Combinata - 05 settembre 2020, 18:00

A Fondo Italia, Jarl Magnus Riiber e il desiderio di arrivare ad essere il combinatista perfetto: ”Io so che posso ancora alzare il mio livello sia nel salto e sia nel fondo”

Fondoitalia.it ha intervistato in esclusiva mondiale il dominatore delle ultime due stagioni di Coppa del Mondo di Combinata Nordica che ci ha raccontato del suo nuovo status di genitore, degli inizi con la combinata e della sua intenzione di proseguire per molti anni ancora nella disciplina che l’ha affascinato fin da quando era bambino.

Romaniemi OY

Romaniemi OY

E’ durante una mattina agostana in una Oslo già ben soleggiata in questa estate scandinava senza precipitazioni ma con un clima ben sopportabile e sempre caratterizzato da un costante venticello che soffia dal rinomato fiordo della capitale Norge, che incontriamo il dominatore delle ultime due stagioni di combinata nordica.

Incrociamo una prima volta Jarl Magnus Riiber arrivando all’ingressso del celebre centro sportivo federale norvegese Olympiatoppen di Oslo e lui con la sua consueta estrema disponibilità ci dà appuntamento al termine della seduta di allenamento mattutina svolta in palestra sotto i vigili occhi del fidato coach Peder Sandell.

Già di prima mattina l’Olympiatoppen diffonde ai visitatori un gradevole profumo di sport. Al campo di atletica, runners e saltatori sono già in piena pratica, in palestra ginnasti testano i vari movimenti ed i canottieri sono in piena fase di potenziamento. Atleti olimpici o paralimpici non importa, non fa alcuna differenza, il centro federale Norge è già in piena attività. Questo attivo centro di allenamento, di ricerche e di studi in ambito sportivo, in pochi minuti fornisce una fotografia del perchè una nazione con meno di cinque milioni e mezzo di abitanti riesca ad ottenere nei Giochi Olimpici o Campionati del Mondo risultati almeno pari a quelli di nazioni che hanno dieci volte il loro numero di abitanti.

Dalla vetrata della palestra possiamo vedere un Riiber che può oramai svolgere ogni tipo di esercizio e presto potrà di nuovo saltare dal trampolino dopo i tre mesi di stop dovuti alla caduta occorsagli a metà giugno sul Midstubakken di Oslo. Tale caduta fortunatamente non ha causato nessuna lesione o frattura nel fisico di Jarl Magnus evitandogli un'operazione chirurgica, ma la forte tensione riportata al ginocchio ha suggerito ai medici di evitare di saltare per un pò e di prepararsi alternativamente ed attivamente in palestra e sugli skiroll.

“Da metà settembre potrò tornare sui trampolini e saltare di nuovo“ ci risponde il due volte vincitore della sfera di cristallo una volta terminato il lavoro in palestra rassicurandoci circa la sua presenza per l’apertura di stagione di Coppa del Mondo a fine Novembre nel Nordic Opening di Ruka. Dopo la trionfale passata stagione nella quale si è confermato al vertice della disciplina portando nella sua abitazione appena fuori Oslo la seconda sfera di cristallo consecutiva, Riiber ricorderà per sempre questa estate come qualcosa di differente, per la crisi pandemica dovuta al Covid19 che l’ha costretto a passare più tempo a casa. Ma anche speciale allo stesso tempo, soprattutto perchè nella sua memoria rimarrà ben scolpito il mese di maggio nel quale Jarl Magnus è diventato papà per la prima volta. Questo lieto evento avuto in famiglia con la nascita della figlia Ronja non ha certo placato al ventiduenne di Oslo il desiderio di conquistare nuovi trofei e medaglie.

L’essere padre da pochi mesi, ha cambiato la sua prospettiva nella vita e nello sport?

«Mi sento ancora più responsabile dopo la nascita di mia figlia. Voglio essere in salute e stare lontano da qualsiasi infortunio perché la combinata nordica è il mio lavoro ed è anche importante per la mia famiglia avere un lavoro che mi piace. Ho ricevuto più motivazione per quel lieto evento ma è anche qualcosa che ti fa pensare ad altre questioni quando sei a casa. Alla fine qualcosa è cambiato ma molte cose sono simili a come erano prima.»

