Oggi come ieri nella sprint maschile, le atlete francesi sono attese con grandi aspettative dal pubblico di casa, che già nei giorni scorsi acclamava i nomi dei suoi beniamini in pista e al poligono durante gli allenamenti. L’aria di casa, però, quanto a risultati, è sempre un’arma a doppio taglio, con il peso della responsabilità e la voglia di fare bene che possono unirsi in un mix di energia positiva ma anche letale, specialmente se non si è in un periodo positivo.
Justine Braisaz Bouchet potrebbe rientrare perfettamente in questa descrizione: dall’inizio della stagione, la francese si è riconfermata una delle atlete più temibili sulle piste ma, di contro, è chiaramente in difficoltà al poligono. Le sue percentuali rispetto alla scorsa stagione sono crollate (77% in totale di bersagli presi tra tiro a terra e in piedi, contro l’82% dello scorso anno) e non ha ancora trovato il primo podio in individuale stagione. Quanto sta accadendo alla 28enne transalpina è analizzato dal suo allenatore di tiro Jean Paul Giachino, intervistato da Nordic Magazine.
“Approccia il tiro con la paura di fallire e questo è il modo migliore per sbagliare. Non è libera, non si lascia andare. Ciò che fa quando è in gara con il pettorale è l’esatto contrario di ciò che mette in atto in allenamento, nei sei o sette mesi di prove in cui non lascia spazio a riflessioni o pensieri estranei. Non appena riceve il pettorale e la gara si fa importante, anche se è esperta e navigata, diventa più timorosa e si tira indietro”
Una situazione che, ammette la diretta interessata, non le ha permesso di esprimere il suo miglior biathlon, quello che le ha dato la possibilità di vestire il pettorale giallo nel corso della passata stagione, e di conquistare podi e medaglie al rientro dalla pausa per maternità: “Ho lasciato l’Austria alquanto frustrata e con molta rabbia verso me stessa. Sono stufa di gare in cui esco con una prestazione al tiro mediocre. Le gare di Hochfilzen mi hanno davvero segnata” ha detto, ammettendo di essere completamente “svuotata mentalmente dopo 3 settimane di gare”.
Per ricaricare le batterie prima del weekend di Le Grand Bornand, la 28enne è tornata a casa ad Aime-la-Plagne ad inizio settimana, per trascorrere qualche giorno in famiglia con il marito Julien e la figlioletta Côme. “Tornare a casa e approfittare di questi due giorni mi ha permesso di riposare, di mettere da parte il biathlon per un attimo, tornando alle basi e avendo una prospettiva migliore su ciò che sono stata in grado di produrre e su ciò che deve essere fatto. E in particolare “tirare con più semplicità”.“
E forse la tappa francese arriva proprio al momento giusto, per entrare nella pausa natalizia con una nota positiva se dovessero arrivare buoni risultati ma soprattutto prestazioni soddisfacenti in questo weekend, visto che la pista di Le Grand Bornand può evocare per la Campionessa olimpica e mondiale della Mass Start, dei bellissimi ricordi: è lì infatti che Braisaz ha vinto la sua prima gara di Coppa del Mondo nel 2017.