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Sport&Life – “La componente emotiva in età giovanile e ad alto livello”, la tesi di Marianna Micozzi per il corso allenatori di 3° livello

Il corso allenatori di terzo livello che lo scorso 22 settembre a Predazzo ha decretato la promozione di 23 corsisti, si è completato con una prova orale basata sulla presentazione di un project work, una sorta di tesina. Fondo Italia, con la gentile disponibilità dei diretti interessati, pubblica – con cadenza di tre lavori a settimana fino al 4 novembre – i riassunti di alcuni dei suddetti elaborati.
Si parte con il project work di Marianna Micozzi, intitolato "La componente emotiva in età giovanile e ad alto livello".

LA COMPONENTE EMOTIVA IN ETA’ GIOVANILE E AD ALTO LIVELLO, la tesi di Marianna Micozzi

In questo lavoro di tesi si è voluta approfondire la problematica espressa dal DT della nazionale Markus Cramer circa la differenza di rendimento delle atlete donne in gara rispetto al rendimento che hanno in allenamento. Lo stesso Markus Cramer ritiene che si tratti di un fattore che va oltre l’allenamento, infatti la performance viene determinata da più fattori, quali l’allenamento, il riposo, l’alimentazione e gli aspetti psicologici. Sono proprio questi ultimi quelli che si sono voluti analizzare.

Le emozioni si trovano in una relazione circolare con le reazioni fisiologiche e i processi cognitivi. Prendiamo come esempio l’emozione che crea maggiori problemi agli sportivi, l’ansia da prestazione. Come tutte le emozioni, l’ansia comporta delle risposte fisiche quali l’aumento del battito cardiaco, la sudorazione, la tensione muscolare o la variazione nella resp irazione. Queste reazioni vanno a loro volta ad influenzare i processi cognitivi perché creano delle immagini associate a determinate sensazioni, così da influenzare le capacità di valutazione e di ricordare, oltre che le aspettative che ognuno si pone.

La tesi si articola principalmente in tre fasi.
Nella prima vi è la contestualizzazione della problematica legata all’emotività nei contesti agonistici. Si tratta di un primo lavoro descrittivo dove viene analizzato il problema facendo riferimento a delle fonti bibliografiche e sitografiche.
Nella seconda fase ci si addentra in quella che rappresenta la fase sperimentale del progetto. È stato somministrato a 93 atleti (43 uomini, 50 donne) di diverso livello di competizione un questionario composto da 16 domande a risposta multipla, riguardante le sensazioni che gli atleti stessi provano prima di una gara.
Nella terza fase i dati raccolti sono stati analizzati e inseriti in dei grafici, confrontando i risultati sia degli atleti di alto e basso livello, sia degli uomini e delle donne. Infatti questo lavoro si basa su un duplice confronto:
· il primo tra l’universo maschile e quello femminile,
· il secondo tra gli atleti di alto livello e gli atleti in età giovanile.
In conclusione, da questo elaborato è emerso che vi sono differenze evidenti tra il mondo maschile e quello femminile, poiché il secondo soffre maggiormente gli aspetti psicologici. Invece, tra l’alto e il basso livello emerge come la performance degli atleti di alto livello sia maggiormente influenzata dall’ansia, nonostante gli stessi soffrano di un grado di ansia inferiore rispetto ai giovani.
 Inoltre, è emerso che tra gli atleti del nostro campione solo il 14,3% si è avvalso invece di un supporto professionale, quale il mental coach o lo psicologo sportivo per imparare a gestire l’ansia pre-gara. Nonostante ciò, la maggior parte di questi lo ha ritenuto utile.
La gestione delle emozioni negli sport agonistici risulta piuttosto complessa. Vi è la necessità di un approccio integrato che comprenda oltre alla preparazione fisica, un supporto sociale e strategie di gestione efficaci, aiutando gli atleti ad accrescere la loro percezione di competenza, facendoli vivere in un ambiente positivo e supportandoli, qualora fosse necessario nel ricercare il supporto di uno specialista, di cui ancora pochissimi atleti si avvalgono.

Per consultare il programma completo di pubblicazione delle tesi, CLICCA QUI.
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