Biathlon - 05 ottobre 2023, 11:30

Biathlon - In Svezia si ripercorre la staffetta di Kontiolahti 2022, un "disastro" che è servito in chiave bronzo mondiale

Foto di D. Yevenko (Samuelsson)

Foto di D. Yevenko (Samuelsson)

La passata stagione non era iniziata per niente bene per "team Svezia". A Kontiolahti, complici i disastri di Peppe Femling al poligono, si sono dovuti accontentare di un decimo posto a tre minuti dalla Norvegia che si impose in quella gara. Subito dopo ciò, prima della seconda tappa di Hochfilzen, c'è stato un meeting interno in cui sono state discusse le "collocazioni" degli atleti nelle varie frazioni. Il quartetto svedese è sempre stato composto da Samuelsson-Ponsiluoma-Femling-Nelin, però era necessario - secondo quanto ha riportato a SVT proprio Sebastian Samuelsson in occasione della presentazione del secondo episodio del documentario "Best when it comes" - che gli atleti si sentissero a loro agio nella rispettiva frazione

"Se non te la senti di fare il lancio, allora dovresti tirarti indietro o semplicemente farlo presente" spiega il campione mondiale della mass start. "Devi essere certo di poter supportare una frazione così delicata. La prima frazione è decisiva per decidere se potremo continuare a lottare per il podio o meno e, se ci pensate, c'è molta pressione" dice Samuelsson. 

Ad ogni modo, si è poi passati a Hochfilzen dov'era in programma un'altra staffetta. La voglia di rivalsa degli svedesi era tanta e, dopo un doveroso confronto, tutti sembravano essere d'accordo su come doveva essere schierata la squadra nel secondo appuntamento a squadre di Coppa del Mondo. "Credo che quello sia stato l'incontro più lungo che abbiamo mai avuto" dice l'allenatore Johannes Lukas. Lo schieramento della prima tappa era Femling, Nelin, Ponsiluoma, Samuelsson mentre quello della seconda tappa fu Nelin, Ponsiluoma, Femling, Samuelsson. Il risultato diede ragione a Lukas & co. visto che la Svezia si piazzò in piazza d'onore dietro la Norvegia. 

L'appuntamento clou però erano i Campionati mondiali di Oberhof, dove è arrivato un pesante bronzo. La cosa curiosa è che i tecnici hanno deciso di tornare allo schieramento di Kontiolahti, dov'era arrivato il disastro. Nonostante un giro di penalità di Peppe, gli altri sono riusciti poi a raddrizzare la partita, soprattutto grazie a un grande Jesper Nelin che utilizzò appena due ricariche nella vera e propria 'mattanza' che venne fuori il 18 febbraio scorso. Vien da dire: tutto è bene quel che finisce bene.

Lorenzo Menichetti

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