Un’estate diversa dal solito, decisamente più complicata del previsto, è quella che ha vissuto fino a poco tempo fa Johannes Høsflot Klæbo. Tra infortuni e malanni, le ore di allenamento sono state molte meno di quelle preventivate (circa un centinaio quelle perse) e il campione di Trondheim, che si prepara a vivere l’inverno forse più impegnativo della sua carriera, con i Campionati del Mondo quasi letteralmente del giardino di casa.
"Nell’ultimo anno sono successe un sacco di cose. Sto invecchiando. Non ho più 20 anni. Quando avevo 20 anni, nulla mi preoccupava. Ora ne ho quasi 28, e ora tutto si fa sentire” ha ironizzato Klæbo, che compirà 28 anni il prossimo mese di ottobre in una intervista al canale norvegese TV2 "Bisogna solo essere ancora più cinici e intelligenti nelle scelte in termini di recupero. Credo che questa sia la chiave. Mi rendo conto che il mio corpo ha bisogno di un po’ più di tempo per recuperare."
"Nell’ultimo anno sono successe un sacco di cose. Sto invecchiando. Non ho più 20 anni. Quando avevo 20 anni, nulla mi preoccupava. Ora ne ho quasi 28, e ora tutto si fa sentire” ha ironizzato Klæbo, che compirà 28 anni il prossimo mese di ottobre in una intervista al canale norvegese TV2 "Bisogna solo essere ancora più cinici e intelligenti nelle scelte in termini di recupero. Credo che questa sia la chiave. Mi rendo conto che il mio corpo ha bisogno di un po’ più di tempo per recuperare."
D’altro canto con tutti questi problemi che si sono accumulati in breve tempo, il campione ha cercato comunque di sfruttare questa "serie di sfortunati eventi" a suo favore: "Quando ho subito l’infortunio al gomito, forse è stato un bene che mi sia ammalato. Ho potuto prendermela comoda. Il gomito è guarito da solo. In questo senso, non può che essere positivo”
Per quanto riguarda le ore perse in allenamento, ha spiegato di non avere intenzione di "recuperarle” e non è affatto preoccupato perché, del resto "Febbraio è molto lontano”. Del resto, ora che fisicamente è ristabilito a pieno, sarà comunque impegnato al massimo, con un soggiorno in alta quota negli Stati Uniti. Inoltre Klaebo ha spiegato che, in questa situazione insolita per lui, sta provando ad ispirarsi ad un suo conterraneo, super campione delle discipline invernali, vincente tanto quanto lui: si tratta naturalmente di Johannes Thingnes Bø, noto in realtà negli ambienti sportivi e non per essere un che si allena relativamente poco d’estate, soprattutto da quando la sua vita in famiglia, con moglie e figli, è diventata la sua priorità nei mesi in cui può essere a casa, lontano dalle competizioni; questa scelta però non gli impedisce di essere dominante in inverno, ed è una filosofia che il fondista norvegese sta cercando di abbracciare.
"Credo di aver bisogno di un po’ più della sua vita tranquilla e senza stress. Voglio ispirarmi a Johannes Thingnes Bø, vivere con un po’ meno stress, più calma e meno allenamento. Credo che pensi molto al biathlon ma non si alleni tanto, forse è questa la chiave."
E chissà che, in occasione del Tour de France, quando i due si sono incontrati per a Nizza per onorare il loro sponsor in comune Uno-X Mobility, Giovaninno gli abbia rivelato i segreti della sua preparazione così apparentemente blanda eppure così efficace. – “Penso di aver bisogno di un po’ più della sua vita tranquilla e senza stress. Penso che pensi molto al biathlon, ma non credo che si alleni molto. Questa è la differenza”, dice sorridendo.
Per quanto riguarda le ore perse in allenamento, ha spiegato di non avere intenzione di "recuperarle” e non è affatto preoccupato perché, del resto "Febbraio è molto lontano”. Del resto, ora che fisicamente è ristabilito a pieno, sarà comunque impegnato al massimo, con un soggiorno in alta quota negli Stati Uniti. Inoltre Klaebo ha spiegato che, in questa situazione insolita per lui, sta provando ad ispirarsi ad un suo conterraneo, super campione delle discipline invernali, vincente tanto quanto lui: si tratta naturalmente di Johannes Thingnes Bø, noto in realtà negli ambienti sportivi e non per essere un che si allena relativamente poco d’estate, soprattutto da quando la sua vita in famiglia, con moglie e figli, è diventata la sua priorità nei mesi in cui può essere a casa, lontano dalle competizioni; questa scelta però non gli impedisce di essere dominante in inverno, ed è una filosofia che il fondista norvegese sta cercando di abbracciare.
"Credo di aver bisogno di un po’ più della sua vita tranquilla e senza stress. Voglio ispirarmi a Johannes Thingnes Bø, vivere con un po’ meno stress, più calma e meno allenamento. Credo che pensi molto al biathlon ma non si alleni tanto, forse è questa la chiave."
E chissà che, in occasione del Tour de France, quando i due si sono incontrati per a Nizza per onorare il loro sponsor in comune Uno-X Mobility, Giovaninno gli abbia rivelato i segreti della sua preparazione così apparentemente blanda eppure così efficace. – “Penso di aver bisogno di un po’ più della sua vita tranquilla e senza stress. Penso che pensi molto al biathlon, ma non credo che si alleni molto. Questa è la differenza”, dice sorridendo.