Sci di fondo - 04 febbraio 2024, 19:00

Klæbo e Bø, i due Johannes a confronto: botta e risposta fra sci di fondo, biathlon, record e segreti

Photo Credit: Newspower, Dmytro Yevenko

Photo Credit: Newspower, Dmytro Yevenko

Due artisti dello sci. Fare il parallelo tra due campioni del calibro di Johannes Høsflot Klæbo e Johannes Thingnes Bø è tanto immediato quanto efficace. Due mostri sacri, due dominatori assoluti delle rispettive discipline, accomunati non solo dalla bandiera della Norvegia, ma anche dal nome. I due Johannes hanno qualcosa in più e lo dimostrano i dati. A tracciare il parallelo tra i due campioni, uno dello sci di fondo e uno del biathlon, è la testata svedese TV2, che li ha incontrato a margine di uno shooting fotografico dedicato ad alcuni sponsor comuni. Un’occasione irrinunciabile per metterli a confronto e, perché no, per farli parlare l’uno dell’altro, tra differenze e punti in comune.

“Sono contento che Johannes non pratichi lo sci di fondo” esordisce scherzosamente Klæbo con riferimento al suo omonimo biatleta. “L’anno scorso eravamo insieme al Giro delle Fiandre, è sempre bello presentarsi in contesti di sponsor quando puoi vantare 19 vittorie in stagione. C’è solo un problema: Klæbo ne aveva 20” ammette Bø. E così scatta subito il paragone. Chi ha vinto di più? Chi farà il prossimo record? Lo score attuale ci dice che Klæbo ha in tasca 79 vittorie individuali tra Coppa del Mondo (74), Mondiali (3) e Olimpiadi (2), mentre a Bø si riconoscono 78 trionfi individuali tra Coppa del Mondo, Mondiali e Olimpiadi (3 ori olimpici e 2 mondiali). Insomma, una battaglia alla pari tra due monumenti dello sport norvegese.

Alla domanda “Chi arriverà per primo a 100?” Klæbo risponde diplomaticamente: “Possiamo arrivarci alla pari”. Bø invece concede più chance all’altro Johannes, vista anche l’età più giovane del fondista (27 anni Klæbo, 30 Bø): “Klæbo ha comunque l'opportunità. Da parte mia c'è ancora molto da fare”. A mettere d’accordo entrambi è poi il riferimento a Ole Einar Bjoerndalen, re del biathlon norvegese prima dell’avvento di Johannes Bø. Le sue vittorie complessive si contano in 95 successi… più 1. Più 1 perché nel 2006 Bjoerndalen fu capace di vincere anche una gara di sci di fondo di Coppa del Mondo, una 15 km in tecnica libera a Gällivare (SWE), davanti a atleti del calibro di Lukas Bauer, Axel Teichmann e Alexander Legkov (ne sarà contento Poromaa, ma questa è un'altra storia). Un’impresa che chiaramente non è mai riuscita a nessuno dei due Johannes, non avendo mai gareggiato nei rispettivi circuiti, in un’epoca in cui le discipline sono ormai ben distinte e la specializzazione è così alta da rendere assai difficile dividersi tra i due sport. Tuttavia, Klæbo ammette di aver provato a fare biathlon, partecipando anche a una gara conclusa al 2° posto con ben 9 errori. Allo stesso modo, Bø ammette di aver pensato di provare a correre nello sci di fondo: “Ovviamente ci ho pensato, quando i migliori biathleti erano anche tra i migliori fondisti. Ma entrambi gli sport ora si sono evoluti”.

A commentare il dualismo tra gli Johannes è anche l’ex stella dello sci di fondo Petter Northug, che consegna ai microfoni di TV2 alcune riflessioni sui due campioni. “Klæbo fa cose sugli sci che il mondo non ha mai visto – spiega Northug con riferimento al fondista – Fa sembrare tutto facile. Nello sci di fondo si parla molto di consumo di ossigeno, discesa e capacità. Ma sono proprio il gioco sapiente e i dettagli a rendere Klæbo unico. E anche da senior si concentra su questo. Tra lui e gli altri c’è un oceano”.  Poi passa a parlare di Bø: “Quando Thingnes spinge, è quasi perfetto. Non ci sono sprechi di energie. Ogni movimento ha un piano e sono pochi al mondo quelli che sciano in maniera così elegante. Con un peso sulle spalle, è il più forte della storia, intendo. Bjørndalen era fortissimo sulle marce leggere e gareggiava in modo fantastico ed economico. Lars Berger aveva una marcia in più e una tecnica che lo rendeva uno dei migliori al mondo. Ma Thingnes Bø ha dalla sua la modernità”. La cosa che accomuna i due Johannes, tuttavia, per Petter Northug è una sola: “Entrambi sono quasi più artisti dello sci che sciatori”.

Insomma, due giganti del fondo e del biathlon. Se per noi “comuni mortali”, l’unica spiegazione per una tale efficacia nello sport non può che ricadere su un dono divino concesso ai due Johannes, per loro i risultati non sono altro che il frutto del lavoro, supportato da alcuni piccoli segreti. “Mi sono sforzato di giocare in allenamento. Giri con un solo sci, senza bastoncini. Mi ha reso lo sciatore che sono oggi”, svela Klæbo. Per Bø, i risultati arrivati sono anche la conseguenza di una programmazione che fin da piccolo gli ha permesso di non avere troppe pressioni e di non consumare energie mentali e fisiche eccessive: “Non credo di aver preso nulla sul serio fino ai 15 anni – dice Bø – Non ho esaurito la motivazione né sprecato le batterie di cui avevo bisogno a 30 anni". Per concludere, il fondista norvegese fa il punto sui tratti che lo accomunano al biatleta: “Penso che abbiamo un approccio molto simile a ciò che facciamo. Devi vincere. Certo, va bene arrivare secondi, ma l'importante è vincere. Lì vedo molte somiglianze tra noi, ma quando gli sport sono così diversi, si è costretti a rifletterci un po’. Ciò rende questa collaborazione (si riferisce agli sponsor comuni, ndr) istruttiva”. Johannes Bø – che a margine del servizio fotografico ha con sé la carabina – non si esime dal farla provare al connazionale.

Klaebo imbraccia la carabina e si mette in posizione, con Bø che gli dà consigli su come sistemarsi meglio. Esiste un’immagine più iconica di questa?

Fausto Vassoney

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