Dodici istruttori nazionali di sci di fondo presentano dodici tesi legate al mondo dello sci. In questa piccola rubrica, Fondo Italia dà spazio alle idee di dodici neo istruttori (promossi durante l’ultimo master a novembre 2023), che presentano la propria tesi, elaborata in occasione degli esami conclusivi. Dal rapporto tra sci e social media, all’insegnamento della disciplina nelle lingue straniere, passando per l’importanza dello skiroll nell’allenamento, fino ad arrivare alla correlazione tra sport e disabilità: sono molti i temi trattati nei 12 “project works”, pubblicati con cadenza settimanale fino al 29 agosto. A presentare il proprio lavoro è Giovanni Caola, che di seguito introduce la sua tesi intitolata "Analisi sull’apprendimento tecnico dell’atleta d’élite dello sci di fondo".
ANALISI SULL’APPRENDIMENTO TECNICO DELL’ATETA D’ELITE DELLO SCI DI FONDO – la tesi di Giovanni Caola
COSA VOLER ANALIZZARE
Vorrei andare ad approfondire ed analizzare in che modo l’atleta d’élite si dedica al miglioramento del fattore tecnico, prendendo in considerazione diverse nazioni, per poter poi avere un termine di paragone tra le stesse. In particolare andando ad indagare quanto, come e con quali ausili arrivare ad un risultato ottimale.
COME ANDARE A FARLO
Sottoponendo agli atleti un questionario anonimo, di circa 12 domande, suddiviso in macro-aree per analizzare poi la quantità di tempo dedicata al miglioramento della tecnica ed il modo in cui la si affronta. Infine verranno comparati i risultati tra le diverse nazioni. Lavorando nel settore posso reperire diversi contatti, sperando di raggiungere il maggior numero di nazioni possibili.
PERCHÉ
Un confronto simile può essere utile in primis alle stesse nazioni per avere un riscontro ed un paragone su quanta importanza viene data alla tecnica. In secondo luogo può essere utile agli istruttori, agli allenatori e ai maestri di sci per comprendere essi stessi quanta importanza l’atleta d’élite dà alla tecnica e trarne ispirazione. Per ultimo la vedo anche come un opportunità per i ragazzi di sci club e comitati per andare a capire la rilevanza dell’aspetto tecnico, sia per il risultato che per una sciata efficace ed efficiente, elemento che spesso viene sottovalutato o messo in secondo piano (a mio parere).
COSA MI ASPETTO
Mi aspetto che un atleta professionista si dedichi alla tecnica più di quanto si possa immaginare; con i risultati di questo studio potrò avere un bel paragone tra le varie nazioni, magari imparando anche qualcosa dagli altri. Penso che un lavoro del genere possa tornare utile anche in futuro quando, durante la stagione agonistica, spesso emergono differenze di sciata e tecnica tra gli atleti di nazionalità diversa, andando ad avere ‘un qualcosa’ da poter analizzare per capire da dove provengono queste differenze. E’ un project work che può essere di spunto per molti, a partire dai migliori allenatori fino ad arrivare a ragazzini dello sci club, per comprendere che sciando bene si fa anche meno fatica, si va più forte e ci si diverte di più.
Dopo aver finito la stagione da ski-man, avendo visto per tutto l’inverno i migliori atleti sfidarsi sulle piste di tutto il mondo, mi sono chiesto come mai certe situazioni, certe condizioni o tipologie di pista fossero più o meno adatte ai diversi atleti. Mi sono chiesto: è solo una questione di allenamento? Di pura forza? Di talento innato? Oppure dietro ad ogni "punto di forza" c’è un lavoro studiato ed allenato a tavolino?
Per esempio l’abilità di Klaebo e degli stessi norvegesi di riuscire a portare fuori velocità dalle curve in discesa, oppure l’evidente superiorità di Pellegrino nel pattinaggio senza bastoni, o ancora la forte scivolata spinta di Mocellini in pianura, sono tutte qualità che spesso fanno la differenza.
Proprio quest’inverno era nata la discussione di come mai sulle nevi più “primaverili” l’Italia avesse più difficoltà rispetto ad altre nazioni, tanto da arrivare ad allungare il più possibile la stagione sciistica anche dopo la fine delle competizioni facendo raduni su nevi di questo tipo con lo scopo di abituarsi a quella sciata e migliorarsi.
Per rispondere a queste domande mi sono chiesto quanto e in che modo l’atleta d’élite si dedicasse al fattore "tecnica" durante l’anno.
Allenamento: Generalmente si intende per allenamento un processo fisiologico di adattamento indotto dalla continua e regolare pratica dell’esercizio fisico, mirante a conferire maggiore forza, capacità di lavoro e resistenza alla fatica.
Tecnica sportiva : padronanza dei gesti tecnici proprie di uno sport che permettono di risolvere un determinato problema di movimento nel modo più razionale, ottimale edeconomico possibile.
Di conseguenza allenatore ≠ istruttore nazionale
METODOLOGIA
Per rispondere a questi quesiti ho creato un questionario di dodici domande per andare ad analizzare quanto e come un atleta si dedichi alla tecnica; ho preferito sottoporre un numero ridotto di domande per far in modo che tutti lo compilino senza doverci impiegare troppo tempo.
Lo stesso questionario l’ho tradotto poi in inglese per mandarlo ad altre nazioni.
Con le domande ho cercato di essere il più chiaro e semplice possibile cosi’ da facilitare le risposte ed avere un sondaggio più veritiero.
Una volta ricevute le risposte sono andato ad analizzarle e confrontarle per trarne delle conclusioni.
