Biathlon? No, vendita di cibi e bevande. A questo si dedica Alexey Volkov, ex biatleta classe ’88 scomparso dai radar della Coppa del Mondo dal 2022. Un’assenza che tuttavia non ha niente a che fare con le sanzioni comminata alla Russia in relazione alla guerra in Ucraina, bensì si lega a una squalifica per doping. E pensare che 10 anni fa, per la precisione alle Olimpiadi di Sochi 2014, si era laureato campione olimpico nella staffetta, in tandem con Eugeny Ustyugov, Dmitry Malyshko e Anton Shipulin, lasciando alle proprie spalle nell’ordine Germania (Lesser, Boehm, Pfeiffer, Schempp), Austria (Sumann, Mesotitsch, Eder, Landertinger), Norvegia (T, Bø, J. Bø, Bjørndalen, Svendsen) e Italia (De Lorenzi, D. Windisch, M. Windisch, Hofer).
La squalifica per doping di Volkov, arrivata a fine 2021 per essere risultato positivo al fenoterolo nei controlli effettuati a margine dei campionati russi del 2013, aveva una durata di due anni e si è quindi esaurita da poco. Ma il russo non sembra avere intenzione di riavvicinarsi al biathlon, perché la sua attività principale adesso è un’altra: gestire negozi di alimentari disseminati sul territorio russo. A rivelarlo è lo stesso Volkov, in un’intervista rilasciata a Match TV, dove oltre a raccontare delle sue occupazioni attuali, fa anche il punto sulle dinamiche del suo addio al biathlon.
“Non lavoro come allenatore, perché causa squalifica non ho potuto farlo. Ho aperto negozi di alimentari. Uno è a Ekaterinburg, un altro è a Tyumen. Ho in programma di aprirne altri” spiega Volkov. Una scelta che è arrivata quasi per caso e che adesso si è tramutata in un vero e proprio progetto imprenditoriale: “Ho pensato: cosa posso fare in generale, al di fuori dello sport? Ho visto il franchise, ho incontrato persone ed è così che è successo. Le cose stanno andando bene, faccio questo da poco più di un anno”, aggiunge.
Interrogato sul possibile ritorno nel biathlon nel ruolo di allenatore, Volkov si dice poco convinto: “Non lo so, onestamente. Quando ero in Nazionale lo volevo, ma ora sono andato un po’ nella direzione opposta, nell’imprenditorialità. Sto cercando di svilupparmi negli affari. Ho iniziato tutta questa cosa da zero. Non ho seguito nessun corso, ma ora sto leggendo alcuni libri sul business. Comunico spesso con i partner su come fare le cose meglio”.
Il russo torna poi sulla vittoria di Sochi, sulla quale pende ancora una decisione definitiva, in merito alla possibile revoca della medaglia a seguito di un altro episodio di doping, che in questo caso aveva interessato un altro componente della staffetta: Eugeny Ustyugov, positivo all'oxandrolone. A proposito di questa situazione, Volkov spiega: “Tutto si trascina e anche noi aspettiamo i risultati. Personalmente, non penso che Zhenya (diminutivo di Eugeny, ndr) sia meritatamente accusato. Quando ero a Krasnoyarsk, ci siamo incontrati. Ha raccontato tutto di ciò di cui era accusato e di quali accertamenti erano stati effettuati. Ma è meglio consultare lui per per i dettagli”. A proposito di quella staffetta poi svela un particolare: "Se è vero che sono stati gli altri componenti della staffetta a scegliere chi avrebbe corso con loro tra me e Garanichev? Sì, ai ragazzi è stata offerta la possibilità di scegliere con chi avrebbero voluto correre. Hanno avuto fiducia in me, cosa per la quale li ringrazio moltissimo".