caldo si è evinto come il problema nascesse dai materiali non preparati al meglio. Detto questo Lisa Vittozzi (0+0), la migliore azzurra 7° in classifica, e Dorothea Wierer 10° (0+0) hanno gestito al meglio la loro situazione di gara, con l’esperienza e la testa hanno cercato e ottenuto lo zero, prezioso in ottica inseguimento. Le altre italiane si sono piazzate rispettivamente: 37° Samuela Comola (0+1) e 45° Michela Carrara (1+3), capace di ottenere il dodicesimo tempo sugli sci.
Le prime quattordici della generale, in contumacia di Persson, hanno tutte optato per il primo gruppo di partenza; il sorteggio ha detto bene a Julia Simon che con il pettorale 2 ha giovato di condizioni migliori e minor deterioramento della neve. Il poligono dell’Arena Vysočina, denominato come la regione in cui è situato, ha avuto un peso nell’economia della gara nelle sessioni in piedi, anche in assenza di vento e senza la nebbia -che spesso attanaglia la località ceca- ha creato patemi a diverse big tra cui Ingrid Landmark Tandrevold e Lena Haecki-Gross. La competizione è stata spettacolare, con sessioni di tiro simil raffiche e continui cambi di posizione al vertice. Parlando di componenti di gara, come migliore tempo di shooting total time troviamo Julia Simon (che rimarchiamo ha trovato lo zero), in piedi ha aperto a soli 8.1 secondi. Dire che la migliore sugli sci stretti è Justine Braisaz-Bouchet è toglierle qualcosa: è stata autrice di una prestazione clamorosa, la più vicina chiude a 28.9 secondi e risponde al nome di Anamarija Lampic (medagliata ai mondiali nello sci di fondo).
La Francia e le sue atlete si candidano prepotentemente per riconfermare il risultato odierno anche nell'inseguimento. Lisa Vittozzi partirà insieme a Franziska Preuss e alle sorelle Öberg, tutto sommato non si è messa male per le speranze di medaglia della sappadina. La stessa Dorothea Wierer parte da una posizione di attacco e si lancerà alla caccia delle avversarie che la precedono, fuori apparentemente dai giochi Tandrevold (0+3), oggi 25° con +1:56.6, e addirittura out dalle sessanta Lena Haecki-Gross.
Dopo aver parlato tanto di competitività e risultati preme sottolineare l’enorme impatto che il pubblico oceanico, presente in loco nell’arena e lungo il tracciato, ha regalato a ogni biatleta in gara sostenendole sugli sci e al poligono.
L’inseguimento femminile si disputerà nella giornata di domenica alle ore 14:30, le previsioni meteo non prevedono nulla di buono, la speranza è riposta in un abbassamento delle temperature. In attesa del ritorno delle ragazze in pista, sabato toccherà agli uomini contendersi il titolo nella sprint.
CLASSIFICA FINALE TOP TEN
1° J. Simon (FRA) 20:07.5 (0+0)
2° J. Braisaz-Bouchet (FRA) +4.9 (1+0)
3° L. Jeanmonnot (FRA) +40.8 (0+1)
4° S. Chauveau (FRA) +44.2 (1+0)
5° B. Bendika (LAT) +46.5 (0+1)
6° F. Preuss (GER) +1:05.3 (0+1)
7° L. Vittozzi (ITA) +1:06.3 (0+0)
8° H. Öberg (SWE) +1:06.8 (0+1)
9° E. Öberg (SWE) +1:09.2 (0+1)
10° D. Wierer (ITA) +1:18.9 (0+0)
Le altre italiane
37° S. Comola +2:19.7 (0+1)
45° M. Carrara +2:31.9 (1+3)
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