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Skiroll – Emanuele Becchis racconta l’oro ai Mondiali: “Vincere è bello se puoi condividerlo, penso già alla prossima”

Ancora una volta lui. Il missile dei 200 metri non manca l’appuntamento e piazza l’ennesimo colpaccio. Emanuele “Lele” Becchis si laurea Campione del Mondo nella sprint a skating sul rettilineo di Ziano di Fiemme, bruciando in finale il brillante norvegese Jostein Olafsen (definito amichevolmente "Giustino"). Una vittoria, quella di ieri, accompagnata dal calore dei tanti familiari accorsi da Cuneo per sostenerlo, tra i quali non si può non menzionare il temerario nonno, per il quale l’età non rappresenta un ostacolo quando si tratta di partire per una trasferta così sentita. Ma non è solo l’oro iridato a brillare nelle mani di Becchis, perché con la vittoria di Ziano lo skirollista cuneese mette al sicuro anche la conquista della seconda Coppa del Mondo Sprint consecutiva, completando così una giornata memorabile in cui ha anche avuto la possibilità di sfidare in pista il fratello Francesco (battuto ai quarti di finale). Tra emozioni, speranze e un pizzico di scaramanzia, Becchis racconta a Fondo Italia il 4° oro iridato della sua carriera (dopo quelli in in Val di Fiemme nel 2015 e 2021 e a Solleftea nel 2017).

Innanzitutto, come sono state le sue sensazioni in pista?
“Le sensazioni nell’ultima settimana non sono state le migliori, nel senso che le gambe giravano abbastanza bene però ho avuto un po’ di problematiche alla schiena. Ringrazio il lavoro che hanno fatto i fisioterapisti perché è stato veramente fondamentale per farmi partire. Avendo anche lavorato e insegnato al corso maestri è stata una settimana un po’ stressante. Ma è finita nel migliore dei modi”.

Vincere un titolo mondiale in casa, con tutta la sua famiglia a sostenerla e suo fratello in gara è qualcosa di ancora più speciale?
“Di base penso che vincere sia bello se lo condividi con qualcuno. Che sia con la squadra nazionale, con la famiglia con cui è 30 anni che sono insieme o con mio fratello con cui faccio gare da sempre e con cui mi alleno. Purtroppo io e mio fratello abbiamo avuto la sfortuna di essere nella stessa batteria, perché credo che lui oggi avrebbe potuto dare ancora di più e vedendo quanto è stato vicino al quarto in qualificazione, penso che avrebbe meritato anche qualcosa di più. Però le gare sono così, sono belle per quello e sono contento di aver gareggiato con lui e spero che questo sia da stimolo per lui che in questi due anni si era allontanato un po’ da questo movimento”.

L’ultimo oro iridato era arrivato di venerdì 17, questo arriva di venerdì 13. Sta iniziando a essere un po’ scaramantico?
“Non mi definisco scaramantico, ma ho certi rituali che devo rispettare. A partire dal taglio dei capelli, visto che il 2019 è l’unico anno in cui non me li ero tagliati (fu 7° ai Mondiali nella sprint, ndr). Ci faccio un po’ caso a queste cose, anche se non mi cambiano la vita. Visto che la sprint è una gara in cui la testa conta tanto, è importante arrivare in partenza tranquilli, dopo tutto l’iter che fa parte del riscaldamento, delle batterie, il controllo delle punte e degli skiroll. Sono tutte cose che ti aiutano a partire sapendo che puoi concentrarti solo sulla gara”.

Come ci si sente a essere quattro volte Campione del Mondo?
“E’ una bella emozione. E’ un po’ di anni che sono in giro, ora non l’ho ancora realizzato. La realizzerò probabilmente un po’ più avanti, perché quando sei in gara ti concentri di più sulla performance. Ero consapevole che fosse un Mondiale e devo dire che anche a pranzo ho sentito la tensione. Ma è questo il bello del Mondiale. E’ ciò che tiene viva la passione per questo sport, che non ci dà da mangiare, ma che ci regala grandi soddisfazioni”.

Oggi tocca alla team sprint, a cui però non parteciperà. Come mai questa scelta?
“Non farò la team sprint perché è il percorso è comunque molto duro, ma soprattutto perché sono piuttosto messo male con la schiena. Se era possibile immaginare una team sprint con i due fratelli Becchis? No no, mio fratello al momento non riesce a fare qualcosa di più di una sprint (ride, ndr). Ma faccio il mio in bocca al lupo ai miei compagni di squadra che la faranno, sono sicuro che andranno molto bene”.

Messa in tasca la quarta medaglia d’oro, è già tempo di pensare alla quinta?
“Assolutamente. Finché non smetto di divertirmi continuerò ad allenarmi e gareggiare. Poi chissà, magari tra due anni mi passerà, ma non credo. Certamente non è facile incastrare tutti gli impegni tra lavoro e famiglia, però sono fortunato che mi sostengono e mi permettono di fare tutto questo. Ovviamente devo anche rimanere competitivo, perché nel momento in cui i risultati dovessero calare, non sarebbe facile mantenere la motivazione alta. I risultati aiutano molto”.

Guardando verso l’inverno, prenderà parte a qualche sprint sulla neve?
“In inverno spero ci saranno delle 100 metri. Perché il problema non è se le farò, ma è il fatto che ne organizzano davvero poche. Era partito un bel movimento qualche anno fa, poi si è un po’ perso. Speriamo che anche in Italia possa prendere un po’ piede questo format. Sono gare molto divertenti, come quelle estive. Penso che possano essere un bello spettacolo per le località sciistiche”.

Si sente di ringraziare qualcuno?
“Voglio ringraziare la mia famiglia, amici, fidanzata, nonno e tutti quanti che sono venuti qua numerosi. Il loro supporto è fondamentale. Devo ringraziare tutti i miei sponsor come la Skirollo che continua a seguirmi e sostenermi e questo aspetto è fondamentale, perché se non avessi gli skiroll veloci non riuscirei a fare quello che faccio. Un grazie anche a tutti gli altri sponsor come Omstrip, Cbd cream, Gal Sport, Rossignol, il centro fisioterapico di Cuneo, oltre a tutti quelli che mi spingono a continuare in questa passione come Agrimontana e Cuneo Lube. Chiedo scusa se ho dimenticato qualcuno, ma sono tanti quelli che mi sostengono. Anche se non sempre economicamente, mi danno un sostegno fondamentale con i materiali”.

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