Da ragazzo ha iniziato subito la sua carriera nella combinata nordica pur disputando anche gare di salto con gli sci. Cosa l’ha attratta di più in questa doppia disciplina?

«Ho sempre fatto combinata nordica, direi da quando avevo tre anni, perché avevo un buon talento nel salto ma anche nel cross-country, quindi mi è stato naturale gareggiare nella combinata nordica. Ho provato a gareggiare anche nel salto con gli sci, facendo gare di Continental Cup quattro estati fa perché a quel tempo avevo problemi alla spalla e altri problemi di salute. Ho pensato di passare al salto con gli sci in quel periodo, ma alla fine mi sono sentito come se non avessi finito una competizione in modo completo. Ok, ho vinto quella gara di salto a Kuopio ma poi non c'era niente altro con cui continuare. Niente sci di fondo. Volevo qualcosa di più che potesse motivarmi, e la Combinata Nordica è la disciplina perfetta che offre il pacchetto completo in uno sport.»

Ha qualche ricordo speciale della sua giovinezza o del periodo junior gareggiando in Norvegia?

«Un ricordo speciale nella mia carriera giovanile è stata una gara di salto qui in Norvegia quando avevo 14 anni. Quell'anno è stata la prima volta che la Federazione Norvegese di sci ha cambiato il sistema di reclutamento degli atleti junior, dall'essere scelti in base all'età sono passati invece all’essere scelti partendo dal livello di un ragazzo. Quindi in quella gara ho potuto gareggiare con saltatori più grandi di me come Daniel Andre Tande, Philip Sjøen, Mats Bjerke Myhren e altri che oggi sono grandi nomi nel salto speciale. Ho vinto quella competizione e sono riuscito a battere tutti gli specialisti. È stato un momento molto speciale per me.»

Quale pensi che sia il suo segreto nel saltare sempre più lungo di tutti? È nelle sue “caviglie atomiche”, nella sua innata sensibilità durante il volo o in quali altri aspetti ?

«Penso che sia principalmente nella passione e nell'enorme interesse che ho per la Combinata Nordica sin da quando ero bambino e per la mia partecipazione per la mia disciplina in tutte le varie fasi. Mi piace molto allenarmi giorno dopo giorno e fare molti salti e quando ti diverti è più facile che si diventi un buon atleta. Questa passione mi fa trovare una soluzione intelligente su quale tipo di allenamento è meglio seguire per migliorare come atleta di alto livello. Questo è probabilmente il motivo per cui sono ad alto livello nella parte di salto.»

A 22 anni pensa di avere limiti ancora inesplorati nella Combinata Nordica? In quali parti?

«Certo, penso che io posso spingere ancora più in alto il mio livello sia nello ski jumping sia nel cross-country. Spero che un giorno raggiungerò il mio livello al 100% in entrambe le discipline. L'anno scorso ci sono andato abbastanza vicino a Ruka, perché su quel grande trampolino i migliori saltatori possono saltare molto lontano e il duro tracciato finlandese si adatta bene al mio stile di sci. Spero che il prossimo anno io sia ancora più vicino alla mia prestazione massima.»

Per quanto riguarda il raggiungimento della perfezione, nessuno in Combinata Nordica ha mai fatto la gara perfetta durante una classic gundersen: primo nel salto e miglior tempo nel cross-country. Ambisce a questo in futuro?

«L'anno scorso avevo l’ambizione di raggiungere questo traguardo e fare primo e primo nella stessa competizione, ma è davvero difficile. Il primo dopo il salto deve essere in una giornata perfetta e ha bisogno di un tracciato impegnativo nel fondo come possono essere Ruka o Trondheim per esempio. Per realizzare ciò è richiesta però una buona selezione dopo il salto, in modo che si formino solo pochi piccoli gruppetti di inseguitori che evitino di aiutarsi a vicenda durante i 10 km. Penso che in questo momento sia quasi impossibile ma un giorno potrebbe succedere.»

In alcune sedi di Combinata Nordica vi sono solo pochi spettatori che assistono alle gare sul posto. Cosa suggerisce alla FIS per accrescere la popolarità della combinata in tutto il mondo?

