Non bisogna essere esperti del settore per capire che la Coppa del Mondo di sci di fondo, specialmente al maschile, è ormai da tempo sotto l’imperante dominio della Norvegia. Lo si è visto nella scorsa stagione, quando le prime cinque posizioni della classifica generale del massimo circuito hanno celebrato tutte la stessa bandiera, e lo si è rivisto per l’ennesima volta in questo inizio di stagione, con la Norvegia capace di portarsi a casa 15 dei 18 posti sul podio disponibili nelle prime due tappe. Chi con questa situazione deve farci i conti è Mika Vermeulen, fondista austriaco che con la Norvegia ha un rapporto particolare.
Non è stato lui a scalzare la Norvegia dal podio, impresa che è riuscita fin qui solo ai finlandesi Iivo Niskanen e Lauri Vuorinen e all’azzurro Federico Pellegrino, ma Vermeulen è sicuramente una delle quote non scandinave più competitive nel quadro della Coppa del Mondo. Protagonista di un 9°, un 4° e un 8° posto nelle 3 gare distance a cui ha preso parte, il fondista austriaco si è messo in grande luce in queste prime uscite, regalando speranza anche alle nazioni minori. Il suo segreto? Ovviamente tanto sacrificio e dedizione, ma anche il fatto che – guarda caso – vive e si allena proprio in Norvegia. E infatti, andando a raccogliere qualche videointervista, ci si accorge ben presto della facilità di Vermeulen nel padroneggiare la lingua norvegese.
Eppure la sua bandiera è un’altra e proprio in difesa di questa si è schierato nei giorni scorsi, quando ai microfoni di Nettavisen si è espresso proprio a proposito del dominio norvegese in Coppa del Mondo: “Innanzitutto, la Norvegia è la migliore squadra nazionale, e poi ha la squadra più numerosa e con la maggiore diffusione dell’intera Coppa del Mondo. Non so quanti ne abbiano, tra i 10 ei 15, in una tappa del genere (si riferisce alle gare di Lillehammer, ndr). È impossibile competere contro di loro“. A tal proposito, Vermeulen si augura che si intervenga per ridurre in qualche modo questo tipo di divario: “Penso che sia necessario che le regole diventino più severe e regolamentate. Lo si vede nelle gare di skiroll, dove ci sono più persone che possono andare veloce. Ma quando le condizioni sono difficili e impegnative, c’è un paese che va molto più veloce degli altri”. E il riferimento non è solo alle capacità degli atleti, bensì anche al livello dei materiali della Norvegia, spesso superiore a quello delle altre nazioni.
Se Vermeulen non ha potuto misurarsi con i norvegesi nell’ultimo appuntamento di Lillehammer, lo skiathlon di domenica, chi invece è tornato a dire la sua è Andrew Musgrave (11° nella 10 a skating e 6° nello skiathlon), fondista di nazionalità britannica. Cosa lo accomuna a Vermeulen? Anche lui vive in Norvegia da anni e con i norvegesi si allena tutto l’anno, essendo anche parte del Team Aker Dæhlie. Per di più, la sua nazione gode di una collaborazione proprio con la Norvegia riguardo alla preparazione degli sci, circostanza che gli permette di avere spesso materiali all’altezza di quelli della nazione dominatrice del panorama dello sci di fondo.
Insomma, lo strapotere norvegese è qualcosa di radicato in ogni ambito dello sci di fondo ad alti livelli. Se per Vermeulen in questo dominio si intravede qualche parvenza di disuguaglianza, per il tecnico della Norvegia Arild Monsen questa situazione è semplicemente il risultato di una cultura fortemente votata allo sci di fondo, con tanti giovani impegnati appieno nella costruzione della propria carriera in questo sport, molto più di quanto capita nelle altre nazioni: “Probabilmente dipende dalla cultura e da tutta la splendida gioventù che si dedica allo sci di fondo in Norvegia. Vediamo i risultati di tutto ciò. Non è una magia, ma bisogna impegnarsi nell’allenamento. È così che funziona”. Poi scherza: “Non possiamo fare in modo di essere peggiori”. La realtà è indubbia: lo sci di fondo i Norvegia è religione. Tanto più quest’anno, con i Mondiali di casa alle porte.
