Biathlon - 10 gennaio 2024, 18:30

Biathlon - La debuttante che sembra una veterana: Jeanne Richard festeggia la prima vittoria alla terza gara in Coppa del Mondo

photo credits: Dmytro Yevenko

photo credits: Dmytro Yevenko

Quando è stata convocata per la tappa di Coppa del Mondo a Oberhof, dopo la pausa per le feste, Jeanne Richard era in testa alla classifica di IBU Cup, con 3 podi, di cui una vittoria nell’individuale di apertura a Kontiolahti, e altrettanti piazzamenti in top 6, che le sono valsi il titolo di leader del circuito cadetto. Ecco perché le aspettative su di lei, chiamata assieme a sostituire, assieme a Océane Michelon, Gilonne Guigonnat e Chloé Chevalier in crisi di forma e risultati, erano molto alte.

Ma che queste aspettative fossero ripagate così positivamente dalla francesina, che a soli 21 anni e alla terza gara di Coppa del Mondo ha già centrato ben due top 10 e una vittoria con la staffetta femminile, forse non se lo aspettavano nemmeno in Francia, dove i complimenti per la biatleta dell’Alta Savoia, che già a livello juniores si era distinta con due medaglie d’oro ai Mondiali Junior del 2021 a Obertilliach, non vengono – giustamente – lesinati.

Ad avere ottime parole per la compagna di squadra è anche Julia Simon, che al termine della staffetta che ha regalato a Richard primo podio e prima vittoria nel massimo circuito, così parla all’IBU: «Jeanne è una ragazza molto forte, è molto felice di essere in Coppa del Mondo ed è molto concentrata, sembra che sia in Coppa del Mondo da un sacco di anni. Non sembra soffrire alcun tipo di pressione, forse giusto un po’ ma non la dà a vedere»

Questo, in effetti, è stato il suo biglietto da visita in Coppa del Mondo, pronti via nella parte alta della classifica in Coppa del Mondo: un fatto non banale di per sé, ma che impressione esponenzialmente se si considera che lo ha ottenuto ad Oberhof, località ostica che tutti gli atleti temono. E di nuovo anche oggi, nella staffetta di Ruhpolding, non si è fatta intimorire dal ritrovarsi con atlete con maggiore esperienza, chiamata a prendere il posto addirittura di Braisaz-Bouchet.

Ma questo apparente distacco non è bastato a contenere l’emozione della vittoria, e le lacrime sono scese senza remore dopo che Simon aveva tagliato il traguardo per prima, così come intervistata dall'IBU, ancora incredula dopo la premiazione, diventa difficile mettere insieme le parole, soprattutto quando non sono nella propria lingua. Hanno più fortuna invece i connazionali di Nordic Magazine e quello che dice loro Richard, conferma la maturità di approccio alle gare menzionata da Simon.

«Dato che sono nuova e appena arrivata, sono tutt'orecchi. Mi hanno detto di stare attenta quando tiravo perché c'è un altro livello e mi hanno consigliato di rimanere nei miei limiti, ma questo lo avevo già capito durante l'inseguimento di Oberhof. Quindi mi sono concentrata e sono rimasta nel mio ritmo in queste serie in cui si è l’una contro l’altra che non sono facili. Poter far parte subito della staffetta è stata per me una grande opportunità. Non potevo crederci fino a stamattina. Ero presa da ciò che volevo, volevo mettere le cose a posto e fare il mio biathlon senza mettermi troppa pressione. Mi sono detta che era una staffetta come tutte le altre. Mi sento come se stessi vivendo un sogno. Scopro e imparo sempre mentre vado avanti, divertendomi.»

Il weekend di Ruhpolding è solo all’inizio: dopo la staffetta, ci saranno ora le gare individuali, una sprint e il successivo inseguimento. C’è curiosità nel vedere cosa riuscirà a fare Richard. Che riesca a riconfermarsi o meno, una cosa è certa: la squadra francese al femminile, al momento, ha tra le mani un nuovo diamante, forse meno grezzo di quanto ci si aspetterebbe.

Federica Trozzi

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