DOBBIACO - È il volto nuovo della Coppa del Mondo di sci di fondo, nonostante abbia ventisette anni. Jan Thomas Jenssen ha faticato a trovare spazio nel contingente norvegese, a causa di una concorrenza agguerrita, che oltre ai campioni della nazionale, vede decine di atleti che potrebbero tranquillamente fare top ten in Coppa del Mondo, continuare a gareggiare nella coppa nazionale o in Scandinavian Cup.
Questo era stato anche il destino di Jenssen, che solo nella stagione 2019/20 aveva gareggiato con una discreta continuità in Coppa del Mondo. Oggi per il ventisettenne è arrivato anche il primo podio al Tour de Ski, con lo splendido terzo posto nella 20 km a inseguimento in skating. A sorpresa, però, Jenssen ha affermato che all'inizio della gara non sentiva di poter lottare per il vertice. «Le mie sensazioni durante i primi due o tre giri erano parecchio brutte - ha ammesso il norvegese - ho fatto fatica a stare con il gruppo. Ho dovuto lottare molto per restare insieme a loro. Negli ultimi due giri mi son sentito molto meglio e così ho avuto la possibilità di fare lo sprint per il terzo posto. Insomma negli ultimi due giri molto meglio rispetto ai primi».
Jenssen non riesce a spiegarsi cosa sia cambiato nel corso della gara: «È difficile da dire. Ho lavorato molto sulla mia testa e ho cercato di rimanere positivo. Oggi ero stanco, perché la gara di ieri era finita tardi e questa mattina invece si cominciava molto presto, quindi non ho avuto tanto tempo per riposare. Nonostante questo, sono poi riuscito a fare molto bene».
Il norvegese ha poi descritto il suo finale di gara: «È complicato riportare tutti i pensieri avuti nel finale. Era difficile salire sul podio, ma nell’ultima salita sapevo che avevo alte possibilità di stare con Martin (Nyenget, ndr) che era davanti a me, ma c'era Pelle (Pellegrino, ndr) dietro di me e avevo paura di essere raggiunto da lui. Pensavo che potesse affiancarmi e dunque guardavo sempre alla mia destra per vedere se Pelle stava arrivando, ma son stato sollevato quando ho visto che non era nelle primissime posizioni».
Infine Jenssen ha parlato di quanto sia difficile ritagliarsi uno spazio all'interno della nazionale norvegese e di quanti atleti, che sono al suo livello, si trovano oggi a gareggiare in coppa nazionale. Il ventisettenne ha ammesso a Fondo Italia che si sente quasi un esempio per tutti loro, la dimostrazione che si possono battere i nazionali norvegesi, guadagnare un pettorale di Coppa del Mondo e magari salire anche sul podio: «Ho sempre gareggiato nelle competizioni nazionali. Non faccio parte del gruppo della squadra nazionale, quindi il percorso è sempre molto difficile per me. Nella mia situazione, bisogna disputare molte gare nazionali e fare risultato lì, battendo molti atleti della nazionale per ottenere una chance in Coppa del mondo. Ci sono venti o trenta fondisti come me in Norvegia, che stanno lottando per gli stessi posti e aspirano a qualificarsi per la Coppa del Mondo. In Norvegia è quindi molto difficile riuscirci. Sento che sto gareggiando anche per loro, per mostrare che è possibile battere chi è nel team nazionale e guadagnarsi un posto in Coppa del Mondo, fino a salire sul podio».