Dati simili possono essere d’aiuto e d’ispirazione a molti, dai migliori atleti ed allenatori fino ai ragazzi dello sci club per arrivare agli ormai sempre più sfegatati amatori.
Il questionario vero e proprio era anticipato da un file da inviare al responsabile di ogni nazione per, innanzitutto, presentarmi e poi illustrare loro l’obiettivo di tale ricerca.
Ecco la lettera:
“Buongiorno sono Giovanni Caola sto frequentando il corso per diventare istruttore nazionale di sci di fondo, chiedo gentilmente se possibile far compilare questo questionario anonimo di poche domande a risposta multipla agli atleti della squadra nazionale di sci di fondo.
Sto facendo un sondaggio con diverse nazioni per andare a studiare in che modo e quanta importanza dare all’aspetto tecnico per arrivare ad una prestazione massimale.
Con questo project work vorrei essere d’aiuto a diverse categorie; partendo dagli atleti stessi, agli allenatori e maestri di sci per arrivare ai ragazzini dello sci club che spesso non capiscono l’importanza della tecnica.
Chiedo dunque gentilmente di compilare nel modo più onesto e sincero possibile.”
CONCLUSIONI
Sono arrivato alla fine di questo project work dopo un lungo lavoro che mi ha appassionato ancora più a questo mondo.
Ho preso in considerazione 5 nazioni.
L’Ungheria è la nazione che si distingue dalle altre in quanto lavora meno sull’aspetto tecnico ed è seguita ancor meno da tecnici specializzati.
Tante sono invece le similitudini tra Italia, Germania e Svizzera; tre nazioni di ottimo livello.
Con questo lavoro ho raggiunto il mio obiettivo di testimoniare ,con dati scritti, quanta importanza si dia all’aspetto tecnico in atleti di Coppa del Mondo così da essere di spunto per altre categorie ( comitati e sci club ) che spesso non ottengono risultati soddisfacenti pur impegnandosi molto.
Come diciamo sempre, la tecnica è “fatta” dagli atleti, che vogliono ottenere il massimo risultato con il minimo sforzo, poi noi andiamo ad analizzarla e studiarla, per questo ho basato la mia tesina partendo proprio dagli atleti.
Durante la stagione invernale provvederò a distribuire il questionario a il maggior numero di nazioni possibile per avere ancora più paragone e metodi di confronto.
FATTORI CHE INFLUENZANO IL RISULTATO
Avendo a che fare con delle persone, tante sono le cose che possono andare ad inficiare il risultato finale della tesi.
Problemi di invio e ricezione dei dati stessi, poca collaborazione da parte degli atleti nel rispondere oppure poca onestà nelle risposte date.
Ad esempio il questionario tedesco racchiude risposte molto discordanti tra di loro, per analizzare i dati ho sempre tenuto conto della risposta più votata in quanto rappresenta la maggioranza della nazione.
Mi sembra che per la maggior parte dei casi, però, ci sia stato interesse nei confronti di questo questionario da parte degli atleti e colgo l’occasione per ringraziarli nuovamente.
RACCOLTA DATI
Questo project work è basato interamente su testimonianze dirette di atleti, di conseguenza questi dati non sono stati trovati su libri o siti internet.
Si tratta dell’esperienza personale e delle abitudini tecniche dei migliori atleti al giorno d’oggi testimoniata attraverso il questionario. Anche loro sono in continuo studio per migliorare la propria sciata e renderla il più efficiente ed efficacie possibile tanto è vero che un questionario così potrà essere riutilizzato in futuro per avere un paragone tra passato e presente.
I dati raccolti sono lo specchio di quello che un atleta fa al giorno d’oggi, non è detto che in un futuro non si possano raccogliere dati diversi dalle stesse nazioni. Per l’etimologia di termini come “allenamento” e “tecnica sportiva” mi sono rivolto a Google a Wikipedia, mentre per la distribuzione e compilazione dei questionari ho utilizzato Google Forms ( Moduli Google ) che mi ha permesso di duplicare i miei questionari ed inviarli alle diverse nazioni in modo da avere le risposte per nazione separate tra di loro e riuscire a fare il paragone.
RINGRAZIAMENTI
Per questo percorso devo sicuramente ringraziare molte persone, tra le principali mi sento di ricordare il mio tutor Andrea Zattoni che mi ha aiutato nello scegliere le domande più adeguate da inserire nel questionario e il modo in cui organizzarlo.
Sicuramente devo ringraziare chi mi ha permesso di partecipare alle selezioni in quanto in quel periodo, facendo lo ski man, io lavoravo ancora; di conseguenza un ringraziamento speciale va ai miei colleghi Francois Roncella, Marco Brocard, Pietro Valorz, Claudio Consagra, Ronald Carrara, Maurizio Borbey e ultimo, ma non per importanza, anche Paolo Riva che mi ha organizzato il rientro in Italia; un grande team!
Un grazie anche a tutti i miei ex allenatori e maestri di sci che mi hanno insegnato a sciare sia quando facevo l’atleta che quando mi allenavo da solo a Campo Carlo Magno dove spesso ho ricevuto l’aiuto ed i consigli di Jgor e Silvio.
Di nuovo un grazie a Francois che mi ha aiutato nel distribuire il questionario e a tutti gli atleti che lo hanno compilato.
Grazie ad Alessio Giancola che mi ha dato anche lui spunti e suggerimenti durante lo sviluppo della mia tesi e Paolo Rivero per il lavoro fatto e l’organizzazione del corso.