Come ogni martedì rinnoviamo l’appuntamento settimanale con la rubrica Lo spunto di Zorro, momento di riflessione e di analisi su quanto offerto dallo sci di fondo internazionale negli ultimi giorni. Insieme a Cristian Zorzi abbiamo ripercorso le gare dello scorso weekend di Coppa del Mondo a Cogne, dove i tanti italiani in gara si sono difesi egregiamente, per poi approdare alla giornata odierna che ha visto la sprint under 23 dei Mondiali di Schilpario, con tanto di medaglia d’argento di Gina Del Rio, allenata proprio da Zorzi.
BUONE INDICAZIONI DALL’ITALIA: “Penso che la buona prova di Giacomo Gabrielli nella sprint sia una sorpresa fino a un certo punto: giocava praticamente in casa perché la sede dell’Esercito si trova nelle vicinanze e quindi si è allenato spesso là. Le caratteristiche della pista si addicevano tantissimo a lui e quindi non sono sorpreso di questo bel risultato; in realtà il tracciato si addiceva anche a Simone Mocellini, che sta un po’ navigando tra alti e bassi, ma sta facendo intravedere il suo valore, adesso gli manca la costanza ma è tutto giustificabile. Pista che invece non era propriamente nelle corde di Federico Pellegrino, dato che venivano richieste quasi esclusivamente doti di spinta e di forza fisica; si è espresso bene, ma era difficile pensare di fare di più. A Giovanni Ticcò, che trovo spesso in allenamento essendo di Moena, ho detto più volte che spesso le migliori stagioni arrivano proprio dopo gli infortuni, perché capita che si cambi un po’ il modo di allenarsi e magari si dedichi più tempo a dettagli che neanche si pensava potessero servire. Per ora non ha la continuità, ma sta facendo vedere buone cose in tante gare diverse, meritando a mio avviso di essere considerato per i Mondiali”.
IL VALORE DEL RISULTATO DI DAVIDE GRAZ: “Davide Graz dalla sua ha dei numeri importanti, si parla da molti anni di lui. Ha trovato una pista e delle condizioni di neve plasmate per lui ed è riuscito a ottenere il meglio, tra l’altro in una situazione in cui non sa neanche lui se è in forma oppure no; complimenti e tanto di cappello. È abbastanza evidente che i punti di riferimento futuri nel fondo saranno lui ed Elia Barp; spero che riescano entrambi a raddrizzare definitivamente il tiro perché spesso capita che si facciano risultati migliori da giovani che poi da atleti formati. Spero anche che entrambi, da nuove leve, passino a essere i trascinatori delle future generazioni”.
SEGNALI DAL SETTORE FEMMINILE: “Oltre ai risultati di Caterina Ganz che, a mio avviso un po’ a sorpresa, è andata bene anche nella sprint, nella 10 km a skating sono finalmente entrate nella mischia un po’ di atlete relativamente nuove. Basandomi non sulla posizione, ma sul distacco preso, sono abbastanza contento perché ho visto bene Martina Di Centa, ma anche Martina Bellini e Cristina Pittin, considerando le sue problematiche attuali; per il resto, i numeri che possiamo vantare tra le donne sono questi. Per quanto riguarda le prove veloci, il punto di riferimento attuale è sicuramente rappresentato da Federica Cassol”.
LE TANTE ASSENTI VS LA COSTANZA DI DIGGINS E SLIND: “Come stiamo dicendo da tempo, appena si avvicinano gli appuntamenti importanti, le gare di Coppa del Mondo vengono un po’ snobbate. C’è stato anche un report del Race Director della FIS, Michel Lamplot, che era dispiaciuto nel constatare come a Cogne e in Francia tanti atleti non avessero preso parte alle gare, quando a suo dire stanno facendo di tutto per ridare visibilità allo sci di fondo. Questo è più evidente nel settore femminile: un plauso a Diggins e Slind per la costante partecipazione alle gare, anche se probabilmente loro sono spinte dal fatto di essere in piena corsa per classifiche di specialità e Coppa di Cristallo. Inoltre, sono due atlete abituate a girare tanto, a stare per tanti mesi fuori e quindi sono in grado di arrivare ai Mondiali in forma; oltretutto, almeno nel caso di Slind, non credo proprio che prenderà parte a tutte le gare, quindi c’è modo di pianificare il tutto in modo cosciente”.
UN FLASH DAI MONDIALI DI SCHILPARIO: “Oggi sono andate bene sia Nadine Laurent che Iris De Martin Pinter, che in realtà immaginavo potesse arrivare anche più avanti, ma in semifinale è rimasta un po’ sulle gambe. Tuttavia, era un percorso all’apparenza non impegnativo ma reso difficile anche dalle condizioni della neve, in particolare nelle discese, dove rimanere in piedi non era sempre semplice. Batterie subito toste, con la svedese Rosenberg che ha dominato fin dalle batterie e ha dimostrato di essere atleta pronta per la Coppa del Mondo. Bravissima Gina del Rio, che si è ritrovata sempre in batteria con la svedese e ha dato il massimo per starle dietro; pensavo che in finale potesse pagare un po’, ma le abbiamo consigliato di tirare al massimo sulla salita finale a costo di non avere più gambe nel finale. Cosa che ha fatto egregiamente, tirando fuori quel qualcosa in più. È un’atleta che deve ancora lavorare tanto, ma in un futuro può fare davvero belle cose”.