In occasione della Giornata Mondiale della Terra, che cade oggi 22 aprile 2024, l’occasione è perfetta per esplorare il rapporto tra biathlon e pianeta, con qualcuno che per esperienza ne sa sicuramente qualcosa. Si tratta di Uraleq Astri Slettemark, biatleta classe 2001 che veste i colori della Groenlandia e ricopre il ruolo di ambasciatrice IBU per la sostenibilità ambientale. La groenlandese affronta diversi argomenti legati alla tutela ambientale, ma anche alla propria stagione tra Coppa del Mondo e IBU Cup, in una lunga intervista rilasciata all’IBU.
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Dando un giudizio generico delle proprie prestazioni quest’anno, Slettemark si dice poco soddisfatta: “È stata davvero una brutta stagione per me. Ho avuto molti malanni durante la preparazione in autunno e quando è iniziata la stagione non ero affatto pronta. Proseguendo, la biatleta, nota a tutti per la sua “chioma” blu, evidenzia tuttavia i meriti al poligono: “Anche nella mia prima gara di biathlon, ho ottenuto 10 su 10. Adoro sparare tanto quanto imparare nuove cose e fare attenzione ai piccoli dettagli. Penso che questo sia il motivo per cui sono brava in questo”.
Inevitabile parlare poi del fratello Sondre, classe 2004, anche lui impegnato tra Coppa del Mondo e IBU Cup: “Il 7° posto nella Single Mixed di Obertilliach in coppia con mio fratello? Questa gara ha dimostrato che se fossimo stati entrambi in buona forma, non saremmo stati troppo lontani dalla vittoria in questa disciplina. “È speciale competere con Sondre. Viaggiavo da sola prima, ma ora ho una squadra e sento lo spirito di squadra. Finalmente capisco cosa provano le altre squadre! Sono così orgogliosa di lui. Siamo buoni amici. Probabilmente è uno dei miei migliori amici e se litighiamo, superiamo velocemente la situazione”.
Spazio poi per parlare della Arctic Circle Race, gara di 160 km su tre giorni, che si svolge in Groenlandia e a cui Slettemark ha preso parte dopo la conclusione della stagione: “Volevo fare la gara da tanti anni, ma i miei genitori mi hanno detto che è difficile. Mia mamma (anche lei ex biatleta di livello mondiale, ndr) ha partecipato 17 volte, tre delle quali era incinta! Inoltre, ha vinto anche due volte mentre era incinta. Qui è un po’ una leggenda. Volevo farla anch’io. È stata un’esperienza straordinaria e qualcosa che le persone dovrebbero provare. La parte migliore della gara? Quando tutti hanno finito, ti siedi e parli della gara per ore. Sono tanti i piccoli dettagli e le cose drammatiche accadute, ognuno ha la propria storia. Ho incontrato una ragazza australiana che era venuta fin qui solo per fare la gara. Questo è stato bello!"
Inevitabile indugiare sul legame con la Groenlandia, nonostante per allenarsi Slettemark viva oggi a Lillehammer, in Norvegia: “Qui la cultura è così basata sulla comunità. Tutti si conoscono e si aiutano. Ogni volta che esco in città incontro qualcuno che conosco. Sono tutti felici di parlare con te. Quando chiamo i miei amici, sono sempre pronti a fare qualcosa. È speciale e bellissimo”.
Concentrandosi poi sugli argomenti legati al territorio groenlandese, vera distesa di neve soggetta negli ultimi anni in maniera consistente agli effetti del cambiamento climatico, Slettemark aggiunge: “Qui puoi vedere una differenza davvero grande. Lo vedi con la calotta glaciale, ogni anno si ritira. Rispetto a quando ero bambina, posso vedere un’enorme differenza. Gli inverni stanno diventando molto più brevi. Prima si poteva sciare per tutto marzo e aprile, a volte anche fino a maggio. Quest’anno la neve si è sciolta prima ed è piuttosto brutto. Puoi vedere una differenza anche negli animali, ci sono meno pesci. La Groenlandia dipende fortemente dalla caccia, poiché gli animali sono l’unica risorsa naturale di cui disponiamo. Considerato che il ghiaccio dell’oceano sta scomparendo, alcuni cacciatori stanno perdendo le prede. Usano il ghiaccio per cacciare e se non ce n’è, non possono farlo. Ciò significa che non hanno nulla di cui vivere e devono trasferirsi altrove. È davvero spaventoso".
Per questi motivi Uraleq Slettemark è molto impegnata nella sensibilizzazione della popolazione riguardo ai temi della sostenibilità e della tutela del territorio: “Questo è il motivo per cui sono fortemente schierata in difesa del clima, perché non voglio perdere la mia casa. Mi piace parlare con le persone e renderle più consapevoli, essere un ambasciatore è un buon inizio di conversazione. Ho anche imparato molto dai corsi IBU che abbiamo frequentato. Mi sono concentrata sui cambiamenti individuali che posso fare perché è facile coglierli. Con la formazione IBU ho imparato molto anche sui cambiamenti più grandi come la sostenibilità negli eventi. Come atleta, puoi influenzare le persone e hai il potere di cambiare il modo in cui pensano. È bello sentire che alcune persone sono cambiate in base a ciò che hai detto loro. Con gli altri ambasciatori vogliamo fare anche in futuro qualcosa di un po’ più concreto. Spero che potremo realizzare qualche progetto come un poster per l’IBU Family Club o un gruppo di segnalazione su Facebook per vestiti e attrezzature usati”.
Biathlon – Giornata della Terra, parola alla Groenlandia: Uraleq Slettemark tra scioglimento dei ghiacci e Arctic Circle Race
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