Nonostante abbia solo 31 anni, la svedese Stina Nilsson ha preso già parecchie decisioni importanti nella sua carriera sportiva. Il suo esordio in Coppa del Mondo di sci di fondo risale al marzo 2012, quando, ancora 18enne, debuttò nella sprint in classico di Drammen in Norvegia, con un ventitresimo posto. Da allora, fino al 2020 la scandinava ha arricchito il suo palmares da fondista con 31 podi in Coppa, con 12 vittorie individuali e 3 a squadre, 5 medaglie olimpiche tra cui l’oro nella sprint di Pyeongchang 2018 e 7 medaglie iridate con i due ori di Seefeld 2019 nella Team Sprint e nella staffetta.
Proprio quando era all’apice della notorietà e dei risultati nel mondo dello sci nordico, Nilsson ha deciso di cambiare completamente rotta e, nel clamore generale, di passare dalla stagione 2020/2021, al biathlon. In questo secondo capitolo della sua carriera però le difficoltà al poligono l’hanno relegata a un ruolo di atleta “normale”, facendo la spola nelle ultime quattro stagioni tra l’IBU Cup e la Coppa del Mondo, dove, dopo l’esordio in casa ad Oestersund nel marzo 2021, ha colto un solo podio individuale, arrivando terza nella sprint di Kontiolahti nel 2022.
Dopo le ultime due annate avare di risultati, Nilsson, nella scorsa primavera, ha comunicato di voler smettere con il professionismo e, lasciando il biathlon, di voler ritornare al fondo, gareggiando però nelle lunghe distanze come portacolori del Team Radge Charge, la squadra norvegese dei fratelli Aukland.
Due giorni fa il terzo “esordio” della sua lunga carriera, nella tappa inaugurale dello Ski Classics di Bad Gastein in Austria, con una gara di 36km sotto una fitta nevicata. Subito un terzo posto per lei, con la vittoria della specialista delle marathon, la norvegese Emilie Fleten. Un podio ottenuto grazie a una grande rimonta nel finale, che l’ha vista concludere a soli 47” dalla vincitrice.
Al termine della gara Nilsson ha commentato soddisfatta la sua prestazione alla testata svedese SVT Sport: “Sono proprio contenta di come sia andata oggi, nel finale il mio corpo mi ha mandato ottimi segnali e nella mia testa è scattato quel click che mi ha fatto cambiare marcia e concludere alla grande”- e ha aggiunto – “Il fatto di inseguire le avversarie e vedere che alla fine avevo ancora molta energia mi dà speranza per i prossimi appuntamenti, è stato divertente”.
La svedese ha poi parlato del percorso fatto in questi ultimi mesi per preparare questo tipo di gare: ”Non c’è stata una sola sessione di allenamento in cui mi sia sentita demotivata. Mi mancava quella sensazione di gioia nell’affrontare la fatica e sono contenta della decisione che ho preso”.