RUHPOLDING – La staffetta femminile, dopo quella maschile di ieri, non aveva vita facile quest’oggi; e il percorso è iniziato in salita fin da subito, nella prima frazione. Dorothea Wierer, che ha raccolto il testimone da Rebecca Passler, ha raccontato nell’intervista realizzata da nostro inviato nella Chiemgau Arena Giorgio Capodaglio, cosa si prova a dover affrontare una gara con la consapevolezza di dover inseguire e recuperare fin dall’inizio. “Non è facile però ovviamente ognuno deve fare la sua gara. Ho cercato di dare il massimo al poligono, di essere più sciolta possibile ma sempre con attenzione perché questo è un poligono che non perdona. Poi ho cercato di concentrarmi sulla tecnica e ovviamente non avendo molto confronto in pista essendo da sola non è proprio semplicissimo. Spero che mi sia rimasta un po’ di energia per domani perché sento che non sono ancora al massimo della forma” Ciononostante, la biathleta delle Fiamme Gialle è stata autrice della migliore frazione, con un doppio zero che può dare tanta fiducia in visto della Mass di domani, e il miglior shooting time nel tiro in piedi “Con le ricariche puoi osare un po’ di più perché non hai il peso del giro di penalità ho cecato di sparare bene e di curare ogni dettaglio. Quindi abbastanza bene!”
La scorsa settimana ha festeggiato i 16 anni nel circuito maggiore del biathlon internazionale, cosa che fa di Wierer, in cui certo senso, la “capitana” a tutti gli effetti di questo gruppo, anche per via del palmares e il legame che chiaramente ha con entrambi i gruppi della squadra, visto che la preparazione estiva la effettua con il gruppo maschile. Per questo motivo, le abbiamo chiesto cosa si prova dover gestire questo periodo difficile per la Nazionale italiana, da cui in tanti oggi si aspettando sempre podi e risultati di livello, dopo i grandi fasti che, anche grazie a lei, l’Italia ha vissuto negli ultimi anni.
“Dico sempre che quando ero agli inizi, con la squadra di Coppa del Mondo eravamo proprio “alle stalle”, eravamo felici quando si arrivava a punti, quindi ovviamente gli alti e bassi ci stanno, si vede anche nelle altre squadre. Faccio sempre il confronto con la squadra maschile francese che l’anno scorso ha fatto il primo podio solo in America, e loro hanno più atleti e un livello più alto, quindi può capitare a tutti” ha commentato l’altoatesina, accodandosi un po’ a quelle che sono state le parole di Tommaso Giacomel che nella serata di ieri a Fondo Italia aveva commentato alcuni spiacevoli commenti di alcuni tifosi sui social “Secondo me l’importante è non criticare da fuori, perché nessuno sa niente. Fa male anche a noi ma proprio in questo momento abbiamo bisogno del sostegno dei nostri tifosi, non di essere criticati.”
E non potevamo non chiedere a Wierer, che ha già annunciato che saluterà il biathlon con le Olimpiadi del 2026 di Milano Cortina, sulle nevi di casa ad Anterselva, che reazione le ha fatto sapere dell’annuncio del ritiro di Johannes Thingnes Boe al termine della stagione. “Ero un po’ shockata perché non me lo aspettavo, visto che aveva detto che avrebbe smesso l’anno prossimo alle Olimpiadi, però magari per lui non hanno lo stesso peso che hanno per me che avrò le gare in casa. Credo che comunque lui sia un campione assoluto ed è anche bello che preferisca la famiglia allo sport. Onore a lui e in bocca al lupo per il resto della stagione. A questo punto gli auguro di prendersi anche la Coppa generale come ultimo premio”