Una sprint femminile clamorosa a Nove Mesto con un poker francese che ha spazzato via la concorrenza in particolar modo sugli sci. Una dinamica di gara che siamo abituati a vedere nelle gare al maschile con la squadra norvegese e che, con gli i distacchi accumulati dalle avversarie rischia di chiudere quasi il discorso anche in chiave inseguimento di domenica.
Protagonista indiscussa della gara è però sicuramente quella che, oggi, è a tutti gli effetti la punta di diamante della squadra francese, Julia Simon: la transalpina, dopo un inizio opaco di stagione, è tornata a ritrovare fiducia nei propri mezzi, soprattutto al poligono dove non è solamente precisa ma anche estremamente veloce. Ai microfoni di Eurosport che hanno raccolto le sue impressioni a caldo prima ancora che la gara si chiudesse ha parlato della sua corsa alla medaglia d'oro.
«Forse nessuno credeva ad una prestazione simile, ma credevo alle mie possibilità, ci ho creduto fino in fondo, volevo alzare il mio livello e realizzare un tiro perfetto. L'ho fatto anche se non avevo le migliori sensazioni sulla pista ma è stato bellissimo poter competere per il podio e questa vittoria e fare una tripletta è stato un colpo incredibile per tutta la squadra »
E la stessa sensazione di meraviglia e stupore di aver fatto una vera e propria impresa era palpabile anche in conferenza stampa, dove all'IBU ha dichiarato tutta la sua gioia per un podio tutto tricolore (oltre a Sophie Chauveau ai piedi del podio...e a cui Jeanmonnot ha fatto spazio sull'ultimo gradino al momento dell'inno).
La differenza per Simon era tutta nella velocità e precisione al tiro, dove nessun'altra atleta ha potuto competere. In particolare nel tiro in piedi, la francese è stata come al suo solito velocissima, ma quello che al di fuori sembra stupefacente, è invece banalmente routine per lei.
«Per me è stato come in allenamento, ero concentrata solo sugli aspetti tecnici, e non percepivo di essere così veloce. Sapevo che Justine è molto veloce sugli sci e so che le dovevo guadagnare qualche secondo al poligono»
Lo scorso anno si è laureata campionessa mondiale nella Pursuit dove è il traguardo che sancisce la vittoria. Questa volta invece ha dovuto aspettare molto per capire che avrebbe vinto, visto che era al via con il pettorale 2.
«Per me è stato positivo in realtà, perché mi ha permesso di concentrarmi solo su me stessa e sulla mia gara. Certo poi è stata una lunga attesa negli spogliatoi ma è una bella sensazione e un risultato simile, con quattro ragazze della stessa squadra in testa, è una cosa che capita solo una volta nella carriera e dobbiamo godercela»