“Johannes Bø ha un talento smisurato. Lui è un’Aston Martin, io oggi sono una 500 e la differenza in pista si vede. Ma lui come tutti gli altri norvegesi sono più vecchi di me, ho tutto il tempo per recuperare il terreno e crescere a mia volta di cilindrata”.
Tommaso Giacomel ha nel mirino i vichinghi. Al ventiquattrenne di Imer, non manca la voglia di crescere, non manca l’ambizione e già da ieri è al lavoro per preparare la nuova stagione, forte del successo nella classifica under 25 di Coppa del Mondo e di un inverno in cui non sono mancate le soddisfazioni. Ora però il trentino delle Fiamme Gialle programma un ulteriore step.
“Se penso agli altri norvegesi, mi dico che sono persone speciali, grandi atleti, forti, ma non imbattibili: hanno tutti almeno tre anni più di me, differenza che traduco in almeno 2700 ore di allenamento. Facendo le cose per bene, ho la possibilità di metterne dietro qualcuno. Detto questo, restano uomini da ammirare, anche e soprattutto per la pressione che hanno addosso. Io so di potermi permettere di sbagliare una tappa, magari anche due. Loro no: una volta arrivati in Coppa del Mondo, ogni occasione è fondamentale per garantirsi la tappa successiva, perché non è scontato riuscire a mantenere quel posto”.
Da grande appassionato, Giacomel si affida ad un paragone tennistico.
“Johannes Bø oggi è quello che è stato Djokovic negli ultimi anni: il più forte, il giocatore che tutti vogliono battere, la ragione per aumentare ancor più il livello e gli allenamenti. Oggi in diversi hanno raggiunto il suo livello, anche per la sua età: credo sia un processo che coinvolgerà anche JTB”.
Come farlo? Tommaso ha una sua ricetta, e la rivela mentre lo chef stellato Alessandro Gilmozzi è al lavoro con la sua brigata per coccolare i partecipanti all’evento di fine stagione organizzato dal Pastificio Felicetti, in Val di Fiemme.
“Credo che si debba lavorare sul fondo. Fisicamente non ho il rapporto peso potenza di Johannes Bø o di altri atleti a cui “cedo” diversi centimetri di altezza, ma posso e devo migliorare, anche e soprattutto in salita. Poi in questa stagione ho sparato male, le percentuali non sono state sempre le “mie”: insomma, ho qualche elemento su cui lavorare”.
Il piano di attacco è già stato studiato con Andrea Zattoni, il tecnico fiemmese che da anni contribuisce a far crescere la nazionale azzurra.
“Andrea è molto più di un allenatore per me. E’ un punto di riferimento, una persona eccezionale che sento particolarmente vicina. Uno zio, direi. Abbiamo la stessa grande passione e “sete” di dati, di informazioni, di analisi, di studio. Io mi definisco un nerd a tutto tondo, su questi aspetti. Ecco, con lui mi trovo alla grande. Siamo due entusiasti, magari ci scontriamo e talvolta volano parole grosse, ma fa parte del gioco. Dal punto di vista tecnico è preparatissimo, non lascia nulla al caso ed il calore e l’attenzione con cui ci accompagna sono un valore aggiunto impareggiabile, secondo il mio punto di vista”.
Proprio l’entusiasmo è uno degli aspetti più lampanti del carattere di Tommaso Giacomel. Nel bene e nel male: tanto sa galvanizzarsi quando le cose vanno bene, tanto sa buttarsi giù quando qualcosa non funziona.
“Di carattere tendo a vivere gli errori come una mia colpa. Ma sto imparando a gestire questi momenti. E’ successo anche ad Oslo, a marzo: Holmenkollen è un posto speciale, fantastico, ma non sono mai riuscito a combinare niente di buono. Dopo la tappa norvegese non ero al massimo, ma mi son detto che in fondo restano gare di biathlon ed è giusto dare il peso che meritano. Siamo fortunati a vivere questa esperienza, questa vita da sportivi. Ma allo stesso tempo sono consapevole che non durerà per sempre: abbiamo pochi anni per ottenere quello che vogliamo e la giusta mentalità è determinante per non perdere tempo prezioso”.
E a Tommaso Giacomel non piace stare fermo a guardare, anzi. Di corsa, in bici: da un paio di giorni la preparazione è avviata, in attesa del primo raduno a Chiusa di Pesio (Cuneo) che la nazionale, in attesa di provare a rendere la vita un po’ più dura ai Norge.
Biathlon – Giacomel: “Johannes Bø è un’Aston Martin, io ancora una 500 ma sto crescendo di cilindrata. Il mio rapporto con Andrea Zattoni”
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