È stata protagonista di uno dei tre zero di giornata nell'inseguimento femminile a Hochfilzen. Insieme a Hanna Öberg e Vobornikova, l'altra atleta a chiudere senza alcun errore la gara è stata l'azzurra Beatrice Trabucchi. La classe 2000, al suo secondo weekend di Coppa del Mondo, ha ritrovato il suo tiro, la cui precisione l'ha accompagnata per tutta la carriera. Così, dopo esserci arrivata vicino nella sprint, "Bea", come la chiamano compagne e allenatori, ha conquistato i suoi primi punti in Coppa del Mondo, e lo ha fatto anche nettamente, con una bella trentesima posizione. Non è da tutte riuscire a farlo in appena quattro gare.
Più che giustificata la sua soddisfazione a Fondo Italia: «Il mio obiettivo era andare a punti, ci tenevo a entrare nelle quaranta - ha affermato Trabucchi - Sapevo che per farlo dovevo concentrarmi particolarmente sul tiro, perché lì si poteva fare davvero la differenza oggi. Ovviamente, nel biathlon, il risultato finale non dipende solo da te, ma anche da ciò che fanno le altre. Io ho cercato di sparare bene e sono molto contenta, perché rispetto a Östersund ho fatto tutt'altra prestazione al poligono. Già la gara di ieri mi aveva dato fiducia, perché avevo ottenuto un doppio zero. Oggi avevamo anche dei buoni materiali, gli sci erano veloci. Sono partita cercando di non forzare troppo all'inizio, ma stare con le altre e cercare di fare bene al poligono. Poi nell'ultimo giro ho perso tre posizioni, due solo nella volata, ma ho poco di cui lamentarmi. Per me era già qualcosa di speciale essere qui, quindi è veramente bello essere trentesima».
Rispetto a Östersund, Trabucchi è sembrata molto più tranquilla e al tiro si è visto. Le abbiamo chiesto se è ciò che è cambiato in una settimana. «In confronto alla scorsa setitmana, non è cambiato chissà cosa. Diciamo che all'inizio ero un po' tesa, perché mi ero messa un po' di pressioni in quanto tenevo per forza a fare bene all'esordio. Invece, adesso qui ho cercato di essere più rilassata, focalizzandomi più su ciò che dovevo fare che sul risultato. Penso sia questo che è cambiato».