«Domanda molto difficile, ma penso che il board della Fis che gestisce la Combinata stia facendo un buon lavoro con il prodotto in generale. Penso che mantenere le cose il più semplici possibili in futuro sia un buon punto per gli spettatori sul posto e per gli spettatori televisivi nel dare loro una risposta rapida su chi è il primo, il secondo etc. nel dato momento. Per coloro che si avvicinano alla Combinata Nordica per le prime volte o non sono così interessati alla nostra disciplina dobbiamo rendere ancora più semplice la comprensione della situazione complessiva durante tutta la gara. Inoltre potrebbe essere una buona cosa ridurre i tempi di attesa tra il salto e il fondo vendendo l'intero prodotto in tempi più brevi. Ad esempio, come accade qualche volta a Seefeld con solo un'ora circa di attesa fra le due parti. È abbastanza dispersivo per gli spettatori vedere la parte salto alle 9 del mattino e poi aspettare fino alle 3 o alle 4 del pomeriggio per vedere la parte di fondo.»

Cosa pensa della situazione economica della Combinata Nordica in Norvegia in questo momento?

«Certo, potremmo essere in una situazione migliore, ma siamo anche contenti degli sponsor che abbiamo. Nel team Norge abbiamo alle spalle grandi aziende che garantiscono il giusto budget almeno fino alle Olimpiadi del 2022. È davvero utile. Ovviamente potrebbe essere meglio, ma è sufficiente per competere al nostro alto livello. In conclusione, abbiamo tutto il sostegno economico di cui abbiamo bisogno.»

Lei è il re della Combinata Nordica da 2/3 anni. Ci può raccontare le percentuali tra il suo talento, la sua attitudine al duro lavoro, il contributo del Team Norge e la sua maniacalità nello sviluppare e curare i materiali nel salto, che le hanno fatto raggiungere questo obiettivo?

«Domanda difficile a cui rispondere, ma devo dire che io non credo nel talento fine a se stesso. È sempre un duro lavoro che ripaga e porta buoni risultati. Allenarsi, allenarsi e ancora allenarsi ogni giorno con continuità, iniziare a saltare e sciare fin da piccoli è stata la chiave per me. Poi da grande devi stare più attento con il tuo corpo prestando attenzione a non avere grossi infortuni e malattie. Ad esempio negli ultimi due anni mi sono allenato meno di quanto facessi in passato concentrandomi maggiormente sulla qualità. Nel salto l'attrezzatura è importante, come pure l’avere un buon dialogo con i brand che producono i propri sci, scarponi, tuta, etc, per migliorare ogni piccolo dettaglio in quel campo. Quindi non è solo una singola cosa ma il pacchetto completo che porta un combinatista ai massimi livelli internazionali.»

Nella sua futura carriera nella Combinata Nordica sta pianificando gli obiettivi stagione dopo stagione o ha una strategia a lungo termine per motivarla sempre di più? E passare al salto con gli sci è qualcosa che potrebbe attrarla in futuro?

«Il salto con gli sci non è affatto nella mia testa. La Combinata Nordica sarà nella mia mente almeno per i prossimi nove/dieci anni. Quando supererò i miei 30 anni, ovviamente mi porrò alcune domande su come il mio corpo funzionerà, se continuare per altri quattro anni etc. Al momento è il miglior lavoro al mondo essere un atleta di Combinata Nordica. Non è nella mia mentalità pianificare anno dopo anno ma l’avere un programma a lungo termine, e non dirò dopo le Olimpiadi 2022 cosa posso fare? Io mi divertirò ancora a fare combinata nordica per molto tempo.»

Ha un record personale da raggiungere che la interessa di più? Per esempio le 48 vittorie di Hannu Manninen in Coppa del Mondo, le cinque sfere di cristallo di Eric Frenzel o le tre medaglie d’oro di Samppa Lajunen ottenute negli stessi Giochi Olimpici?

«Sono tutti record molto difficili da ottenere. Le 48 vittorie in Coppa del Mondo di Hannu Manninen sono davvero impressionanti e spero di riuscire ad eguagliare quel record un giorno. Eric Frenzel è stato uno dei miei atleti preferiti da guardare nella mia infanzia, è così bravo che ne ha vinte ben cinque di fila. Quindi per eguagliare tutti quei grandi campioni io ho bisogno di migliorarmi e vincere più medaglie ai Campionati del Mondo e alle Olimpiadi.»

Paolo Romanò

SU