Da diverse settimane l’International Biathlon Union (IBU) si trova ad intavolare un dialogo, o forse sarebbe più il caso di dire un braccio di ferro, con i migliori biatleti del mondo a causa di una modifica al regolamento che, secondo quanto riportato da NRK, l’Unione Internazionale sarebbe interessata ad implementare a partire dal prossimo inverno e non vede d’accordo le "teste di serie" dei massimo circuito.
Dalla prossima stagione, infatti, l’IBU sarebbe intenzionata a rivedere completamente l’ordine di partenza della Coppa del Mondo per ciò che riguarda le gare individuali, Sprint e Individuale (15 o 20 km). Pur mantenendo i tradizionali 4 gruppi di partenza, l’idea di base sarebbe quella di non permettere più che i migliori atleti possano scegliere il proprio gruppo di partenza. Tradizionalmente, infatti, a meno di condizioni meteo estreme che impongano scelte differenti, gli atleti con i migliori posizionamenti in classifica generale scelgono il primo gruppo per poter beneficiare di una pista migliore, una strategia sempre più attuata negli ultimi anni.
Questo però significa, il più delle volte, che su una lista partenti di circa 100 atleti, dopo le prime 30 o 40 partenze, la gara è decisa e gli spettatori perdono interesse al calare della suspense. Per questo motivo, il nuovo sistema che la federazione intende attuare vedrebbe gli atleti dal 31° posto in classifica in giù nel primo gruppo, quelli dal 16° al 30° posto in Coppa del Mondo nel gruppo 2, mentre i migliori verrebbero tutti raggruppati nel gruppo 3, prima del gruppo 4, che rimarrebbe appannaggio degli atleti "più deboli". Tra le altre cose, l’IBU spera che, mandando in pista gli atleti di media classifica in condizioni di pista più buone, si possa offrire a più biatleti la possibilità di fare risultato, a tutto beneficio dello spettacolo e di una lotta per la classifica generale più viva.
Così facendo, secondo i promotori di questo cambiamento, si manterrebbe la tensione più a lungo, e i broadcaster dell’evento potrebbero trattenere gli spettatori incollati alla tv, a vantaggio ovviamente anche degli sponsor. Dobbiamo ricordare del resto che l’IBU oltre ad essere un organo regolatore dell’attività sportiva, è anche promotore della disciplina attraverso gli accordi di cooperazione con i broadcaster europei.
Come si può facilmente immaginare, però, questa decisione non piace affatto ai migliori team, a cominciare dai norvegesi, che chiedono che questa idea venga abbandonata. A farsi portavoce della sua squadra, ai microfoni dell’emittente pubblica norvegese, è Vetle Sjåstad Christiansen, che parla di un sistema che, così concepito, rischia di compromettere le prestazioni dei migliori in contesti di gara come quelli attuali, minati dai cambiamenti climatici, in cui è sempre più difficile mantenere la pista in condizioni paritarie per tutti i partenti.
"Ho preso la parola e ho detto che secondo me il motivo del cambiamento dell’ordine di partenza non ha senso" racconta, parlando di un Teams meeting avvenuto recentemente tra la squadra nazionale norvegese di biathlon e due figure chiave dell’Unione Internazionale di Biathlon (IBU), il segretario generale Max Cobb e il direttore sportivo Daniel Böhm, aggiungendo che ci sarebbero altre misure per raggiungere lo stesso obiettivo "si potrebbero introdurre più di gare spettacolari e qualche gara in più che si decide al poligono, se si teme il dominio norvegese. Perché nel tiro non siamo molto più bravi delle altre nazioni"
Secondo Christiansen, i top runner norvegesi non sono i soli a condurre questa battaglia, ma avrebbero il sostegno di Francia, Germania e Svezia. Stando alle parole del norvegese, anche l’Athletes Commitee, di cui fa parte lo svedese Sebastian Samuelsson in veste di chairman, ha avviato una campagna di firme tra gli atleti per fermare il nuovo sistema di partenza: non ci sarebbe stato infatti un sondaggio vero e proprio da parte dell’IBU delle opinioni dei diretti interessati, bensì gli atleti avrebbero preso l’iniziativa in prima istanza.
Samuelsson, interpellato da NRK, ha inviato la seguente dichiarazione scritta: "Il comitato atleti sta dialogando con l’IBU e spera di poter trovare una soluzione che soddisfi sia gli atleti che l’IBU e la TV. La cosa più importante per noi è rappresentare gli atleti”.
Neanche l’IBU, nella figura del direttore sportivo Daniel Böhm, ha voluto essere intervistata riguardo alla nuova proposta e alle critiche, in quanto al momento non c’è nessuna decisione definitiva. La Federazione Internazionale ha però rilasciato il seguente comunicato sulla questione:
“L’IBU sta attualmente discutendo con le parti interessate, compreso il comitato degli atleti, sull’implementazione del nuovo sistema di gruppi di partenza. Alcuni dettagli sono ancora in fase di valutazione, quindi sarebbe prematuro parlare dell’esito delle discussioni in corso”.
