Un tunnel sciistico è l’impianto perfetto per poter continuare ad allenarsi sulla neve e testare i materiali in piena estate, quando la neve naturale si trova solo ad alte quote e non è facilmente accessibile. A quanto pare, non è l’unico scopo a cui un tunnel può essere destinato. Nei giorni scorsi in Russia è stata fatta una scoperta a dir poco incredibile: nel cuore del famoso tunnel della stazione sciistica di Kavgolovo, un paio di miglia a nord di San Pietroburgo, infatti, è stata individuata una mining farm clandestina, vale a dire una struttura equipaggiata con tutte le apparecchiature necessarie a estrarre criptovalute.
Si tratta di un complesso enorme, considerando che il tunnel fa parte di un centro sciistico che si estende su una superficie di oltre 30 ettari e con un tunnel lungo 1750 metri. A fare la scoperta, del tutto per caso, sono stati i dipendenti del centro; l’impianto era infatti nascosto in una stanza segreta che non figurava affatto in nessuno dei progetti dell’impianto, né sulla pianta dell’edificio, né sulla mappa di costruzione del tunnel.
Secondo il sito russo 47 News che ha divulgato la notizia, si ritiene che le attrezzature fossero controllate da remoto: nonostante negli anni la tecnologia utilizzata sia diventata obsoleta, un impianto di quelle dimensioni arriva ancora oggi a produrre criptovalute per un valore di oltre 100.000 euro all’anno. È probabile, che l’impianto, che sarebbe composto da un centinaio di macchinari, sia nella struttura da cinque o sei anni, installato durante gli ultimi lavori di ristrutturazione dell’impianto sciistico.
Si tratta di un complesso enorme, considerando che il tunnel fa parte di un centro sciistico che si estende su una superficie di oltre 30 ettari e con un tunnel lungo 1750 metri. A fare la scoperta, del tutto per caso, sono stati i dipendenti del centro; l’impianto era infatti nascosto in una stanza segreta che non figurava affatto in nessuno dei progetti dell’impianto, né sulla pianta dell’edificio, né sulla mappa di costruzione del tunnel.
Secondo il sito russo 47 News che ha divulgato la notizia, si ritiene che le attrezzature fossero controllate da remoto: nonostante negli anni la tecnologia utilizzata sia diventata obsoleta, un impianto di quelle dimensioni arriva ancora oggi a produrre criptovalute per un valore di oltre 100.000 euro all’anno. È probabile, che l’impianto, che sarebbe composto da un centinaio di macchinari, sia nella struttura da cinque o sei anni, installato durante gli ultimi lavori di ristrutturazione dell’impianto sciistico.
"Non ne ero a conoscenza, ne ho sentito parlare dalla stampa", ha dichiarato Galina Panteleeva, direttrice del Centro sciistico, parlando della vicenda ai media russi, spiegando che sarebbe stato difficile immaginare una tale attività nonostante i notevoli costi energetici necessari per gestirla "I consumi cambiano continuamente, è impossibile individuare un’anomalia del genere”. Il calcolo dei consumi energetici del centro, infatti, è determinato dal fatto che il complesso sportivo comprende 25 strutture, tra cui un hotel e inoltre dispone di una propria centrale termica ed elettrica con una capacità di 3 MW. Di questi, 1 MW è consumato dagli impianti della galleria.
La polizia russa ritiene che il luogo sia stato scelto proprio per questo motivo, oltre che per le basse temperature mantenute durante tutto l’anno che avrebbero di conseguenza soddisfatto le esigenze di raffreddamento dell’impianto. Secondo i dipendenti del centro sciisticp, l’attrezzatura è già stata rimossa. Dmitry Klebnev, deputato alla sicurezza della stazione, ha rifiutato di commentare.