Maurice Manificat ha un palmarés invidiabile: dieci vittorie in Coppa del Mondo, otto medaglie tra Mondiali e Olimpiadi, e nel 2016 è arrivato secondo nella classifica di Coppa del Mondo distance. Questa stagione, per lui, si sta dimostrando ben più difficile di quanto forse avrebbe preventivato lui stesso. Estromesso dalla squadra di Coppa del Mondo già in primavera, non riesce a ritrovarvi spazio. Ecco perché sta iniziando a guardarsi intorno per il futuro e, se la nazionale non dovesse avere più un posto per il francese, le granfondo potrebbero essere un’opzione per il prosieguo della sua carriera: ieri, ad esempio, ha partecipato alla sua seconda distanza su lunga distanza in un mese, prendendo parte alla MarciaGranParadiso, dove si è classificato secondo.
Ski Chrono lo ha intervistato al termine di questa avventura alquanto inaspettata.
«Uno degli organizzatori della gara ci ha invitato qualche tempo fa con Clément (Parisse, ndr). Questa era l'occasione, sentivo parlare di questa gara da molto tempo. Conoscevo già Cogne, è un posto bellissimo. Ci sono andato con la mia famiglia, abbiamo avuto bel tempo, è stato un fine settimana fantastico. Il team del Vercors Isère ha fornito logistica, sciolinatura e forniture. Questa è una delle gare lunghe dove c'è il maggior dislivello. Nonostante tutto, come la maggior parte dei concorrenti per il podio - a parte Clément -, sono partito senza paraffina. Non ero in forma olimpica ma ho potuto mettermi alla prova nella spinta. Lo faccio tanto in allenamento, mi piace. È stata la scelta giusta. C'era un bel parterre, erano presenti molti corridori di Ski Classic. Noi quattro siamo partiti velocemente con Jérémy Royer, poi dopo 8 km siamo rimasti solo in tre. Sono arrivati gli ultimi 200 metri (dopo 29 km) e sono arrivato secondo dietro Fabien Stocek (italiano) e davanti a Sabin Coupat.»
Meno di un mese fa Manificat ha partecipato alla Maratona di Bessans, l’impressione è che le lunghe distanze siano ora il suo habitat ideale.
«A parte l’Etoile des Saisies quando fungeva da campo per i campionati francesi, la mia prima granfondo è stata l’Engadina nel 2017. Da allora ne ho fatte poche. Le trovo favolose, sono popolari, su siti magnifici e di ottimo livello. Questa forse sarà una delle prospettive per il futuro…»
Un futuro che al momento non vede però nei suoi i piani il tour di Coppa del Mondo in Nord America, una scelta da parte dei tecnici che non è stata facile da digerire.
«Allora sono rimasto deluso. Era un obiettivo, ci sono due distanze in skating che avrebbero potuto fare al caso mio ma sono passato subito ad altro. Sono concentrato su quello che verrà dopo. Se verrà mantenuta in calendario, sono qualificato per la prossima FESA Cup (24 e 25 febbraio in Italia). Ci sarà la possibilità di tornare in Coppa del Mondo a marzo. Questo mese sarà intenso, con diverse possibilità.»
Per il prossimo inverno, invece, niente è ancora deciso.
«Sono aperto a tutto...cercherò di valutare ogni opportunità possibile. Le granfondo mi fanno gola, ma devo riuscire a guadagnarmi da vivere. Mi piace allenarmi, mi piace il mio sport, ho ancora un fisico che regge. Quando vedo che Northug (classe 1986 come il francese) è arrivato secondo in Coppa di Norvegia... non ho quarant'anni. Penso che ci sia ancora modo di sfruttare le mie capacità, dentro o fuori la Coppa del Mondo.»