I Giochi Olimpici, come vuole la tradizione, riescono a mettere sotto i riflettori e a portare all’attenzione del grande pubblico, sport e atleti che, altrimenti farebbero fatica ad emergere nel mare degli sport che hanno, almeno nel nostro Paese, una minore visibilità mediatica. Parigi 2024 sotto questo aspetto non differisce dalle altre edizioni e grazie alle Olimpiadi tanti nomi e storie verranno a galla. Una di queste vogliamo raccontarvela noi perché è legata in qualche modo al mondo delle discipline nordiche e riguarda Martina Berta, la biker valdostana di origini piemontesi che nel pomeriggio di ieri ha affrontato la sfida più importante della sua carriera, la prova di cross country a cinque cerchi chiusa al 14esimo posto in una gara trionfale per la padrona di casa Pauline Ferrand Prevot.
La storia di Berta parte da lontano: nata a Torino, Martina è cresciuta in Piemonte, per poi trasferirsi in Valle d’Aosta, a La Salle dove, grazie ad una famiglia che incoraggia alla pratica sportiva sia lei che i suoi fratelli, cresce tra camminate in montagna, bicicletta e sci di fondo. Ed è militando nello Sci Club Valdigne Mont Blanc che l’atleta oggi in forze al C.S. Esercito ha iniziato a porre le basi per costruirsi come atleta di alto livello, anche se in una disciplina completamente diversa. Con gli sci stretti del resto è arrivata non solo a fare qualche gara, ma addirittura salire sul podio dei Campionati Italiani del 2013 ha vinto la medaglia di bronzo ai Campionati italiani Allievi in una individuale a tecnica libera, dietro a due nomi noti dello sci di fondo azzurro: quelli di Anna Comarella e Martina Bellini.
L’amore per le due ruote lo ha coltivato di pari passo a quello per gli sci stretti, anche questo frutto della passione per lo sport della sua famiglia e in particolare dei fratelli più grandi Matteo e Francesco. Con i primo, Matteo (anche lui correva nel Cross Country per poi passare all’Enduro) che ha due anni più di lei, Martina condivide spesso la preparazione. Anche l’atleta classe 1998 ha provato l’Enduro, gareggiando nel 2016 nell’Enduro World Series a La Thuile, chiudendo in seconda posizione tra le U21.
Fino al 2015 ha continuato la doppia attività: sci di fondo nei mesi invernali, MTB in quelli estivi. Col passare del tempo, però, come accade a molti atleti "polivalenti", all’aumentare degli impegni e delle gare salendo di categoria, le due stagioni finivano per sovrapporsi e Martina ha dovuto scegliere: la scelta come si può intuire, visti i successi in entrambe le discipline non è stato facile, ma ha optato per la bici, anche se d’inverno lo sci nordico rimane un ottimo strumento per la preparazione. Nel 2015 dopo aveva sciato per tutto l’inverno, l’avvio della stagione sui pedali è stato faticoso ma col passare delle settimane è arrivata l’esplosione: Berta ha conquistato il campionato italiano e poi il Mondiale Juniores, dove non partiva assolutamente da favorita.
Del ciclismo, ha raccontato in un’intervista a Qui MTV Magazine dopo la vittoria in Coppa del Mondo in Val di Sole, le piace che il parallelismo con vita: "Non smette mai di darti lezioni, trovi sempre qualcosa di nuovo da imparare, ci sono ogni giorno ostacoli da superare, ma ognuno ti rende più forte. Nella vita è lo stesso"
E di ostacoli – e cadute – la 26enne ne sa qualcosa: ormai due anni fa, n seguito alla rovinosa caduta durante le prove del tracciato di Capoliveri, la biker del Team XC Santa Cruz ha purtroppo riportato la frattura di una vertebra dorsale, ma questo non l’ha fermata: con tanta determinazione e duro lavoro, risale dal fondo con un a serie di successi che le consentono non sono di arricchire il suo palmares, come i tre titoli tricolori Elite Xco (2022-2023-2024), i due nello short track Xcc (2022-2023) e da uno storico 2° posto in Coppa del mondo in Val di Sole (2023), ma anche di raggiungere un traguardo importantissimo come la gara olimpica, indipendentemente dal suo esito.
Olimpiadi – Parigi 2024: Martina Berta, da promessa dello sci di fondo a élite della MTB
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