La stagione 2024/25 sarà per la FIS la seconda dopo l’introduzione del divieto all’utilizzo del fluoro nei prodotti per la preparazione degli sci. Una novità importante introdotta l’anno scorso, che – dopo un diffuso scetticismo iniziale – ha lasciato spazio alla completa collaborazione delle federazioni nazionali, anche in ragione dell’efficienza dei controlli effettuati durante la stagione. A pochi giorni dal via ufficiale del secondo anno fluor free, a fare il punto è Augusto Gillio, Operational Fluor Manager della Federazione Internazionale, in un lungo contenuto pubblicato dalla stessa FIS.
Il responsabile della gestione di tutti i protocolli e le strutture dedicate ai controlli per il fluoro, esordisce ricordando le caratteristiche che hanno portato negli anni all’uso massiccio del fluoro nella preparazione degli sci: "Il punto forte è che il fluoro è idrofobo (idrorepellente). Era un prodotto usato sulle barche a vela per farle scivolare meglio, che è stato adattato alle esigenze dello sci". Ben note le motivazioni che hanno portato all’adozione di questo divieto, che la FIS riassume sottolineando che “le loro qualità idrofobiche – un grande vantaggio in condizioni umide o bagnate – si traducono nel fatto che non si biodegradano, guadagnandosi il nome di ‘forever chemichals’. È emerso che le sostanze poli-fluoralchiliche (PFA) provenienti dallo scioglimento della neve hanno contaminato i cicli idrici e alimentari. In seguito, un’indagine del 2022 ha rilevato che oltre l’80% dei corsi d’acqua degli Stati Uniti conteneva questo tipo di sostanze. I PFA, inoltre, non si decompongono all’interno del corpo umano e sono stati collegati a una serie di malattie e disturbi”.
La scelta, dunque, è stata da parte della FIS quella di mettere al bando queste sostanze dalle competizioni, disincentivandone così l’utilizzo a tutti i livelli, così come fatto congiuntamente anche dall’IBU per il biathlon. “Dobbiamo essere super orgogliosi di far parte di un’azienda che ha deciso molto tempo fa di bandire questo tipo di prodotti dalle nostre vite”, aggiunge Gillio. Nelle parole dell’Operational Fluor Manager ai canali ufficiali della FIS, spazio anche a un bilancio di quanto accaduto nel primo anno: “La scorsa stagione, abbiamo sempre fatto un test preliminare in ogni evento per aiutarli a pulire gli sci, tutti i prodotti e gli strumenti utilizzati per preparare gli sci. Se qualcosa è contaminato, come le spazzole, si potrebbe avere un test positivo anche se non si sono usate scioline fluorurate”. Poi prosegue: “Il punto principale è che il fluoro è vietato. Se qualcuno vuole usarlo per barare, non deve lamentarsi del sistema di misurazione. Se vogliono correre il rischio, lo decidono loro. Il sistema di misurazione funziona.”.
Una decisione, quella di mettere al bando i prodotti fluorurati, che non era subito stata accolta con entusiasmo da tutte le parti in causa, anche alla luce di quanto accaduto nello sci alpino, con la squalifica della norvegese Ragnhild Mowinckel alla prima gara della stagione a Sölden. Una inaspettata positività al fluoro poi spiegata con l’utilizzo di un attrezzo per la preparazione degli sci che era stato precedentemente a contatto con prodotti vietati. “Lo consideriamo un errore umano – commenta Gillio a riguardo – Tutti i tecnici sono professionali, cercano di lavorare nel modo migliore, ma questa è stata una dimenticanza. Purtroppo è successo a lei e non è mai un piacere mettere un atleta in questa posizione. Ma d’altra parte, è stato un vero aiuto. Ha aperto gli occhi alla gente: ‘Oh, il divieto di fluoro è effettivo. Dobbiamo stare attenti’”.
E in effetti l’obiettivo della FIS non è certo quello di punire gli atleti, ma di garantire in modo esteso l’uguaglianza all’interno delle gare. L’obiettivo era quello anche alla scorsa edizione della Engadin Skimarathon, quando sono stati squalificati in totale 12 atleti, tra cui anche la vincitrice al femminile, la nazionale francese Maëlle Veyre. Una decisione poi parzialmente revocata con la riammissione di Veyre e altri due atleti, classificando l’accaduto come “errore di comunicazione tra il controllore sul posto e la giuria”. A tal proposito, Augusto Gillio spiega: “Il divieto non serve a punire gli atleti, ma serve a garantire una gara il più possibile equa. Lavoriamo sempre per il bene dell’atleta. I sistemi, le procedure, i protocolli sono tutti a beneficio dell’atleta. Stiamo lavorando per evitare questo tipo di malintesi in futuro”.
Come evolverà dunque il controllo del fluoro nelle competizioni FIS? Quali sono le novità in programma per la nuova stagione?
“Il mio team di 8 persone ha effettuato 60.000 misurazioni lo scorso anno – prosegue Gillio –. A livello globale, per la Coppa del Mondo, abbiamo avuto meno di dieci casi in tutte le discipline. Questa stagione saremo 12 persone perché stiamo cercando di migliorare la nostra presenza ovunque. È uno sforzo enorme”. A un già importante dispiegamento di forze dedicate al controllo fluoro si aggiungerà dunque ulteriore forza lavoro, con l’obiettivo di arrivare in un futuro prossimo a coprire tutte le gare FIS: “Ogni evento di Coppa del Mondo sarà coperto, più la Coppa Europa. Quando avremo la forza lavoro necessaria, andremo in tutte le gare FIS, quindi è una cosa grossa. Sotto l’egida della FIS, durante l’intera stagione, ci sono più di 7.000 gare in tutto il mondo. Lavoriamo con professionisti. Naturalmente, tutti sono a disposizione per ottenere i migliori risultati possibili, ma nel modo corretto. Saremo più consapevoli ai livelli più bassi e cercheremo di aiutare più giovani atleti e allenatori e di educarli su questo tema”.
In conclusione, Augusto Gillio mette in guardia rispetto ai possibili tentativi di aggirare le regole: “La seconda stagione sarà la più importante, perché ora sanno cosa stiamo facendo e quindi probabilmente cercheranno di aggirarci. Quindi, saremo più presenti e, in questa stagione, un controllore potrebbe coprire più di un evento al giorno se è vicino. Tutte le parti interessate devono sentirsi al sicuro perché noi siamo lì per controllare. I ragazzi che seguono le regole devono essere protetti da quelli che non vogliono seguirle”. E poi ancora: “Questo progetto è limitato nel tempo, perché spero che gradualmente questi prodotti spariranno e i negozi non li venderanno più. Come ex tecnico, ho alcuni vecchi prodotti nel mio garage che non userò mai più. Ma alcuni che lavorano ancora potrebbero pensare: ‘Ne conservo un po’, nel caso in cui diventino un po’ meno severi con i controlli e io possa usarli’. Quindi, credo che saremo qui ancora per un po’ di anni”.