Guardando la questione dal punto di vista televisivo, come fa l’esperto NRK, Ola Lunde, la proposta è positiva: "Fino ad ora, la maggior parte delle gare veniva decisa quando si arrivava al numero di partenza 30-40 e questo ha fatto sì che l’interesse per le trasmissioni diminuisse drasticamente dopo che i migliori avevano terminato. Questo vuole rendere il biathlon migliore per gli spettatori". Bisogna però ricordare quelle gare, come l’Individuale maschile dei Mondiali di Nove Mesto della scorsa stagione, in cui a metà gara la pista era diventata impraticabile, compromettendo irrimediabilmente le prestazioni degli atleti. Non sarà una decisione facile da prendere, e probabilmente non si riuscirà facilmente a trovare un compromesso tra le parti, ma l’Executive Board sarà chiamato a decidere nella sua prossima riunione già nelle prossime settimane; non resta che sperare che il cambiamento, se ci sarà, possa rispettare i criteri di fattibilità ed equità.
Così facendo, secondo i promotori di questo cambiamento, si manterrebbe la tensione più a lungo, e i broadcaster dell’evento potrebbero trattenere gli spettatori incollati alla tv, a vantaggio ovviamente anche degli sponsor. Dobbiamo ricordare del resto che l’IBU oltre ad essere un organo regolatore dell’attività sportiva, è anche promotore della disciplina attraverso gli accordi di cooperazione con i broadcaster europei.
Come si può facilmente immaginare, però, questa decisione non piace affatto ai migliori team, a cominciare dai norvegesi, che chiedono che questa idea venga abbandonata. A farsi portavoce della sua squadra, ai microfoni dell’emittente pubblica norvegese, è Vetle Sjåstad Christiansen, che parla di un sistema che, così concepito, rischia di compromettere le prestazioni dei migliori in contesti di gara come quelli attuali, minati dai cambiamenti climatici, in cui è sempre più difficile mantenere la pista in condizioni paritarie per tutti i partenti.
"Ho preso la parola e ho detto che secondo me il motivo del cambiamento dell’ordine di partenza non ha senso" racconta, parlando di un Teams meeting avvenuto recentemente tra la squadra nazionale norvegese di biathlon e due figure chiave dell’Unione Internazionale di Biathlon (IBU), il segretario generale Max Cobb e il direttore sportivo Daniel Böhm, aggiungendo che ci sarebbero altre misure per raggiungere lo stesso obiettivo "si potrebbero introdurre più di gare spettacolari e qualche gara in più che si decide al poligono, se si teme il dominio norvegese. Perché nel tiro non siamo molto più bravi delle altre nazioni"
Secondo Christiansen, i top runner norvegesi non sono i soli a condurre questa battaglia, ma avrebbero il sostegno di Francia, Germania e Svezia. Stando alle parole del norvegese, anche l’Athletes Commitee, di cui fa parte lo svedese Sebastian Samuelsson in veste di chairman, ha avviato una campagna di firme tra gli atleti per fermare il nuovo sistema di partenza: non ci sarebbe stato infatti un sondaggio vero e proprio da parte dell’IBU delle opinioni dei diretti interessati, bensì gli atleti avrebbero preso l’iniziativa in prima istanza.
Samuelsson, interpellato da NRK, ha inviato la seguente dichiarazione scritta: "Il comitato atleti sta dialogando con l’IBU e spera di poter trovare una soluzione che soddisfi sia gli atleti che l’IBU e la TV. La cosa più importante per noi è rappresentare gli atleti”.
Neanche l’IBU, nella figura del direttore sportivo Daniel Böhm, ha voluto essere intervistata riguardo alla nuova proposta e alle critiche, in quanto al momento non c’è nessuna decisione definitiva. La Federazione Internazionale ha però rilasciato il seguente comunicato sulla questione:
“L’IBU sta attualmente discutendo con le parti interessate, compreso il comitato degli atleti, sull’implementazione del nuovo sistema di gruppi di partenza. Alcuni dettagli sono ancora in fase di valutazione, quindi sarebbe prematuro parlare dell’esito delle discussioni in corso”.
Guardando la questione dal punto di vista televisivo, come fa l’esperto NRK, Ola Lunde, la proposta è positiva: "Fino ad ora, la maggior parte delle gare veniva decisa quando si arrivava al numero di partenza 30-40 e questo ha fatto sì che l’interesse per le trasmissioni diminuisse drasticamente dopo che i migliori avevano terminato. Questo vuole rendere il biathlon migliore per gli spettatori". Bisogna però ricordare quelle gare, come l’Individuale maschile dei Mondiali di Nove Mesto della scorsa stagione, in cui a metà gara la pista era diventata impraticabile, compromettendo irrimediabilmente le prestazioni degli atleti. Non sarà una decisione facile da prendere, e probabilmente non si riuscirà facilmente a trovare un compromesso tra le parti, ma l’Executive Board sarà chiamato a decidere nella sua prossima riunione già nelle prossime settimane; non resta che sperare che il cambiamento, se ci sarà, possa rispettare i criteri di fattibilità ed equità.