Vanessa Voigt ha lasciato Hochfilzen ieri in direzione Francia sicuramente con il morale alle stelle, forte dei suoi due podi – il secondo posto nell’Inseguimento di sabato e la vittoria in staffetta domenica. Due risultati che danno tanta fiducia e serenità ad un’atleta che avuto un’estate tutt’altro che serena e in fiducia. Aveva rivelato sui social, infatti, di essere stata a costretta a fermarsi per un lungo periodo durante la preparazione a causa della sua salute mentale, indebolita da un mix di stress, pressione e mancanza di energie.
“Alcuni la chiamano depressione, io la vedo più come un’opportunità per proteggermi” aveva commentato sul lungo post pubblicato su Instagram in cui si apriva con i suoi tifosi sull’importanza di tutelarsi e ritrovare il giusto equilibrio tra l’atleta e la persona “privata”.
Oggi quel momento buio sembra essere un lontano ricordo, anche se la tedesca preferisce muoversi con cautela in questa stagione invernale, senza fare proclami o porsi obiettivi, come aveva anche raccontato al canale tedesco di Eurosport prima della stagione, ispirata dagli sforzi della ginnasta statunitense Simone Biles nel togliere lo stigma sulla salute mentale e parlarne apertamente e senza paura.
“Ad essere onesti, mi concentro su una gara alla volta. Dopo l’estate difficile che ho avuto sono contenta di essere in buona forma, e il mio obiettivo sono ovviamente i Mondiali” ha detto nel weekend all’emittente svedese SVT “Sono stata quasi un mese e mezzo senza allenarmi. Mi sono concentrata sulla vita “normale”, e sulla Vanessa “normale” e lo sport e l’allenamento non hanno avuto molto spazio in quel momento nella mia vita e questo mi ha fatto capire ora che la mente è altrettanto importante.”
Oggi, forte anche di un solido quinto posto in Classifica Generale in Coppa del Mondo, probabilmente impensabile fino a qualche settimana fa, la 27enne affronta il biathlon con uno spirito diverso, con la consapevolezza che la vita privata deve riuscire a trovare spazio nella sua quotidianità senza essere sopraffatta dalle pressioni che l’atleta subisce – e talvolta si impone in prima persona – verso un determinato obiettivo o risultato. Per lei, ora, è importante anche staccare, proprio come si trattasse di un lavoro “normale”: “Ho ritrovato la calma. Ho sempre fatto biathlon perché è divertente ed era il mio hobby, ora invece lo vedo e lo tratto come il mio lavoro. Sono felice e voglio solo divertirmi e divertirmi” ha continuato “È davvero difficile trovare il giusto equilibrio con la mente e gestire la pressione, ma con la squadra giusta e il supporto giusto da parte della famiglia, diventa molto più semplice.”