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Sport&Life – “Skiroll indoor e outdoor, comparazione tra le due situazioni di allenamento”, la tesi di Fabio Selle per il corso allenatori di 3° livello

Il corso allenatori di terzo livello di sci di fondo che lo scorso 22 settembre a Predazzo ha decretato la promozione di 23 corsisti, si è completato con una prova orale basata sulla presentazione di un project work, una sorta di tesina. Fondo Italia, con la gentile disponibilità dei diretti interessati, pubblica – con cadenza di tre lavori a settimana fino al 4 novembre – i riassunti di alcuni dei suddetti elaborati.
Oggi è la volta del project work presentato da Fabio Selle, intitolato "Skiroll indoor e outdoor, comparazione tra le due situazioni di allenamento".

"Skiroll indoor e outdoor, comparazione tra le due situazioni di allenamento", la tesi di Fabio Selle
Abstract

Negli ultimi anni la metodologia di allenamento è diventata progressivamente più scientifica e precisa in tutte le discipline sportive grazie all’impiego di strumentazioni sempre più specifiche. 
Nello sci di fondo, molti atleti di un certo calibro, hanno adottato il treadmill come metodo integrante del loro allenamento. Quest’ultimo, fino pochi anni fa, era uno strumento che permetteva di eseguire test di laboratorio avvicinandosi il più possibile al gesto tecnico specifico dello sci di fondo, ma in questi anni è stato ampliato il suo utilizzo soprattutto come mezzo di allenamento. Questo mi ha incuriosito e mi ha portato a chiedermi se questo tipo di allenamento integrato con il classico allenamento outdoor, sia così simile da poter a volte sostituire sedute di ski roll su strada.
Per questo motivo, ho deciso di analizzare e mettere a confronto due passi della tecnica classica con ski roll su treadmill e ski roll su strada: il passo alternato su una pendenza del 10% a una velocità di 8 km/h e la scivolata spinta a 10 e 12 km/h su una pendenza del 6%.
Ho definito dei parametri facilmente rilevabili e precisi che mi forniva il treadmill, come la pendenza, la velocità, la frequenza cardiaca e le frequenze di spinta nella scivolata spinta, riproducendole successivamente, il più precisamente possibile, sull’attività di ski roll outdoor. La mia curiosità e lo studio svolto è stato indirizzato a scoprire se il gesto tecnico fosse uguale o si differenziasse in qualche aspetto e se a livello cardiaco (di fatica organica) i due allenamenti si sovrapponessero perfettamente o si differenziassero in qualche parametro.
Ho analizzato quattro differenti tipi di sciatore che si distinguessero per capacità, età anagrafica e preparazione fisica, confrontandoli nelle due situazioni per rispecchiare gran parte degli sciatori agonisti.
ll treadmill o tapis roulant per lo sci di fondo è nato alla fine degli anni ’90 e l’inizio degli anni 2000 dall’esigenza di fornire agli atleti un modo per allenarsi con continuità e specificità per questa disciplina anche in assenza di neve. L’idea di utilizzare un treadmill per l’allenamento sportivo non è nuova; questo era già molto utilizzato, infatti, per la corsa ed altre discipline affini. Tuttavia, adattarlo allo sci di fondo ha richiesto alcune modifiche e innovazioni specifiche.
  • Gli ingegneri e i tecnici sportivi iniziarono a lavorare su tapis roulant che potessero simulare i movimenti dello sci di fondo; venne introdotto un nastro più largo e resistente, spesso realizzato con materiali a basso attrito per permettere un miglior scorrimento dello ski roll;
  • Il sistema doveva anche replicare la resistenza e l’inclinazione tipiche del terreno naturale; con inclinazioni che arrivarono fino a 25% regolabile ed a una velocità ’ fino 30 km/h.
  • Furono sviluppati sistemi di sicurezza per prevenire cadute e infortuni, con treadmill sempre più performanti.
Ho raccolto delle testimonianze da due atleti di livello mondiale Federico Pellegrino e Caterina Ganz, attraverso alcune domande riguardanti l’utilizzo del treadmill come parte integrante del loro allenamento, per sapere se avessero riscontrato differenze particolari sulle due attività allenanti raccogliendo le loro opinioni. Federico Pellegrino, che ho avuto il piacere e onore di intervistare e del quale ho riportato le dichiarazioni riguardanti la sua esperienza di lavoro con il treadmill, dichiara di usare spesso il macchinario per l’allenamento e di riscontrare grandi benefici in tutte le sessioni, soprattutto negli allenamenti dove deve ricercare un’intensità e un ritmo di lavoro costante. Riesce a svolgere allenamenti anche ad intensità variabili, ma sottolinea come il treadmill porti ad eseguire anche ritmi costanti difficili da sostenere in egual modo all’esterno con ski roll su strada. 
Federico sostiene, inoltre, di non sentire praticamente nessuna differenza nell’esecuzione del gesto tecnico con ski roll su treadmill o con ski roll su strada e di trovare molti benefici nel poter vedersi costantemente durante tutto l’allenamento su specchi posti frontalmente e riprese laterali proiettate su uno schermo posto sempre di fronte a lui.
L’uso del treadmill per Federico è molto utile anche nei periodi in cui si deve allenare da solo a casa e quando ci sono condizioni meteorologiche avverse.
Un’altra dichiarazione raccolta sull’argomento è quella di Caterina Ganz. Caterina dichiara di aver acquistato il treadmill recentemente e di averlo potuto utilizzare relativamente poco essendo molto spesso via per raduni. Lei è comunque entusiasta di come riesce a svolgere i lavori di alta intensità con un risultato estremamente efficiente. Sull’aspetto tecnico non percepisce grosse differenze e si trova molto bene nell’osservarsi allo specchio mentre esegue la sciata.
Tanti atleti famosi e di élite attualmente usano il treadmill come mezzo integrante nel loro allenamento settimanale; uno su tutti il fuoriclasse Johannes Høsflot Klæbo, il quale ha rilasciato diverse dichiarazioni sul suo allenamento con treadmill come un’aggiunta significativa al suo regime di allenamento.
I risultati dei test svolti nel passo alternato e nella scivolata spinta su treadmill e su strada sono stati rilevati e confrontati riportandone i valori su tabelle Excel.
Qui di seguito ne vengono riporte alcune.
Ho identificato in Agonista, uno sciatore ancora in attività, in Ex agonista, uno sciatore che ha smesso l’attività l’anno scorso, in Allievo uno sciatore di 15 anni che gareggia nella categoria U16 e come Master uno sciatore tecnicamente di buon livello con medio allenamento e over 50.




