La sprint di Ruka apre una Coppa del Mondo femminile di sci di fondo, che in questo 2023/24 è una totale incognita. Impossibile anche solo immaginare una favorita per la vittoria della classifica generale, in particolare in una stagione priva di grandi eventi come Mondiali od Olimpiadi.
Della questione fluoro abbiamo già parlato nell’articolo dedicato alla Coppa del Mondo maschile (clicca qui), quindi ci concentriamo subito su quelle che immaginiamo saranno le grandi protagoniste.
FINALMENTE TOCCA ALLA SVEZIA?
La domanda principale è soprattutto una: sarà finalmente l’anno della Svezia? Da alcuni anni, infatti, la squadra svedese ha avuto un percorso di avvicinamento a quella norvegese e nella passata stagione sembrava averla ormai superata. Eppure, a conti fatti, la Coppa del Mondo è poi finita in Norvegia, a Tiril Udnes Weng e anche la staffetta mondiale è andata poi alla Norvegia. Si, sono arrivati gli ori individuali di Planica, ma come accaduto anche nella stagione precedente, quando la Norvegia aveva lasciato spazio, ma a cogliere i risultati era stata la Russia (Coppa del Mondo a Nepryaeva e oro olimpico in staffetta) o addirittura la Germania (oro nella team sprint), la Svezia non è riuscita a capitalizzare l’essere la squadra sulla carta più forte.
E anche per la prossima stagione, se si cercano tre favorite per la vittoria della classifica generale, i nomi sono tutti svedesi: Frida Karlsson, Ebba Andersson e Jonna Sundling. Ci mettiamo anche quest’ultima, che per la prima volta dalla vittoria del titolo mondiale conquistato nella sprint del 2021 a Oberstdorf, dovrebbe essere protagonista con continuità in Coppa del Mondo, troppo spesso snobbata per preparare unicamente il grande evento. Sicuramente si tratta dell’atleta più competitiva nelle sprint, molto forte nelle gare sull’uomo e capace di difendersi anche nelle distance a cronometro. C’è però un problema, per lei, che arriva dalla Norvegia e si chiama Skistad, che potrebbe toglierle punti nel suo format principale.
Da anni indicata come la futura regina dello sci di fondo internazionale, la nuova Johaug, la Coppa del Mondo 2023/24 potrebbe vedere come favorita Frida Karlsson. La svedese ha tutto per vincere la competizione, in quanto fortissima nelle distance, cattiva al punto giusto nelle gare sull’uomo, veloce nei finali e capace anche di difendersi bene nelle sprint. Eppure fin qui è proprio l’emblema di questa fortissima squadra svedese, che ha colto però molto meno rispetto alle aspettative: nessun globo di cristallo, zero ori mondiali individuali o olimpici. Nella passata stagione la svedese ha vinto il Tour de Ski, che poteva rappresentare il suo ingresso nell’Olimpo, ma lo ha fatto alla “Frida”, svenendo nel finale di gara e risentendone anche nelle settimane successive. Ecco, ciò che è fin qui mancato a Karlsson è stata in realtà la capacità di essere competitiva nell’arco dell’intera stagione. La svedese, classe ’99, è spesso partita molto bene, è arrivata al Tour de Ski in grande forma, per poi spegnersi in un modo o nell’altro, quasi sempre in corrispondenza con l’evento a cavallo di Capodanno. Una volta la caduta in albergo a Dobbiaco, un’altra la squalifica, l’anno scorso lo svenimento post vittoria. Eppure, mai come quest’anno siamo convinti che sia l’atleta da battere.
Ed ora alcuni potrebbero chiedersi: ma come, Frida Karlsson favorita, quando Ebba Andersson è stata la dominatrice dell’ultimo Mondiale? Ovviamente la campionessa del mondo di skiathlon e 30 km ha mostrato lo scorso anno di aver fatto il definitivo salto di qualità e di essere la più competitiva nelle vere distance. Il calendario della Coppa del Mondo così strutturato, però, non sempre la avvantaggia, perché nei finali in volata – e ce ne saranno – Karlsson, e non solo lei, è più veloce. Inoltre, a penalizzare la classe ’97, vi è anche la competitività della squadra svedese nelle sprint. Quanto sta accadendo a Ruka è un evidente segnale. Ebba Andersson è rimasta esclusa dalla gara di apertura della stagione, a vantaggio di atlete più competitive nel format, mentre Karlsson e ovviamente Sundling saranno al via. Con l’attuale sistema di assegnazione dei punti, gareggiare sempre è fondamentale, anche perché nella sprint si ottengono punti pure senza qualificarsi.
Non dimentichiamo poi anche le altre svedesi in grado di vincere diverse gare nel corso della stagione, come Emma Ribom, Maja Dahlqvist e magari anche Linn Svahn, tornata ad alto livello nel finale della passata stagione. Sono veramente troppe le possibili protagoniste, riusciranno a raccogliere meno del previsto anche quest’anno? Forse, il tabù Coppa del Mondo femminile, mai portata in patria da alcuna atleta svedese, è giunto alla sua conclusione.
