La stagione 2023/24 non ha sorriso particolarmente al comparto del biathlon svedese. Dopo una stagione come quella precedente, in cui era arrivato un cospicuo numero di medaglie ai Mondiali di Oberhof, l’ultimo inverno ha segnato un sensibile passo indietro per la nazionale gialloblù. Da una parte le difficoltà fisiche di Hanna Öberg, dall’altra la non eccellente resa di Sebastian Samuelsson hanno fatto sì che la Svezia non si affermasse al livello a cui la si aspettava, fatta forse eccezione per la staffetta dei Mondiali, dove l’oro è comunque arrivato. Alla base delle difficoltà, anche una non eccellente resa al poligono: ecco perché, nell’ultimo periodo di preparazione, il team svedese ha scelto di concentrarsi in particolar modo sul tiro.
Lo specifica il tecnico tedesco della Svezia Johannes Lukas, che ai microfoni di SVT ammette: "Lo sci è ad un livello molto alto, ma abbiamo perso un po’ nella percentuale di tiro ed è qualcosa che stiamo cercando di fare meglio quest’anno". E in effetti scorrendo la statistica sulle percentuali al poligono delle più importanti nazioni, gli svedesi compaiono in una posizione piuttosto attardata. Al maschile – si legge – è stata la Norvegia ad esprimersi al meglio nella scorsa stagione con 85.6% di media, seguita dalla Germania con 83.5%, dalla Francia con 81.8% e dall’Italia con 80.9%, mentre la Svezia è solo quinta con 79.4%. Al femminile, il copione è simile: comanda la Germania con 86.8%, seguita da Italia (85.8%), Francia (85.1%) con la Svezia quarta a 83.8%.
Con l’obiettivo di migliorare questa condizione, Samuelsson e compagni hanno quindi lavorato con particolare cura rivolta alla stabilità nel tiro. Nel farlo, la scelta è stata quella di concentrarsi in particolare sui lavori a secco: "L’allenamento a secco è il modo migliore per allenare la stabilità, la stabilità del tronco, sono le fibre muscolari lente che vanno allenate e vanno allenate spesso e parecchio per migliorare", spiega l’altro tecnico svedese Jean-Marc Chabloz.
A dire la loro, anche alcuni componenti della nazionale, a partire da Martin Ponsiluoma: "In una sessione stiamo in piedi per 20 minuti e teniamo semplicemente l’arma. Ed è incredibilmente difficile". Si esprime poi Elvira Öberg, che manifesta un velo di scetticismo riguardo al nuovo approccio: "Non si tratta del mio esercizio preferito, perché non si ha subito la sensazione che dia così tanto".
Intanto, la Svezia si prepara a dare il via alla propria stagione, con le gare a Idre Fjäll – in programma per tra il 16 e 17 novembre – a fare da apripista all’inverno. Riparte anche da qui la costruzione della stagione del comparto svedese, con la volontà di tornare a centrare tutti gli obiettivi. Sia al poligono sia, in senso più generico, nell’inseguimento dei propri traguardi.
Biathlon – La Svezia lavora sulle percentuali al poligono: focus sul tiro per inseguire i numeri delle altre nazioni di testa
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