Home > Notizie
Biathlon

Biathlon – Da Oberhof 2009 a Oberhof 2025, 16 anni di Dorothea Wierer in Coppa del Mondo!

Oberhof accoglie la Coppa del Mondo di biathlon nel suo tipico splendore, con pioggia battente e nebbia, in attesa della neve che potrebbe arrivare anche a gara in corso. Insomma, la località tedesca mette ironicamente il proprio abito da sera, in un giorno davvero speciale per il biathlon italiano e internazionale. Esattamente oggi, infatti, cadono sedici anni dall’esordio di Dorothea Wierer in Coppa del Mondo, avvenuto proprio a Oberhof il 9 gennaio 2009.

Una ragazzina bionda, diciottenne, campionessa del mondo Giovani in carica nell’individuale, con un altro oro mondiale di categoria che avrebbe poi conquistato poche settimane dopo, a Canmore, nell’inseguimento. L’esordio in un mondo nuovo, su una pista difficile, in un ambiente particolare, anche se quel giorno il clima fu ben più clemente rispetto alla Oberhof che l’azzurra imparerà a scoprire e ovviamente non amare negli anni successivi.

Una notte insonne, non per i problemi di sonno che anche negli anni successivi non le permetteranno di riposare sempre bene, ma per la tensione dell’esordio, la prima volta tra le grandi del biathlon internazionale, campionesse dai nomi pesanti come Berger, Neuner, Makarainen, Ekholm, Henkel, Wilhelm e altre che come lei lo diventeranno negli anni successivi. «Non dormii tutta la notte – ha ricordato ieri Wierer a Fondo Italiafu un incubo. Ero proprio agitata, non sapevo come funzionasse il tutto».

Era un biathlon diverso, quando i giovani si affacciavano alla Coppa del Mondo con meno conoscenze sul professionismo, su come preparare una gara e gestire il salto in un ambiente completamente nuovo. Era spesso un salto nel buio, a parte qualche atleta più precoce capace di fare la differenza fin da subito. Eppure, quella ragazzina bionda, catapultata nel tifo caldo di una Oberhof entusiasta per le campionesse tedesche, quel giorno riuscì a portare un pizzico di modernità al biathlon internazionale, a farsi notare dall’appassionato o dall’addetto ai lavori più attento.

Giunta 69ª con due errori, a 3’32.9 dalla vincitrice postuma, Andrea Henkel (quel giorno si impose Ekaterina Iourieva, squalificata per EPO solo un mese dopo), la campionessa di Anterselva si fece notare per un tiro velocissimo. Wierer fu infatti la migliore nello shooting time in entrambe le serie, con 25” a terra e 24” in piedi, quello che sarà il suo marchio di fabbrica nel corso degli anni, la dote che le permetterà di imporsi in tanti duelli mettendo in difficoltà le avversarie e contribuendo al cambiamento del biathlon, diventato oggi sempre più veloce al tiro, con “le soste al poligono diventate di pit stop di Formula 1”, come sottolineato da Giacomel qualche settimana fa.

Quella ragazzina è diventata una campionessa, vincendo tantissimo, icona del biathlon internazionale, per la sua classe, ma anche per simpatia e spontaneità, che ne fanno un’atleta che oltrepassa i confini e anche lo stesso palmares di altissimo livello. Averla ancora qui a battersi, sotto il tempaccio di Oberhof, è una fortuna per l’Italia e per il biathlon internazionale. Ed oggi, al di là di quello che sarà il risultato finale, bisogna godersi la gara con un senso di profonda gratitudine.

Share:

Ti potrebbe interessare

Image
Image
Image