LE AVVERSARIE DELLA SVEZIA
La Coppa del Mondo non si racchiude però alla Svezia. Ovviamente la Norvegia è pronta a schierare le sue pedine, anche se le ultime settimane hanno sferrato qualche duro colpo alle ambizioni della nazione viziata per anni da Bjørgen e Johaug. Prima Fossesholm e successivamente Østberg sono state costrette a fermarsi, ricadute in vecchie problematiche e privando così la squadra di due sicure protagoniste. La più attesa, almeno per dare battaglia alle svedesi nelle sprint, è Skistad, reduce dal roboante finale della passata stagione, che ha privato la Svezia di alcune certezze. Fin qui la giovane norvegese ha vissuto una prima parte di carriera da “montagna russa”, e c’è quindi grande curiosità di scoprire se finalmente si è assestata sul livello iper competitivo che tutti le avevano pronosticato quando da neo campionessa del mondo juniores si presentò al via dei Mondiali di Seefeld 2019. In Norvegia, però, occhi puntati anche su Heidi Weng, che tutti si augurano di rivedere a lungo a suo livello. Ovviamente non va dimenticata la detentrice della Coppa del Mondo, Tiril Udnes Weng, ma difficile immaginare un bis, anche perché si è ammalata proprio alla vigilia della stagione. Sicuramente saprà ritagliarsi uno spazio, salute permettendo, anche Kalvå, reduce dalla stagione della definitiva consacrazione. Anche lei, però, come tutte le norvegesi, vive questa stagione come preparazione a Trondheim 2025.
DIGGINS E LE ALTRE
Ovviamente la Coppa del Mondo non si racchiude alla Scandivania. Come sempre è molto attesa Jessie Diggins, che quest’anno realizzerà anche il suo sogno di gareggiare in casa a Minneapolis. C’è grande attesa di vedere la sua condizione, viste le problematiche di salute avute nel corso dell’estate. Se sta bene, sarà sicuramente protagonista, e come sempre per vincere una gara a skating bisognerà fare i conti con lei.
Sempre più competitiva è poi la squadra tedesca, che ogni anno riesce a crescere di livello, diventando anche un esempio positivo da seguire per tutti i paesi alpini. Tra coloro con cui bisognerà fare i contri in ogni gara distance, vi è proprio una tedesca, Katharina Hennig, che anno dopo anno non smette mai di stupire. La Finlandia si affida a Kerttu Niskanen, altra atleta polivalente, e Krista Pärmäkoski, che ha deciso di proseguire dopo aver minacciato il ritiro.
La Svizzera è come sempre da tenere d’occhio nelle sprint grazie a Nadine Fähndrich, che nella passata stagione si è anche sentita scippata della coppa di specialità sprint per un gioco di squadra, in realtà a tutti gli effetti legittimo, della Svezia. Soprattutto nella fase centrale della stagione, l’elvetica sarà una delle favorite ad ogni sprint, anche se rispetto al passato rischia di ritrovarsi le svedesi e Skistad sempre presenti.
Altre atlete che possono inserirsi e lottare anche per podi, se non vittorie, in singole competizioni, sono Delphine Claudel, pericolosissima sul duro, e Theresa Stadlober.
L'ITALIA
E l’Italia? Discorso complesso, perché come sempre l’ambiente non aiuta le azzurre, ricordando la lunga astinenza dal podio (ormai datato inverno 2011). Eppure si sono visti segnali positivi nel corso della passata stagione e da lì si deve ripartire. Molto attesa è Francesca Franchi, che lo scorso anno è riuscita anche a chiudere al sesto posto la 10 km del Mondiale di Planica, miglior risultato di un’italiana in un grande evento da un decennio. La trentina ha grandi mezzi e anche una determinazione che è rara. Quest’anno la finanziera di Molveno è passata nel gruppo Cramer. A lei si chiede di non avere fretta, di ascoltarsi e proseguire il suo percorso di crescita, con la grande curiosità di vedere dove la porterà.
Sul podio a Muonio e ben piazzata anche nella sprint, sicuramente a Ruka l’Italia attende Caterina Ganz. Da poco ventottenne, la fassana è nella piena maturità. Cramer ha molta fiducia nel suo grande potenziale dal punto di vista fisico, servirà solo più convinzione nei propri mezzi e maggiore tranquillità per cogliere risultati che sono nelle sue corde, ed essere pronta anche a lasciarsi sorprendere da sé stessa.
Per quanto riguarda il terzetto della Squadra A, un discorso a parte merita Anna Comarella, con la consapevolezza che nei primi mesi della stagione non sarà facile cogliere subito risultati, dopo una preparazione iniziata in netto ritardo a causa dell’operazione all’anca. Giusto però darle fiducia e modo di gareggiare in Coppa del Mondo, allenandosi così a contatto con Cramer.
Molto atteso però anche il gruppo Milano Cortina 2026. A cominciare da quella Cristina Pittin che nella passata stagione ha disputato un Mondiale da protagonista. Purtroppo la friulana ha avuto ancora diversi problemi fisici nel corso dell’estate e non è quindi chiaro a che punto sia. C’è grande curiosità attorno a Martina Di Centa, che ha lavorato molto bene nel corso della preparazione. Un’altra 2000 da tenere in considerazione è Nicole Monsorno, che nella passata stagione ha mostrato, in alcune gare, come Mondiale Under 23 di Whistler e sprint di Drammen, di poter cogliere risultati importanti. La trentina ha bisogno di continuità e crescere anche la sua esperienza.
Ovviamente, poi, ci sono le giovanissime, in particolare Iris De Martin Pinter e Nadine Laurent, che hanno colto grandi risultati nelle categorie giovanili e fatto bene anche al Mondiale Assoluto. La prima è addirittura ancora juniores, ma siamo convinti che entrambe troveranno presto spazio in Coppa del Mondo. Come per gli uomini, poi, non è da escludere che possa arrivare anche il momento della maturità di atlete come Cassol, oppure qualche sorpresa dalla giovanissima Gismondi, e altre che non abbiamo citato ma sapranno farsi notare. L’importante sarà concentrarsi su sé stesse e sulla squadra, senza sentire il peso di una gloria passata ormai lontana più di un decennio, che a cadenza regolare alcuni tirano fuori senza rendersi conto (crediamo sempre nella buonafede) di arrecare un danno. Bisogna credere in sé stesse senza porsi limiti.