ANALISI AL VIDEO DELLA ‘’SCIATA’’ SU TREADMILL E SU STRADA
In questa analisi ho cercato di comparare le due ‘’sciate’’ su treadmill e su strada al video, cercando di individuare le differenze di esecuzione tra loro, se ce ne fossero.
I video sono stati comparati nella stessa condizione di pendenza e velocità sia su strada che su treadmill. Dall’analisi video, si è riscontrato come i soggetti presi in esame dimostrino grandi differenze in termini di adattabilità ed esecuzione del gesto su treadmill.
L’atleta in attività e l’ex l’atleta, dimostrano un’esecuzione su treadmill e su strada molto simili per fluidità e movimenti sia nel passo alternato che nella scivolata spinta.
Per soggetto il Master e per l’allievo l’atteggiamento invece è più fluido e naturale nella sciata su strada. I soggetti master e allievo presi in esame dimostrano che, con l’aumentare della velocità su treadmill, debbano quasi “rincorrere” la velocità del tappeto nelle spinte, contrariamente a quello che fanno su strada, dove le spinte vengono eseguite in modo più spontaneo e coordinato.
Nel passo alternato l’esecuzione su strada e su treadmill è molto simile per tutti, a volte si può incorrere, per i soggetti con meno esperienza, nella ‘’sciata’’ su treadmill, una leggera mancanza di caricamento dell’arto inferiore nel tempo giusto per lo scorrere del tappeto, ma questo atteggiamento durante l’arco del test si evidenzia sempre meno per tutti e quattro i soggetti analizzati.
CONSIDERAZIONI FINALI
Alla luce di tutte le indagini, comparazioni, valutazioni e analisi riportate, si può arrivare a delle considerazioni. L’attività su treadmill si è dimostrata una valida integrazione all’allenamento dello sci di fondo. Il gesto su treadmill viene riprodotto praticamente in maniera identica rispetto all’attività di ski roll su strada; questo viene acquisito in modo ottimale con il tempo e con il costante utilizzo durante l’anno di questo mezzo di allenamento.
Volutamente ho deciso di sottoporre a questa indagine quattro soggetti molto diversi tra loro sia per vissuto che per caratteristiche; questo mi ha permesso di arrivare a qualche considerazione: un’atleta che usa il treadmill poche volte o per la prima volta può essere inizialmente impacciato e poco naturale con valori cardiaci che possono risultare superiori all’attività analoga eseguita in outdoor. Contrariamente, per chi lo usa in modo costante, risulta un valido alleato sia per migliorare il gesto tecnico che per migliorare le prestazioni metaboliche.
In definitiva, trovo l’uso del treadmill non necessario per atleti giovani per la mancanza di naturalezza, fluidità e simmetria che compromettono sia l’esecuzione del gesto, sia la percezione reale dello sforzo. Ritengo più importante per le fasce giovanili ricercare le caratteristiche appena descritte nell’attività outdoor ,per poi riprodurle successivamente nell’attività indoor. Per chi invece (professionisti) ne fa uso frequente e costante, questa macchina fornisce un monitoraggio immediato e semplice di tanti parametri fisiologici durante l’allenamento e dà la possibilità di vedere costantemente il proprio gesto tecnico tramite specchi o videoproiettori.
Il treadmill si sta dimostrando sempre più uno strumento, come il cicloergometro nel ciclismo, utilissimo e in grado di portare l’atleta a mantenere intensità costanti di allenamento difficili da replicare con l’attività strada. Inoltre diventa uno strumento importantissimo per effettuare test periodici che, anche in periodo agonistico, possono fornire informazioni pulite e precise, comparabili con i test precedenti e stabilire lo stato di forma.

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